• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.4/04070 AMATI, ANGIONI, BONFRISCO, CIRINNA', DE PETRIS, FASIOLO, FISSORE, GRANAIOLA, LO GIUDICE, MATTESINI, MORGONI, ORRU', PAGLIARI, PETRAGLIA, PUPPATO, SCALIA, VALENTINI - Al Ministro della salute...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-04070 presentata da SILVANA AMATI
martedì 9 giugno 2015, seduta n.461

AMATI, ANGIONI, BONFRISCO, CIRINNA', DE PETRIS, FASIOLO, FISSORE, GRANAIOLA, LO GIUDICE, MATTESINI, MORGONI, ORRU', PAGLIARI, PETRAGLIA, PUPPATO, SCALIA, VALENTINI - Al Ministro della salute - Premesso che a quanto risulta agli interroganti:

emergono di frequente casi di gravi illeciti in allevamenti italiani;

del fenomeno si sono occupate di recente anche due trasmissioni televisive ("Report", nella puntata del 17 maggio 2015 con il servizio "Vitelli dopati, consumatori ingannati" e "Announo", nella puntata "No carne?" del 21 maggio dedicata in particolare agli allevamenti intensivi di suini in Italia); sul medesimo tema è stata realizzata nel 2013 dalla onlus "Compassion in world farming" (CIWF) una video-inchiesta presentata anche in Senato;

la preoccupante diffusione nel nostro Paese di un fenomeno di tale gravità rivela l'inefficacia e l'insufficienza degli attuali sistemi di controllo in tale settore, sistemi necessari per garantire l'effettiva implementazione delle norme previste per la tutela del benessere degli animali negli allevamenti e per la tutela della salute pubblica;

considerato che:

la legge n. 189 del 2004, recante "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate", interessa tutte le categorie di animali, compresi quelli da allevamento;

per quanto riguarda gli standard minimi che l'Italia è tenuta a far rispettare, il quadro normativo nazionale prevede: la direttiva 98/58/CE, relativa alla protezione degli animali negli allevamenti, attuata con il decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 146 e successive modifiche; la direttiva 91/629/CEE, che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli, attuata con il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 533, modificato dal decreto legislativo 1° settembre 1998, n. 331, e la direttiva 2008/119/CE, sullo stesso tema, attuata con il decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 126; la direttiva 91/630/CEE, che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini, attuata con il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 534, modificato, dal decreto legislativo 20 febbraio 2004, n. 53, e la direttiva 2008/120/CE, sullo stesso tema, attuata con il decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 122; le direttive 1999/74/CE e 2002/4/CE per la protezione delle galline ovaiole e la registrazione dei relativi stabilimenti di allevamento, attuate con il decreto legislativo 29 luglio 2003, n. 267 e successive modifiche; la direttiva 2007/43/CE per la protezione dei polli allevati per la produzione di carne, attuata nell'ordinamento nazionale con decreto legislativo 27 settembre 2010 n. 181;

considerato che:

la violazione di tali norme comporta gravi conseguenze per quanto riguarda le sofferenze inflitte ad esseri senzienti, costituisce un evidente problema per la salute pubblica e arreca danno all'intero settore produttivo;

le autorità competenti in merito sono la direzione generale della Sanità animale e del farmaco veterinario (D.G.S.A) del Ministero della salute, le Regioni e le Province autonome ed i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali;

l'allegato I del piano nazionale sul benessere animale del 2010 stabilisce la programmazione minima dei controlli da effettuare su base annuale;

considerato che:

l'inefficacia e l'insufficienza degli attuali sistemi di controllo si sono palesate in tutta la loro gravità;

per quanto riguarda l'attuazione della direttiva 1999/74/CE, norme minime per la protezione delle galline ovaiole, il 22 maggio 2014 la Corte di Giustizia europea ha condannato l'Italia per inadempienze;

pur riconoscendo la natura perentoria e improrogabile del termine impartito, nel corso del contenzioso l'Italia ha sostenuto che "non le era stato possibile intervenire e sanzionare in tempo utile il mancato adeguamento delle aziende";

per quanto riguarda la direttiva 2008/120/CE, norme minime per la protezione dei suini, pur non avendo ancora aperto una procedura di infrazione contro l'Italia, la Commissione europea ha ritenuto di mantenere aperto un "negoziato", in forma di scambio di note e di informazioni, per monitorarne l'attuazione, come confermato dalla risposta del sottosegretario di Stato alla salute, Paolo Fadda, all'interrogazione 4-00513 del 9 luglio 2013;

la relazione annuale sui controlli effettuati per la protezione degli animali in allevamento, predisposta dal Ministero della salute, riporta che nel 2013 sono stati controllati 1.996 allevamenti suinicoli su un totale di 8.534 e che le infrazioni riscontrate sono state 776;

da ciò si evince che più di un terzo degli allevamenti suinicoli sottoposti a controllo hanno evidenziato irregolarità per quanto riguarda lo spazio disponibile, gli edifici e i locali di stabulazione, la pavimentazione, l'assenza di materiale manipolabile e la tenuta dei registri;

considerato, altresì, che:

secondo i dati di Eurobarometro, l'82 per cento dei cittadini europei ritiene che la tutela dei diritti degli animali sia un dovere, indipendentemente dai costi che potrebbe comportare;

la mozione 258 in tema di benessere animale, approvata dal Senato nel corso della seduta del 5 maggio 2015, impegna il Governo a rafforzare i controlli lungo tutta la filiera produttiva, a promuovere una cultura di impresa e di filiera connotata da una forte valorizzazione della responsabilità sociale, a promuovere la formazione del personale addetto alla cura e alla gestione degli animali e a promuovere l'adozione di un sistema di etichettatura dei prodotti che renda facilmente e univocamente chiari gli standard di benessere animale adottati lungo tutta la filiera;

ritenuto che:

è necessario garantire l'efficacia delle norme in materia di benessere degli animali negli allevamenti e promuovere ulteriori progressi, che superino la concezione dell'animale "inteso esclusivamente come mezzo per il soddisfacimento di interessi e bisogni umani", anche al fine di favorire un più ampio "vantaggio per la società nel suo complesso, compreso quello del mondo produttivo, nel rispetto della salute umana, del benessere degli animali e della sostenibilità ambientale", come sottolineato dal comitato nazionale di bioetica, nel parere del 2012 in materia di "Alimentazione umana e benessere animale";

nell'orientare le proprie scelte di consumo, i cittadini hanno il diritto di essere adeguatamente informati sugli standard di benessere degli animali osservati durante tutta la filiera produttiva,

si chiede di sapere:

quale sia la posizione del Ministro di indirizzo rispetto ai gravi fatti denunciati dalle inchieste e dai servizi televisivi citati;

quali e quante siano state dal 2008 le sanzioni comminate agli allevamenti non conformi agli standard minimi obbligatori;

per quanto riguarda i suini, quale sia la percentuale di allevamenti che in Italia non fornisce a questi animali arricchimento ambientale adeguato come prescritto dalla legge (quale la paglia) e mozza loro sistematicamente la coda;

se non ritenga opportuno valutare l'opportunità di istituire una task force che si occupi dei temi segnalati e che possa contare sul contributo delle associazioni della società civile che lavorano sul tema del benessere animale e, in particolare, sul tema del benessere degli animali negli allevamenti;

quali misure intenda adottare al fine di favorire la tracciabilità di tutta la filiera produttiva;

quali misure urgenti intenda altresì intraprendere al fine di prevenire casi, come quelli citati;

se non ritenga opportuno aumentare la programmazione minima dei controlli annuali obbligatori, considerato l'elevato numero di infrazioni riscontrate;

se non ritenga opportuno (eventualmente in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) elaborare delle linee guida che possano fornire un primo contributo per l'elaborazione di un sistema di etichettatura relativa agli standard di benessere animale utilizzati;

se non ritenga altresì necessario intraprendere, anche alla luce delle potenziali ripercussioni negative sui settori coinvolti da danni di immagine, le opportune iniziative (eventualmente in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) volte ad incentivare l'uso volontario di indicazioni sugli standard di benessere animale utilizzati nelle filiere produttive, nonché a sensibilizzare le imprese italiane sulla necessità di osservare la dovuta diligenza durante tutte le fasi di produzione.

(4-04070)