• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02598 NUGNES, SANTANGELO, DONNO, CAPPELLETTI, MORONESE, PAGLINI, PUGLIA, BERTOROTTA, CASTALDI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che: nel 2009 la...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02598 presentata da PAOLA NUGNES
martedì 23 febbraio 2016, seduta n.580

NUGNES, SANTANGELO, DONNO, CAPPELLETTI, MORONESE, PAGLINI, PUGLIA, BERTOROTTA, CASTALDI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

nel 2009 la Regione Campania, nell'ambito della misura 1.1 del POR (programma operativo regionale) 2000-2006, intervento denominato "Monitoraggio sistemi di depurazione comprensoriali - rete di monitoraggio in continuo", ha approvato un finanziamento a favore dell'Agenzia regionale protezione ambientale (ARPAC) di 4.800.000 euro per la realizzazione di centraline di monitoraggio in continuo dei depuratori comprensoriali, di proprietà della Regione, tra cui gli impianti siti a Nola, Acerra (Napoli), Marcianise, Orta di Atella e Villa Literno (Caserta), che immettono le acque reflue trattate nel canale Regi Lagni. Il progetto prevedeva l'installazione su ogni impianto di 2 centraline, una all'ingresso e una all'uscita, per la misurazione in continuo di parametri indicatori di inquinamento sulle acque reflue urbane collettate all'impianto e su quelle scaricate dopo il trattamento di depurazione e l'immediata trasmissione dei risultati per via telematica;

l'ARPAC, con delibera del 7 aprile 2009 n. 172, aggiudicava l'appalto per la realizzazione dell'intervento all'Associazione temporanea di imprese costituita dalle aziende Orion Srl, CID software studio Srl, Poly project Srl, Eco studi Srl;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

nel 2011 la Regione, su sollecitazione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che nel 2010 aveva disposto il sequestro degli impianti di Marcianise, Orta di Atella e Villa Literno, avrebbe richiesto all'ARPAC di attivare le centraline e provvedere all'acquisizione dei dati per monitorare l'efficienza depurativa degli impianti;

nel gennaio 2013, il custode giudiziario degli impianti di depurazione di Marcianise, Orta di Atella e Villa Literno avrebbe rappresentato l'esigenza di assicurare la manutenzione delle centraline fino al loro collaudo, non ancora eseguito; la manutenzione sarebbe stata assicurata dall'Associazione temporanea di imprese che le aveva installate;

il commissario dell'ARPAC, con deliberazione n. 348 del 20 luglio 2015, disponeva la cessazione dell'attività di manutenzione da parte dell'Associazione temporanea di imprese dal 31 agosto 2015, in quanto la Regione Campania non avrebbe rimborsato all'ARPAC i costi di gestione sostenuti; nella stessa deliberazione viene dato mandato ad una delle aziende dell'Associazione temporanea di imprese appaltatrice di provvedere alla formazione di personale dell'ARPAC Multiservizi Srl, che avrebbe dovuto provvedere alla gestione delle centraline dopo il 31 agosto 2015; risulta, peraltro, che alla data di approvazione della delibera, il collaudo dell'appalto non era stato ancora eseguito;

considerato inoltre che:

nel corso dell'audizione del 16 settembre 2015 presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, il professor Massarotti, custode giudiziario dell'impianto, confermando di aver dovuto sollecitare per 3 anni la Regione Campania affinché le centraline entrassero in funzione, dichiarava che non era stato deciso chi dovesse gestirle e che i dati raccolti non erano mai stati utilizzati; concludeva affermando che, a situazione invariata, avrebbe dovuto informare dei fatti la Corte dei conti;

nel corso dell'audizione del giorno precedente presso la stessa Commissione, i dirigenti dell'ARPAC di Caserta dichiaravano che fino a 2 mesi prima i dati delle centraline venivano ricevuti, validati e trasmessi ad altra struttura ARPAC ma che successivamente i dati non erano più pervenuti, e che i motivi erano ignoti;

il funzionamento delle centraline e la corretta utilizzazione dei dati forniti è essenziale oltre che ad attestare il corretto utilizzo dei fondi POR da parte della Regione Campania anche per il contributo che possono fornire alle autorità pubbliche ai fini della tutela della qualità ambientale delle acque superficiali e marine. È noto, infatti, che sul tratto di costa che va dal Comune di Cuma a quello di Castel Volturno, dove ha la foce il canale dei Regi Lagni, arrivano gli scarichi di acque reflue di ben 6 depuratori regionali, che trattano complessivamente i liquami di quasi 2 milioni di abitanti, nonché di vaste aree industriali, tra la provincia di Napoli e Caserta. Il precario funzionamento di questi impianti, oggetto di diversi progetti di adeguamento funzionale ed ampliamento finora non realizzati, incide negativamente sulla qualità ambientale delle acque marine immettendo elevate quantità di inquinanti, tra cui anche azoto, fosforo, batteri, che sono anche causa della non balneabilità delle acque di lunghi tratti del litorale domizio, con pesanti implicazioni sull'economia turistica locale;

le centraline possono garantire un monitoraggio quasi in tempo reale delle acque reflue immesse nell'ambiente, consentendo alle autorità pubbliche dei controlli tempestivi e mirati, con sopralluoghi e prelievi sugli impianti, nel caso in cui i dati pervenuti per via telematica attestino criticità e superamento dei limiti fissati dalla normativa. Le centraline consentirebbero di attivare i controlli anche nelle ore notturne e nei giorni festivi, contrariamente a quanto si verifica normalmente. I dati sarebbero utili anche per gli stessi gestori degli impianti che potrebbero intervenire tempestivamente nel caso di anomalie nel funzionamento;

nel periodo balneare le centraline potrebbero essere di indispensabile supporto alle autorità per garantire i cittadini dagli improvvisi inquinamenti delle acque marine provocati da gravi avarie degli impianti di depurazione, in quanto i Comuni potrebbero emettere tempestivamente dei divieti cautelativi di balneazione, senza attendere le analisi di laboratorio che, tra prelievo ed analisi, richiedono almeno 3 giorni, durante i quali i bagnanti sono esposti alla contaminazione senza alcuna tutela,

si chiede di sapere:

se le centraline di monitoraggio siano in funzione e a chi pervengano i dati da loro rilevati;

chi abbia in gestione le centraline;

quali siano le motivazioni per cui, a diversi anni dall'installazione, non sia stato eseguito il collaudo dell'appalto di installazione delle centraline;

se, in mancanza di collaudo, il pagamento alle aziende aggiudicatarie dell'appalto sia stato effettuato in violazione di norme;

se il Ministro in indirizzo ritenga che, al pari di quanto avviene per il monitoraggio dell'inquinamento atmosferico, i dati delle centraline debbano essere pubblici e quindi resi fruibili dai cittadini.

(3-02598)