• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00678 Rita GHEDINI, BERNINI, GAMBARO, Luigi MARINO, BERTUZZI, LO GIUDICE, PIGNEDOLI, PUGLISI, SANGALLI, VALENTINI - Ai Ministri dell'interno, della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00678 presentata da RITA GHEDINI
martedì 28 gennaio 2014, seduta n.176

Rita GHEDINI, BERNINI, GAMBARO, Luigi MARINO, BERTUZZI, LO GIUDICE, PIGNEDOLI, PUGLISI, SANGALLI, VALENTINI - Ai Ministri dell'interno, della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:

Granarolo, azienda leader nella filiera del latte in Italia, si avvale per alcune attività logistiche e di trasporto della cooperativa Ctl che opera nel settore della movimentazione prodotti alimentari freschi, la quale ha la proprietà e la gestione della piattaforma logistica di Bologna (sita a Cadriano nel Comune di Granarolo dell'Emilia) e, a sua volta, affida una parte dell'attività di facchinaggio ad imprese del settore fra cui il consorzio cooperativo Sgb;

nel dicembre 2012, le 3 cooperative affiliate al Consorzio Sgb dichiarano lo "stato di crisi" e, nell'ambito del piano per farvi fronte, deliberano una riduzione delle retribuzioni pari a circa il 35 per cento della busta paga;

contro l'iniziativa di Sgb si apre una vertenza sostenuta da Sicobas e il 22 marzo 2013 si tiene uno sciopero generale del settore e, già in quel periodo, i soci lavoratori del consorzio Sgb, sono sostenuti da Sicobas;

il 4 aprile 2013 Sicobas firma un accordo con Sgb, in base al quale si prevede la verifica e la riapprovazione del piano di crisi da parte dei soci lavoratori, nonché la definizione di alcuni elementi di applicazione del relativo Contratto collettivo nazionale di lavoro;

appena pochi giorni dopo, però, Sicobas ritiene di non rispettare l'accordo e inizia così una serie di blocchi non preannunciati dei cancelli di Ctl e Granarolo. Poiché il consorzio Sgb è attivo anche all'interporto di Bologna, nei magazzini di Cogefrin, in alcune occasioni viene bloccata l'attività di Cogefrin;

da subito, Granarolo sottolinea la propria estraneità alla vicenda, facendo presente come l'azienda paghi regolarmente Ctl che, a sua volta, paga regolarmente Sgb; e come nella piattaforma di Bologna non ci sia stato alcun calo dell'attività e dell'occupazione, talché lo stato di crisi di Sgb non è da addebitarsi al cantiere in questione;

il 29 e 30 aprile, nonché il 15 maggio 2013, si attuano ancora giornate di sciopero promosse dai Sicobas alle quali aderisce una parte (minoritaria) dei lavoratori della piattaforma Ctl, ma che per le modalità con cui vengono attuate (blocco fisico degli automezzi in entrata e uscita dalla piattaforma) per diverse ore, causano ingenti danni economici alle aziende coinvolte e disservizi notevoli alla clientela;

in conseguenza di tali attività, tra la fine di maggio e l'inizio di giugno 2013, le cooperative di Sgb, dopo i necessari richiami disciplinari, procedono ad azioni disciplinari verso i lavoratori che in modo illegale avevano attuato i citati blocchi: tra questi, provvedimenti di licenziamento interessano 51 lavoratori di Sgb (14 impiegati nei servizi a Cogefrin e 37 nei servizi a Ctl);

ne consegue un braccio di ferro tra lavoratori e Sgb, che coinvolge Ctl e Cogefrin; estensivamente, sono coinvolte anche le stesse Granarolo e Legacoop;

nel periodo successivo si moltiplicano iniziative coordinate dal Sicobas: una manifestazione a Bologna il 1° giugno; blocchi ai cancelli della Granarolo il 25 dello stesso mese; un boicottaggio nazionale in corrispondenza con la manifestazione davanti ai cancelli Granarolo il 2 giugno e poi ancora un altro sciopero generale della logistica il 5 luglio e azioni di boicottaggio il 13 luglio 2013;

l'estensione delle proteste e dei blocchi dalla piattaforma di Ctl alla sede della Granarolo (distante poche centinaia di metri), ha come conseguenza che, in più occasioni, venga bloccato anche l'accesso allo stabilimento produttivo delle cisterne di latte crudo diretto alla produzione di latte pastorizzato e formaggi, con gli ulteriori danni derivanti dalla distruzione della materia prima o dai costi di dirottamento verso stabilimenti remoti (per le caratteristiche del prodotto il ciclo di trasformazione deve concludersi in poche ore dopo la raccolta);

in tale situazione di continui blocchi, Ctl, a metà del mese di giugno, revoca l'appalto con Sgb e costituisce una nuova società (Happylog Srl) presso la quale assume tutti i lavoratori impegnati nel proprio magazzino di via Cadriano, dipendenti da cooperative del consorzio Sgb, garantendo loro il trattamento retributivo e contributivo pieno derivante dall'applicazione del CCNL del settore trasporti e logistica;

tale circostanza non modifica però l'atteggiamento di Sicobas, che continua a chiedere la reintegra dei 51 lavoratori oggetto di provvedimenti da parte delle cooperative aderenti al consorzio Sgb: in sostanza, Sicobas non tiene conto del fatto che la suddetta reintegra è comunque divenuta impossibile, in quanto Sgb ha nel frattempo perduto l'appalto da parte di Ctl;

nel frattempo la Commissione di garanzia sull'attuazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, interpellata dalla Prefettura di Bologna, si pronuncia chiaramente sull'inclusione dei rifornimenti alimentari alla comunità (scuole, ospedali, istituti di assistenza, grande distribuzione) nell'ambito di tali servizi, attribuendo anche alle attività ad esse funzionali, come l'autotrasporto e la movimentazione delle merci, le esigenze di tutela della legge n. 146 del 1990 (congruo preavviso, garanzia delle prestazioni indispensabili, eccetera);

considerato che:

Prefettura e Questura sono sempre state tempestivamente aggiornate sulla situazione e a metà giugno 2013 il Prefetto attiva un tavolo di crisi convocando le organizzazioni sindacali confederali, Legacoop, Ctl, Zero Quattro, Cogefrin, Sgb e, in separata sede, Sicobas;

il 17 luglio 2013 il Prefetto propone alle parti, che accettano, la condivisione di un percorso che prevede: sospensione delle agitazioni; riassunzione dei lavoratori nelle cooperative del consorzio Sgb con pagamento di circa una mensilità; cassa integrazione in deroga da luglio 2013 (con possibilità di rinnovo) e impegni alla individuazione di ulteriori opportunità di occupazione per 23 lavoratori (con scadenze diverse) entro il 31 ottobre 2013;

il 18 e 29 ottobre 2013, prima della scadenza del termine previsto dall'accordo, Sicobas blocca i cancelli di Ctl, contestando il mancato rispetto della scadenza del 31 ottobre (non sfugge la stravaganza di una inadempienza dichiarata prima della data prevista);

il Prefetto provvede ad una ulteriore convocazione del tavolo di crisi in data 6 novembre 2013 e ivi si raggiunge un'intesa: sospensione delle agitazioni e prosecuzione della ricerca di occupazione per 14 lavoratori entro il 5 gennaio 2014;

nonostante il percorso tracciato dal tavolo di crisi sia in attuazione, con la riassunzione dei lavoratori, il riconoscimento della cassa integrazione guadagni in deroga a tutti e anche la ricollocazione di 9 lavoratori presso altre aziende, si registrano uno sciopero il 22 novembre 2013 e una manifestazione il giorno seguente, altri blocchi e picchetti di fronte ai cancelli dei due stabilimenti Ctl e Granarolo, a Cadriano, un corteo che ha raggiunto la sede della Legacoop, iniziative di boicottaggio ripetute che hanno avuto luogo per lo più nelle sedi di super o ipermercati Coop ovvero mense universitarie della città di Bologna, dove, oltre alla diffusione di volantini, i prodotti a marchio Granarolo sono stati "sanzionati" con adesivi di stampo propagandistico, anche prelevandoli direttamente dai carrelli dei consumatori che li avevano scelti;

da ultimo, in data 23 e 24 gennaio 2014, Sicobas proclama l'ennesima giornata di sciopero degli addetti della logistica di tutta la provincia di Bologna, "in solidarietà ai facchini licenziati" dal consorzio Sgb, e la mobilitazione davanti ai magazzini di Granarolo e Ctl termina con l'intervento delle Forze dell'ordine che procedono al fermo di due manifestanti (salgono così a 283 le denunce accumulate tra maggio 2013 e oggi a seguito dei menzionati blocchi);

il sindacato Sicobas fa quindi sapere che prossimamente sarà indetto uno sciopero nazionale del settore, nonché una giornata di boicottaggio internazionale contro Granarolo; mentre in data 25 gennaio, Anonymous Italy rivendica di aver fatto cadere il server di Granarolo;

rilevato che:

Granarolo è un'azienda complessa, che rappresenta la filiera del latte in Italia e coinvolge oltre 2100 dipendenti, 1000 allevatori, 60000 vacche, 20000 quintali di latte al giorno, 40 cisterne che raccolgono il latte alla stalla, 1000 camioncini che lo consegnano ai negozi di tutta Italia, 8 stabilimenti in Italia e 2 all'estero. L'indotto comporta centinaia di fornitori di prodotti e servizi e la fornitura quotidiana di 15 milioni di famiglie italiane: ciò si traduce nella responsabilità del reddito di circa 10.000 famiglie di lavoratori;

a seguito delle vicende che hanno interessato i facchini dipendenti dal consorzio Sgb, dunque, Granarolo, attraverso Ctl e altre aziende del sistema cooperativo, ha supportato il riassorbimento di circa 70 lavoratori;

stante ciò, altri facchini, precedentemente licenziati dalla Sgb, di fronte all'impossibilità di ricevere lo stesso trattamento, hanno dato il via a blocchi e scontri con camionisti e forze dell'ordine;

negli ultimi 10 mesi, dunque, Granarolo ha subito innumerevoli blocchi di mezzi e persone. In particolare, il fermo delle consegne dal mattino, causato dai picchetti, ha prodotto un danno che si stima circa pari a 200.000/300.000 euro ogni quattro ore. Parallelamente, Granarolo è anche al centro di una diffusa campagna di boicottaggio, con attività di subvertising e irruzione nei supermercati, che si è riprodotta in molte città, colpendo così pure nell'immagine di questa azienda;

Granarolo è certamente fra le aziende che hanno contribuito a contenere la crisi produttiva ed occupazionale sul territorio nazionale e il sistema cooperativo complessivamente inteso, e rimane uno dei soggetti imprenditoriali maggiormente vocati a contrastare la perdita di posti di lavoro. Conseguentemente, è evidente che il danno che subisce Granarolo si ripercuote sull'intero sistema Paese;

secondo Cgil-Filt di Bologna, i blocchi dei facchini ai cancelli di Ctl e Granarolo stanno causando "un drastico calo della produzione e il lavoro comincia a scarseggiare". Si teme pertanto che la produzione venga spostata su altri stabilimenti per evitare il rischio di perdere quintali e quintali di merce;

anche CISL Emilia-Romagna ha precisato che "Non si può pensare che imprese importanti come la Granarolo possano essere bloccate in termini di funzionalità'';

considerato altresì che:

quello che sta accadendo ormai da quasi un anno intorno a Granarolo si intreccia con altri casi che hanno interessato il settore della logistica: iniziate nel 2008, contro la Bennet di Origgio, le rivendicazioni contrattuali e lavorative dei "facchini" si snodano come un filo rosso che è passato per i centri della grande distribuzione organizzata di Brembate, Basiano, Pioltello, Piacenza;

di fatto, dunque, da qualche tempo, il Sicobas è entrato nel settore della logistica in Lombardia, nel Lazio, in Campania, oltreché, da ultimo, in Emilia-Romagna (per collocazione geografica snodo importante del traffico merci): si pensi alle vertenze Ikea, Coop Adriatica, Tnt, Bartolini. In questo senso, la vertenza di Cadriano (BO), al di là del singolo episodio e del ruolo dei centri sociali, segnala come tutto il fronte del lavoro nella movimentazione merci e facchinaggio sia sotto stress;

nel frattempo, Amazon ha aperto il suo centro italiano di logistica a Piacenza e la stessa città ospita anche le piattaforme di Ikea e Whirlpool, mentre il maggior operatore di commercio elettronico italiano, Yoox, ha la sede a Bologna;

il settore della movimentazione delle merci è interessato da anni da fenomeni di dumping contrattuale ad opera di soggetti imprenditoriali, fra cui le cosiddette cooperative spurie, che praticano con facilità il reclutamento della manodopera in presenza di un'offerta di manodopera sovrabbondante, soprattutto in periodo di crisi occupazionale, rispetto alla domanda, messa a disposizione spesso da lavoratori stranieri, a volte poco consapevoli dei propri diritti, delle regole del lavoro e degli obblighi di legge;

il settore inoltre non risulta immune a fenomeni di caporalato;

esso costituisce pertanto, come molte aree produttive labour intensive, ambito di grande attenzione sia per la rilevanza strategica per tutti i settori produttivi ad alta intensità di movimentazione delle merci (agroalimentare, grande distribuzione organizzata, moda, eccetera), sia per la complessità dei fenomeni sociali che da esso possono derivare;

a Bologna ha preso corpo uno stretto rapporto tra lavoratori Sicobas e centri sociali: protagonisti importanti praticamente di tutti i blocchi citati e delle azioni di boicottaggio, infatti, insieme a Sicobas, sono stati anche attivisti di Adl Cobas e dei centri sociali Crash e Hobo;

in merito ai centri sociali va rilevato come i siti web dei centri stessi siano pieni di affermazioni gravi, riferite ai dirigenti di Legacoop, Granarolo e Ctl;

rilevato altresì che:

la Commissione di garanzia sullo sciopero ha stabilito che latte e derivati sono da considerarsi beni di prima necessità: di conseguenza, bloccarne la movimentazione, la circolazione e il trasporto significa interrompere un servizio pubblico essenziale, con conseguente applicazione delle procedure previste dai codici di autoregolamentazione e dalla legge 12 giugno 1990, n. 146;

al fine di ripristinare una situazione di legalità e cercare un proficuo e costruttivo confronto, il Prefetto ha convocato Sicobas per mercoledì 29 gennaio 2014;

l'obiettivo è ripristinare quanto prima l'ordinaria attività della Granarolo e il rispetto delle regole democratiche, nonché garantire, per quanto possibile, l'occupazione,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali siano le loro valutazioni in merito alla situazione;

se e come intendano procedere, attraverso le strutture preposte dei propri Dicasteri, al fine di assicurare la necessaria e adeguata tutela delle imprese e dei lavoratori coinvolti e, in particolare, garantire l'operatività delle sedi di produzione, la libertà di movimento e le inderogabili garanzie di sicurezza per le imprese, i lavoratori e i cittadini coinvolti;

se e con quali misure intendano affrontare il fenomeno del dumping contrattuale, messo in atto da soggetti che abusano della forma cooperativa (cosiddette cooperative spurie), violando gli accordi contrattuali di lavoro e le norme in materia di lavoro, e abusando delle norme fiscali di settore, con gravi conseguenze per la tutela dei lavoratori e pregiudizio per la competitività delle imprese.

(3-00678)