• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/05338 il comma 2 dell'articolo 74 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, introdotto grazie ad un emendamento presentato dal deputato del Gruppo parlamentare «Lega Nord e Autonomie» Davide Carlo...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05338presentato daNUTI Riccardotesto diMartedì 1 luglio 2014, seduta n. 254

NUTI e DE LORENZIS. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
il comma 2 dell'articolo 74 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, introdotto grazie ad un emendamento presentato dal deputato del Gruppo parlamentare «Lega Nord e Autonomie» Davide Carlo Caparini, stabiliva che «i soggetti titolari di concessione radiofonica comunitaria in ambito nazionale sono autorizzati ad attivare nuovi impianti (...) sino al raggiungimento della copertura di cui all'articolo 3, comma 5, della legge 31 luglio 1997, n. 249. Decorsi novanta giorni dalla comunicazione di attivazione degli impianti al Ministero delle comunicazioni ed in mancanza di segnalazioni di interferenze, la frequenza utilizzata si intende autorizzata»;
i soggetti titolari di concessione radiofonica comunitaria esistenti in Italia sono esclusivamente due: Radio Padania Libera e Radio Maria;
ad avviso degli interroganti, la citata previsione normativa costituirebbe un ingiusto e smisurato favore nei confronti di due emittenti radiofoniche politicamente e culturalmente schierate, di cui una, Radio Padania Libera, costituisce emittente radiofonica di un partito politico, che, tra l'altro, sempre ad avviso degli interroganti, è solita dar voce ad opinioni xenofobe, razziste, omofobe e contrarie all'unità nazionale, così come sancita dalla Costituzione;
inoltre, costituirebbe un provvedimento di assoluto sfavore nei confronti delle numerose emittenti radiofoniche locali, il cui numero negli ultimi anni è drasticamente diminuito, anche a causa delle evidenti difficoltà economiche;
la norma richiamata in premessa, ha consentito a Radio Padania Libera e a Radio Maria di acquisire gratuitamente un elevato numero di frequenze, garantendo un aumento considerevole del proprio patrimonio, senza alcun costo;
in molti casi le frequenze radiofoniche così acquisite sono state cedute a titolo oneroso ad altre emittenti radiofoniche commerciali ovvero in cambio di frequenze di altre aree, in alcuni casi con una differenza di valore che ha consentito comunque di ottenere plusvalenze, anche ingenti;
nello specifico, Radio Maria ha, tra l'altro, ceduto a titolo oneroso, per un corrispettivo di circa 10 milioni di euro, frequenze radiofoniche relative all'area di Milano, a Radio 2, emittente radiofonica pubblica;
Radio Padania Libera, invece, ad avviso degli interroganti, potrebbe non avere la necessità di avere una copertura radio sull'intero territorio nazionale, come si evince dal programma politico del suo partito politico di riferimento, nonché dal pubblico a cui è esplicitamente rivolto o dal nome stesso della Radio, oltre al fatto che spesso i suoi Programmi radiofonici ospitano commenti denigratori nei confronti dei cittadini italiani provenienti dalle regioni meridionali, così come verso persone omosessuali o straniere, e per questo non si comprende il significato della norma in questione, vale a dire favorire una copertura radiofonica nazionale;
la conferma viene anche dal fatto che Radio Padania Libera ha provveduto, sin dall'entrata in vigore della norma, ad occupare frequenze radio su tutto il territorio nazionale, solitamente non trasmettendo ovvero limitandosi a trasmettere i propri programmi per i primi 90 giorni, vale a dire la durata minima richiesta dalla legge affinché la frequenza possa essere acquisita, per poi cedere le frequenze radiofoniche a titolo oneroso ovvero permutandole in cambio di altre frequenze presenti nelle zone settentrionali del Paese;
in altre, parole, dunque, provvedendo ad acquisire frequenze radiofoniche in tutta Italia per poi rivenderle o permutarle in cambio di frequenze nell'Italia settentrionale, Radio Padania Libera non otterrà mai la copertura radiofonica di cui all'articolo 3, comma 5, della legge 31 luglio 1997, n. 249, e potrà perennemente acquisire frequenze non utilizzate, al solo fine di ottenere guadagni con la vendita o la permuta delle stesse;
si ricorda, inoltre, che la disposizione di cui al comma 2, articolo 74, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, non è la sola norma emanata in favore delle emittenti radiofoniche comunitarie, Radio Maria e Radio Padania, a giudizio degli interroganti in aperto contrasto con la stringente normativa vigente per le emittenti radiofoniche commerciali: in particolare, si ricordano il comma 190, articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e il comma 213, articolo 1, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, introdotto grazie ad un emendamento presentato sempre dal deputato Davide Carlo Caparini, che garantiscono un contributo annuale di almeno 1 milione di euro in favore delle radio comunitarie, a valere sui contributi di cui all'articolo 52, comma 18, della legge 28 dicembre 2001, n. 448;
a seguito di un breve calcolo da parte degli interroganti, le due norme appena richiamate hanno garantito fondi pubblici a Radio Padania libera per almeno 5 milioni di euro;
i fondi di cui sopra non sarebbero gli unici che gli organi del Partito «Lega Nord» riceve: il quotidiano La Padania, infatti, riceve annualmente ingenti fondi dal dipartimento per l'informazione e l'editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, che dal 2003 al 2012 sono stati più di 36 milioni di euro;
la redditività delle operazioni descritte è facilmente attestabile anche dal patrimonio di Radio Padania Libera, accresciuti di quasi 300 frequenze radiofoniche, e dal fatturato, passato da poco più di 100 mila euro nel 2006 ai quasi 2 milioni di euro nel 2008, nonostante in qualità di radio comunitaria non possa, per legge, trasmettere pubblicità per più di 3 minuti ogni ora;
risulta agli interroganti, così come riportato da alcuni articoli di stampa e da fonte CERVED, che svariate decine di operazioni di permuta e compravendita di frequenze radio da parte di Radio Padania Libera sono avvenute con RTL 102.5 e Radio 101, la prima riconducibile a Lorenzo Suraci e la seconda di proprietà del gruppo Mondadori, riconducibile a Silvio Berlusconi;
in particolare si evidenzia come Radio Padania Libera abbia una partecipazione del 33,33 per cento nella società Eurodab Italia s.r.l., il cui amministratore unico è Lorenzo Suraci, mentre si ricorda che il partito «Lega Nord» è stato parte delle varie coalizioni guidate da Silvio Berlusconi, di cui è stato anche alleato di governo;
tra l'altro, come riportato da articoli di stampa, il trattamento di favore da parte delle sopra citate emittenti radiofoniche commerciali non si limiterebbe a permute e compravendite: nell'ottobre del 2010, infatti, Radio Padania Libera occupò la frequenza radio 89.700 MHz nella zona del Salento, su cui già trasmetteva RTL 102.5 la quale decise però non di denunciare il fatto entro i 90 giorni stabiliti dal comma 2, articolo 74 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, lasciando quindi che Radio Padania Libera acquisisse gratuitamente una frequenza propria;
in data 14 aprile 2014, l'Avvocatura generale dello Stato, ha emesso un parere relativo alla potestà del Ministero dello sviluppo economico di inibire l'esercizio dei nuovi impianti di radiodiffusione sonora, attivati ai sensi del comma 2, articolo 74, legge 28 dicembre 2001, n. 448, e successivamente ceduti a soggetti autorizzati all'esercizio dell'attività: con tale parere, in sintesi, si invita il Ministero dello sviluppo economico a disattivare tutti gli impianti acquisiti ai sensi del comma 2, articolo 74, legge 28 dicembre 2001, n. 448, e successivamente trasferiti –:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se non intenda adottare tutti le iniziative, anche normative, al fine di eliminare, alla luce delle gravi e perduranti distorsioni del sistema radiofonico italiano esposte in premessa, il trattamento di favore garantito alle radio comunitarie assicurato dal comma 2, articolo 74, legge 28 dicembre 2001, n. 448, nonché dal comma 190, articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e dal comma 213, articolo 1, della legge 30 dicembre 2004, n. 311;
se abbia già provveduto, e, in tal caso, con quali risultati, a dar seguito al parere formulato in data 14 aprile 2014 dall'avvocatura dello Stato, richiamato in premessa;
se intenda rivalersi nei confronti di Radio Padania Libera, per le modalità illegittime, secondo quanto si evince dal parere dell'avvocatura dello Stato, con le quali si è avvalsa delle agevolazioni di cui al comma 2, articolo 74, legge 28 dicembre 2001, n. 448;
se intenda assumere iniziative per eliminare i contributi pubblici erogati da parte del dipartimento per l'informazione e l'editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ovvero, se non intenda almeno ridurre i contributi in favore del quotidiano La Padania, in ragione degli ingenti fondi e dell'evidente trattamento di favore garantito a Radio Padania Libera, altro organo ufficiale del partito Lega Nord. (4-05338)