• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02176 ORELLANA, VACCIANO, BENCINI, Maurizio ROMANI, MOLINARI, MUSSINI, BIGNAMI, BOCCHINO, SIMEONI, MASTRANGELI - Ai Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02176 presentata da LUIS ALBERTO ORELLANA
giovedì 10 settembre 2015, seduta n.502

ORELLANA, VACCIANO, BENCINI, Maurizio ROMANI, MOLINARI, MUSSINI, BIGNAMI, BOCCHINO, SIMEONI, MASTRANGELI - Ai Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che, in base a quanto stabilito dall'art. 11 della Costituzione della Repubblica, l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa verso altri popoli e come strumento di risoluzione dei conflitti;

considerato che:

l'articolo 1, comma 6, della legge 9 luglio 1990, n. 185, stabilisce che: "L'esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere; b) verso Paesi la cui politica contrasti con i princìpi dell'articolo 11 della Costituzione; c) verso i Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l'embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite o dell'Unione europea (UE) o da parte dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE); d) verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell'UE o del Consiglio d'Europa; e) verso i Paesi che, ricevendo dall'Italia aiuti (...), destinino al proprio bilancio militare risorse eccedenti le esigenze di difesa del paese; verso tali Paesi è sospesa la erogazione di aiuti ai sensi della stessa legge, ad eccezione degli aiuti alle popolazioni nei casi di disastri e calamità naturali";

il successivo l'articolo 5, comma 1, prevede inoltre che: "Il Presidente del Consiglio dei ministri invia al Parlamento una relazione entro il 31 marzo di ciascun anno in ordine alle operazioni autorizzate e svolte entro il 31 dicembre dell'anno precedente, anche con riguardo alle operazioni svolte nel quadro di programmi intergovernativi o a seguito di concessione di licenza globale di progetto, di autorizzazione globale di trasferimento e di autorizzazione generale o in relazione ad esse, fermo l'obbligo governativo di riferire analiticamente alle Commissioni parlamentari circa i contenuti della relazione entro 30 giorni dalla sua trasmissione";

la decisione 2010/336/PESC del Consiglio, del 14 giugno 2010, relativa alle attività dell'Unione europea a sostegno del trattato sul commercio di armi nell'ambito della strategia europea in materia di sicurezza, mira, tra l'altro, a migliorare e a rendere sempre più trasparente la regolamentazione del commercio di armi;

giova inoltre ricordare che l'articolo 6 del testo finale dell'Arms trade treaty votato all'Assemblea generale dell'ONU 2 aprile 2013, A/CONF. 217/2013/L.3, impone numerosi limiti al commercio internazionale di armi;

tenuto conto del fatto che:

la coalizione guidata dall'Arabia saudita (con l'appoggio di altri Paesi sunniti della regione), per contrastare l'avanzata del movimento sciita "zaydita Houthi", sta bombardando lo Yemen da 5 mesi senza alcun mandato o giustificazione internazionale;

tale conflitto ha finora causato più di 4.000 morti e 20.000 feriti (di cui circa la metà tra la popolazione civile), provocando una "catastrofe umanitaria" con oltre un milione di sfollati e 21 milioni di persone che necessitano di urgenti aiuti. In tutta la penisola araba la popolazione sta subendo una grave scarsità di cibo, che mette a repentaglio la sopravvivenza dei più vulnerabili;

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international Italia, ha più volte ribadito che il conflitto in corso in Yemen si svolge nel completo disprezzo del diritto internazionale umanitario, ricordando come gli attacchi da terra degli Houti e delle milizie loro alleate e, soprattutto, gli attacchi aerei della coalizione a guida saudita, spesso indiscriminati e diretti contro centri abitati e obiettivi privi d'interesse militare, costituiscano crimini di guerra su cui è necessario che le Nazioni Unite istituiscano al più presto una commissione internazionale d'inchiesta;

come riportato nelle settimane scorse anche da diverse organizzazioni umanitarie, come l'Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di difesa e sicurezza (OPAL) di Brescia, Amnesty international Italia e la Rete italiana per il disarmo (RID), tra gli ordigni utilizzati in questo conflitto è possibile che vi siano anche delle partite prodotte in Italia;

il dottor Giorgio Beretta, analista dell'osservatorio OPAL di Brescia, ha condotto una specifica ricerca sulle recenti spedizioni dall'Italia di bombe prodotte dalla RWM Italia alla coalizione saudita, nella quale è emerso come, nonostante l'aggravarsi del conflitto, non risulta che il Governo italiano abbia sospeso l'invio di sistemi militari alla colazione saudita. Appare, per contro evidente, che, ne gli ultimi mesi, dal nostro Paese sono continuate ad essere inviate bombe e forniture militari per le forze armate dell'Arabia saudita e degli Emirati arabi uniti;

l'analisi evidenzia come ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall'Italia, come le bombe MK84 e Blu109, sono stati ritrovati in diverse città bombardate dalla coalizione saudita ed è quindi altamente probabile che la coalizione stia impiegando anche ordigni inviati dal nostro Paese;

l'ipotesi concreta che ordigni forniti dall'Italia all'Arabia saudita e utilizzati in attacchi aerei della coalizione guidata dalle forze armate di Riad causino perdite di vite umane tra la popolazione civile yemenita deve essere motivo di profonda preoccupazione e reazione da parte delle istituzioni italiane,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno dare piena attuazione a quanto disposto dalla citata legge n. 185 del 1990, imponendo il blocco immediato ed esplicito di qualsiasi ulteriore consegna di armamenti verso i Paesi coinvolti in questo conflitto;

se ritengano di avviare tempestivamente un'indagine chiarificatrice dei passaggi ed autorizzazioni che hanno permesso l'arrivo in Arabia saudita di bombe a partire dai porti italiani;

se intendano adoperarsi nelle opportune sedi internazionali, al fine di compiere e far compiere passi di distensione e di blocco dei bombardamenti.

(3-02176)