• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02070 DONNO, GAETTI, MOLINARI, MONTEVECCHI, CAPPELLETTI, LEZZI, BUCCARELLA, NUGNES, SIMEONI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute - Premesso che:...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02070 presentata da DANIELA DONNO
martedì 15 aprile 2014, seduta n.230

DONNO, GAETTI, MOLINARI, MONTEVECCHI, CAPPELLETTI, LEZZI, BUCCARELLA, NUGNES, SIMEONI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute - Premesso che:

nel 2004 l'Acquedotto Pugliese SpA predisponeva un progetto preliminare inserito nell'"Accordo di programma quadro per la tutela delle acque e gestione integrata delle risorse idriche" di realizzazione di un nuovo impianto di depurazione a servizio degli abitanti di Sava, Manduria e delle marine di Manduria (Taranto);

a seguito dell'analisi delle alternative riguardanti l'ubicazione dell'impianto di depurazione, gli enti coinvolti stabilivano che il sito dovesse essere posto in prossimità delle marine di Manduria;

con decreto n. 210/CD/A del 19 dicembre 2005, il commissario delegato per l'emergenza ambientale finanziava la costruzione dell'impianto per un importo di 11.360.000 euro, rinviando "l'assunzione di determinazioni in ordine all'importo necessario a finanziare la realizzazione della condotta sottomarina all'adozione del successivo provvedimento", prevedendo lo scarico del nuovo impianto in battigia;

l'Acquedotto Pugliese SpA predisponeva, con prot. n. 2802 del 30 maggio 2006, un ulteriore progetto preliminare di realizzazione di un nuovo impianto di depurazione avente la previsione dello scarico in battigia;

stante l'importanza dell'opera, l'elevata mole di pareri e autorizzazioni da acquisire nonché le implicazioni paesaggistiche, ambientali e archeologiche, veniva indetta una Conferenza dei servizi, poi sospesa con esito negativo a causa del parere contrario del Comune di Manduria alla realizzazione del progetto;

con nota 2830 del 9 luglio 2007, il commissario delegato per l'emergenza ambientale in Puglia nel prendere atto degli esiti della Conferenza dei servizi, invitava l'Acquedotto Pugliese SpA a procedere comunque alla redazione del successivo livello di progettazione;

con determina dirigenziale n. 232 del 26 maggio 2009 il commissario approvava il progetto dell'opera con valore di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità e di variante urbanistica;

nonostante numerosi atti presentati dalle amministrazioni locali limitrofe e da taluni cittadini, con deliberazione n. 1236 del 12 giugno 2012, la Giunta regionale pugliese confermava formalmente la volontà di realizzare l'impianto e l'intera rete di distribuzione;

considerato che, a giudizio degli interroganti:

la realizzazione dello scarico a mare dei reflui per il tramite di condotta sottomarina determinerebbe gravi danni all'ecosistema marino e alla risorsa naturale costiera in aperto contrasto con l'art. 73 del codice dell'ambiente di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006;

il depuratore consortile, così come attualmente previsto, si porrebbe altresì in contrasto con l'art. 106, il quale stabilisce: "le acque reflue urbane (…), che scaricano in acque recipienti individuate quali aree sensibili, devono essere sottoposte ad un trattamento più spinto";

l'area in cui dovrebbe sorgere il depuratore è stata dichiarata area naturale protetta dalla legge regionale n. 24 del 2002, nonché il tratto di terre e di mare prospiciente è stato individuato quale "zona SIC" (sito d'interesse comunitario) con decreto del Ministero dell'ambiente del 7 marzo 2012. Pertanto, l'allocazione dell'impianto di depurazione in tali zone risulterebbe certamente inidonea alla tutela delle stesse e contraria alle normative richiamate;

considerato inoltre che:

si sono susseguiti numerosi incontri con le autorità e gli uffici regionali preposti alla gestione della problematica;

in data 11 aprile 2012 il comitato cittadino di Manduria "Noscaricoamare" incontrava presso la Regione il presidente della Commissione regionale Ambiente, l'assessore per i lavori pubblici e il dirigente del Settore tutela delle acque. In tale occasione, il comitato presentava una proposta alternativa al progetto regionale del costruendo depuratore consortile;

tale proposta prevede l'utilizzo di pozzi sperdenti in zona non satura quale recapito finale dei reflui, insieme agli altri interventi di riutilizzo dei reflui del depuratore quali il "riuso in agricoltura" e lo "stoccaggio per irrigazione di soccorso", previsti nello stesso piano di tutela delle acque, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 230 del 20 ottobre 2009, e per di più ribaditi nella stessa delibera regionale n. 1236 del 12 giugno 2012;

la relazione tecnica è stata oggetto di riscontro da parte del Servizio tutela delle acque della Regione, con nota protocollo n. AOO_075-0003586 del 2 agosto 2012, in cui non sono state fatte particolari obiezioni, fatta salva l'ovvia necessità di individuare preventivamente un comprensorio idrico e predisporre la rete di distribuzione tramite protocollo d'intesa;

la proposta alternativa presenta indiscutibili vantaggi ambientali quali la riduzione degli effetti della contaminazione salina in atto lungo la fascia del litorale jonico, l'assenza di scarico di reflui nel mare data da un completo riutilizzo dei reflui, nonché la tutela dell'economia agricola e turistica;

considerato, infine che:

a parere degli interroganti non vi è chiarezza normativa su quale sia l'organo amministrativo legittimato al rilascio della deroga che consenta, ex art. 103 del codice dell'ambiente, lo scarico negli strati superficiali del sottosuolo;

la tutela della salute, annessa e conseguente a tale problematica, costituisce ex art. 117 della Costituzione materia di legislazione concorrente con potestà legislativa spettante alle Regioni e comprensiva di poteri autorizzativi in deroga alla legislazione nazionale,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;

quale sia il soggetto giuridico potenzialmente legittimato alla concessione della deroga prevista nell'art. 103 del decreto legislativo n. 152 del 2006;

se, nell'ambito delle rispettive competenze, non ritengano opportuno sollecitare la Regione Puglia, di concerto con i Comuni di Manduria, Avetrana, Sava e Maruggio, a individuare soluzioni tecniche condivisibili che tutelino l'ambiente, l'ecosistema e che rispettino il dettato normativo del codice dell'ambiente;

se, nell'ambito delle proprie competenze, non ritengano opportuno attivare politiche ambientali atte al contrasto dell'intrusione marina e della costante desertificazione dei territori interessati, scongiurando il rischio concreto della compromissione dell'equilibrio ambientale.

(4-02070)