• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/15833    il 5 novembre 2016, Pavia è stata «militarizzata» per un corteo organizzato da un'associazione che si ispira al fascismo che avrebbe dovuto attraversare la città, con il pretesto di...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15833presentato daMAESTRI Andreatesto diMartedì 7 marzo 2017, seduta n. 754

   ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE, PASTORINO e MATARRELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il 5 novembre 2016, Pavia è stata «militarizzata» per un corteo organizzato da un'associazione che si ispira al fascismo che avrebbe dovuto attraversare la città, con il pretesto di celebrare l'anniversario della morte di un militante fascista degli anni ’70, Emanuele Zilli, rimasto ucciso in un incidente stradale, ma celebrato sui social di estrema destra come un «martire fascista» nel cui nome viene portata avanti la lotta. L'evento è stato organizzato dall'associazione culturale Recordari, che riunisce diverse sigle di estrema destra, e ha visto la partecipazione di oltre 250 persone provenienti da tutto il nord Italia;
   la Questura ha autorizzato il corteo a partire dalla piazza del Municipio; da qui, proseguendo in assetto militare per il cuore di Pavia, il corteo ha continuato a passo di «marcia» sul Ponte Coperto sul Ticino, mostrando striscioni con scritte «Emanuele presente» e croci celtiche, alzando il saluto romano a ogni grido di incitamento «alla memoria del camerata Zilli» e a «Presente !». È giunto, infine, nei pressi di piazzale Ghinaglia, luogo simbolo per la Resistenza pavese, da cui ogni anno parte il corteo per la Festa della Liberazione del 25 aprile;
   la Rete antifascista Pavia, composta da Anpi, Arci, partiti e associazioni antifasciste, nella medesima giornata, a piazzale Ghinaglia, aveva convocato un presidio pacifico per rimarcare i valori della resistenza e dell'antifascismo, ma le forze dell'ordine hanno loro impedito l'accesso: il presidio è stato costretto a fermarsi esattamente sulla strada percorsa dal corteo di estrema destra;
   conseguentemente, le forze dell'ordine hanno creato uno sbarramento fisico tra il presidio antifascista e il percorso del corteo fascista, deviandone quindi il percorso e, dopo aver accerchiato il presidio con un cordone umano e creato uno sbarramento di camionette impossibile da superare, hanno cominciato a manganellarli apparentemente senza alcuna motivazione;
   nonostante a quanto consta agli interroganti non vi sia stato alcun atteggiamento di contrasto da parte dei manifestanti, il presidio è stato caricato più volte, provocando il ferimento di alcuni cittadini, due dei quali sono stati trasportati in ospedale con ferite piuttosto serie;
   la stessa notte, un nutrito gruppo di nazi-fascisti si è recato presso il circolo Arci di Radio Aut minacciando i manifestanti che erano lì per medicarsi e stare insieme dopo i gravi fatti della serata; in questo caso la polizia che, a detta degli interroganti, avrebbe dovuto prevedere una pattuglia di sorveglianza per proteggere il circolo dopo i disordini avvenuti durante la giornata, è intervenuta tardivamente allontanando la minaccia;
   a fine dicembre si è appreso che 50 partecipanti del presidio antifascista sono stati denunciati con accuse che comportano pene fino a 35 anni di carcere. Agli indagati, tra i quali il presidente dell'Anpi, sono state contestate ipotesi di reato quali: manifestazione non autorizzata in relazione alla violazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale (aggravata dalla presenza di più di dieci persone radunate), fino all'istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e a un corpo amministrativo, politico o giudiziario dello Stato, istigazione a disobbedire alle leggi e inosservanza dei provvedimenti dell'autorità;
   il 16 dicembre 2016, prima che dell'avvio dell'indagine si avesse una qualunque forma di notizia (individuale o sulla stampa), essa veniva già citata su Facebook da un ex coordinatore di Forza nuova;
   oltre ad offendere l'onestà e l'indole pacifista di cittadine e cittadini che hanno subito per gli interroganti ingiustificate violenze da parte delle forze di polizia, questo grave fatto si aggiunge a quella che appare agli interroganti come l'inopportuna autorizzazione data dalla questura al corteo di matrice fascista; si è trattato infatti di un corteo che per gli interroganti ha promosso l'apologia del fascismo, che è considerato un reato, sulla base di quanto disposto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente «Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione») –:
   se il Governo sia a conoscenza dei gravi fatti illustrati in premessa e se, nei limiti delle sue competenze, intenda fare chiarezza sugli eventi avvenuti a Pavia il 5 novembre 2016, sulle autorizzazioni rilasciate e sulle responsabilità delle forze di polizia per gli atti di violenza descritti;
   se non ritenga urgente assumere iniziative, anche normative, volte a rafforzare il sistema di prevenzione e sanzione con riguardo ad atti ed eventi riconducibili all'apologia del fascismo, che costituisce una chiara e incontestabile violazione della Costituzione e delle leggi dello Stato.
   (4-15833)