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Atto a cui si riferisce:
C.5/05396 con l'interrogazione a risposta scritta 4-05722, tuttora senza risposta, l'interrogante ha chiesto informazioni sui progetti di «chimica verde» in Basilicata; nell'aprile del 2013...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 28 luglio 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-05396

Per ciò che riguarda la prima richiesta formulata dall'onorevole interrogante circa il dossier sulla «chimica verde», il Ministero dello sviluppo ha acquisito gli elementi che seguono.
Con riferimento al dossier «Chimica Verde in Basilicata», esiste un progetto di Versalis/ENI che prevede una fase di ricerca e una fase industriale, autonome tra loro.
Fra le caratteristiche principali del Progetto, per ciò che riguarda la fase destinata alla ricerca, si segnalano:
lo sviluppo occupazionale;
il basso impatto ambientale;
la prima applicazione industriale in Europa;
il coinvolgimento delle strutture di ricerca della regione Basilicata, ENEA di Trisaia e UNIBAS;
l'alternativa alle colture tradizionali con possibile recupero di aree agricole svantaggiate.

In particolare, il progetto di ricerca prevede un'attività presso l'Università della Basilicata e presso il centro ENEA «Trisaia», la realizzazione di un impianto pilota per l'estrazione della gomma dalla pianta (cosiddetta Guayule), lo sviluppo agronomico per la coltura di circa 200 ettari del Guayule in prossimità dell'impianto stesso e l'acquisto di macchinari per la filiera agricola.
Per quanto concerne il progetto industriale, questo prevede la realizzazione di un impianto di estrazione della gomma, un impianto di valorizzazione della biomassa risultante dal processo di estrazione e una filiera agricola con circa 5.000/6.000 ettari coltivati a Guayule.
Quindi, come attestato dai progetti di ENI nella regione, crescente è l'attenzione per la chimica verde (green chemistry), un segmento fortemente innovativo, dalle elevate potenzialità di crescita e dal profilo ecosostenibile.
Sullo stesso punto, anche il Ministero dell'ambiente ha comunicato il proprio orientamento favorevole allo sviluppo di questo settore in Basilicata, in considerazione del fatto che l'ambito della chimica verde verrà, molto probabilmente, indicato dalla Commissione europea come strategico per l'adozione di nuovi modelli di economia circolare e che, pertanto, nei prossimi anni potrà svolgere un ruolo importante ai fini della creazione di posti di lavoro verdi (cd. green jobs), nonché alla riqualificazione delle competenze professionali legate a modelli di produzione tradizionali (cd. brown jobs).
Passo ora a riferire su quanto richiesto nel secondo quesito trattandosi di materia di più diretta competenza del Ministero dello sviluppo economico, per gli aspetti connessi con l'occupazione nelle attività di upstream (ricerca e produzione di idrocarburi).
I livelli occupazionali in Lucania potranno aumentare significativamente laddove verranno autorizzate le attività di ricerca e sviluppo già previste dalla regione. Sinteticamente le stesse riguardano:
l'ampliamento Val d'Agri;
lo sviluppo Tempa Rossa;
le nuove ricerche già programmate.

A questo scopo è attivo da tempo un Tavolo Stato-regione nell'ambito del quale il Governo rappresenterà l'esigenza di sviluppo economico e del conseguente increment occupazionale, così come manifestato dall'onorevole interrogante.
Riguardo al medesimo quesito dell'interrogazione, per quello che riguarda le prospettive occupazionali per i lucani nel settore degli idrocarburi, nonostante l'attività industriale connessa alle estrazioni petrolifere sia ad alto contenuto di capitale, le attività petrolifere giocano un ruolo fondamentale nello scenario occupazionale del territorio dell'Alta Val d'Agri.
Analizzando l'andamento dell'occupazione diretta e indiretta dell'attività in Val d'Agri è evidente come, a partire dalla costruzione dell'originario Centro Olio Monte Alpi nel 1996, il territorio abbia visto un trend di crescita costante che ha portato il settore a impiegare nel 2014 un numero complessivo di 3.530 persone, delle quali 1.903 risiedono in Basilicata.
Dalla quarta indagine annuale condotta dal Distretto Meridionale (d'ora in avanti anche DIME) di ENI S.p.A. in collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) sulla ricaduta occupazionale delle attività petrolifere, risulta un numero di occupati indiretti pari a 3.121 distribuiti in 125 aziende tra appaltatori e subappaltatori: di queste 36 sono lucane e 51 hanno una sede secondaria in Basilicata.
Analizzando il trend della provenienza geografica del personale indiretto impiegato per le attività del DIME, si evidenzia come il Protocollo Local Content stia dispiegando i propri effetti, avendo portato la forza lavoro impiegata residente in Basilicata da 1.000 occupati nel 2012 a 1.695 nel 2014, passando dal 47 per cento del totale impiegato al 54 per cento e diventando pertanto la quota di maggioranza.
Va rilevato che, nell'ambito delle normali rotazioni di personale del gruppo Eni, sono giunti in Val d'Agri, a gennaio 2015 e per un periodo temporaneo, circa 70 dipendenti ENI provenienti dall'area di Gela: peraltro alcuni di questi sono in attesa di partire per destinazioni estere.
Va precisato che non sono previsti ulteriori importanti trasferimenti in Basilicata di dipendenti ENI provenienti dall'area di Gela e che, pertanto, il numero di 250 riportato nell'Atto, non sembra avere riscontro.
Per ciò che riguarda più propriamente le competenze di altre Amministrazioni, il Ministero dell'istruzione, della ricerca e dell'università (MIUR) evidenzia come, negli ultimi anni, abbia dedicato attenzione agli investimenti in ricerca nella Regione Basilicata proprio nel settore interessato dall'interrogazione.
In particolare, in data 8 agosto 2013 è stato stipulato un Accordo di Programma Quadro tra MIUR e regione, denominato «Smart Basilicata» sulle seguenti materie:
Smart mobility;
Smart culture e turismo;
Renewable energy e smart grid;
Energy efficiency e low carbon technologies.

L'Accordo prevede il perseguimento, attraverso specifici progetti di ricerca, di 5 obiettivi:
Smart natura resources;
Smart energy;
Smart mobility;
Smart culture and tourism;
Smart participation.

In particolare l'obiettivo «smart energy» prevede attività riferite a:
1) tecniche innovative per la gestione delle biomasse e la loro valorizzazione ai fini energetici;
2) dimostratore DEMO SMART BIOFUEL (Val d'Agri);
3) tecniche innovative per la stima del potenziale di utilizzo di energie rinnovabili ed il monitoraggio dell'efficienza energetica.

L'accordo si è concretizzato in un unico grande progetto dal costo complessivo di 17,8 milioni di euro, a carico del Fondo di Sviluppo e Coesione (programmazione 2007/2013), presentato dal Consorzio Tern, Enel Distribuzione SPA, Università degli studi della Basilicata, CNR, ENEA.
Il MIUR si occupa delle attività di valutazione e gestione del progetto, allo stato in fase di definitiva approvazione.