• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/07508 secondo fonti stampa il 24 luglio 2013, è stato firmato il protocollo d'intesa per il completamento del piano strategico dell’hub portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta e del sistema di...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07508presentato daDELL'ORCO Micheletesto diMartedì 13 gennaio 2015, seduta n. 361

DELL'ORCO, DI BATTISTA e DE LORENZIS. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
secondo fonti stampa il 24 luglio 2013, è stato firmato il protocollo d'intesa per il completamento del piano strategico dell’hub portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta e del sistema di rete e della logistica, promosso dall'autorità portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. All'intesa avrebbero aderito la Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero per la coesione territoriale, Ministero dello sviluppo economico, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero dei beni e delle attività culturali, regione Lazio, provincia di Roma, provincia di Viterbo, comune di Roma, comune di Viterbo, comune di Civitavecchia, comune di Fiumicino, comune di Tarquinia, autorità portuale di Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta, RFI spa, SNAM spa, ANAS, ARDIS, Fincantieri spa, consorzio Oasi di Porto, fondazione Portus onlus;
il suddetto documento non risulta essere disponibile in rete ma, stando sempre alle fonti stampa, prevederebbe anche la realizzazione del primo lotto del progetto del nuovo porto commerciale di Fiumicino, da destinare ad attracco per unità da crociera e ro-ro e a darsena pescherecci, nonché la realizzazione dei nuovi collegamenti stradali con Roma, oltre alle complanari di penetrazione dell'autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino; la realizzazione del nuovo Ponte 2 Giugno; realizzazione del collegamento fluviale tra il nuovo porto commerciale e l’ex Arsenale Pontificio di Porta Portese, con l'utilizzo della navigabilità del Tevere per il trasporto di turisti dal porto a Roma; progettazione con il comune di Fiumicino del Waterfront e del sistema viario a servizio del porto;
con delibera CIPE n. 31/2014 è stata espressa compatibilità del Programma triennale 2014-2016 dell'autorità portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta con il documento programmatorio vigente che, per il Porto di Fiumicino prevederebbe un costo di 178,399 milioni di euro di interventi da realizzare, fermo restando che il Programma stesso troverà attuazione nei limiti delle effettive disponibilità dell'autorità portuale;
i lavori previsti presentano però importanti problemi di impatto ambientale che, secondo più di una autorità intervenuta nelle procedure di valutazione di variante del piano regolatore portuale, non sarebbero stati adeguatamente vagliati, a cominciare dall'impatto dell'impianto «sea-lines – stazione di pompaggio» posto che, nel documento del parere del Ministero dei beni e delle attività culturali (Prot. N. DG BAP S02/30.19.04/4021/2009) è specificato che: «non si conoscono al momento le caratteristiche tecniche e dimensionali, né la conformazione del suddetto impianto “ sea-lines – stazione di pompaggio ” sul quale questo Ufficio si riserva di esprimere eventuali pareri»;
la stessa regione Lazio inoltre, nel parere trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (prot. N. 111560/25/25 del 15 giugno 2009), tra le conclusioni specifica che «il piano, così come presentato dal soggetto proponente, non ha previsto impianti significativi sull'assetto ambientale costiero e che invece in sede di valutazione questa Autorità ritiene che la dimensione e l'ubicazione delle opere portuali possano indurre effetti negativi sull'erosione costiera»; Fiumicino, insieme a Fregene e Ladispoli, risulta già tra l'altro tra i comuni della costa laziale maggiormente interessati del fenomeno dell'erosione con una quota di coste in arretramento compresa tra il 50 per cento e il 67 per cento (Rapporto sullo stato dell'ambiente la Regione Lazio Enea - C.R. Casaccia) e lo stesso sindaco, durante la seduta della, commissione ambiente del comune di Fiumicino del 6 agosto 2014, ha pubblicamente ammesso che la costruzione del nuovo porto recherà conseguenze pesanti sui fenomeni di erosione del litorale per tutta la costa di Fiumicino e oltre. Il progetto tra l'altro non prevede interventi di ripascimento e/o di compensazione, contrariamente a quanto indicato dalle disposizione del decreto del Presidente della Repubblica n. 356 del 1997, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 120 del 2003;
all'interrogante non risultano inoltre del tutto chiari gli effetti dei lavori sulla risorsa idrica e, d'altronde, in rete non risulta neppure rintracciabile il documento di valutazione sull'interazione tra il campo idrodinamico e il nuovo porto di Fiumicino (1o aprile 2008) predisposto dall'ICRAM su richiesta del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; del tutto negativo sarà invece l'impatto sulla qualità dell'aria, considerato che la piena operatività della nuova struttura «potrà portare il livello della qualità dell'area da buono a mediocre nell'area di Piana del Sole e Parco Leonardo con punte sino a valori scadenti», in un'area che risulta densamente popolata, come dichiarato nel succitato parere trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dalla regione Lazio;
anche gli effetti su aree SIC o ZPS o altre aree naturali protette rimangono da chiarire benché nel parere trasmesso dalla Commissione di valutazione di impatto ambientale al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (n. 187 del 15 dicembre 2008) si assicura che «nell'area di progetto non sono presenti SIC o ZPS o altre aree naturali protette»; tale affermazione non risulta infatti del tutto veritiera posto che il progetto prevede il raddoppio di via Coccia di Morto all'interno della pineta confinante che è un'area protetta (SIN3IT6030061); inoltre il progetto sembrerebbe avere delle preoccupanti mancanze proprio per l'impossibilità di intervenire in aree protette, come si evincerebbe dallo «Studio di Impatto Ambientale» depositato dall'autorità portuale per la partecipazione del pubblico (sintesi non tecnica). In quel documento si riporta infatti che non sono previsti interventi di riqualificazione del litorale sottoflutto (ovvero quelli previsti in ambito naturalistico protetto come da Direttiva Habitat 92/43/CEE), non perché non siano necessari ma «in quanto la fascia costiera a nord del porto rientra in un ambito naturalistico protetto in quanto riserva naturale (nonché SIC, sito d'importanza naturalistica comunitaria)» e dunque «eventuali interventi devono essere concordati con l'ente di gestione»;
con la realizzazione del porto commerciale, Fiumicino diventerebbe uno dei maggiori scali merci del Lazio, con la previsione ottimale di un passaggio di 3 milioni di tonnellate di merci all'anno trasportati da circa 180.000 TIR ma l'impatto del progetto sulla viabilità locale è stato del tutto sottovalutato considerando che, come espresso nella relazione della soprintendenza per i beni architettonici, per il paesaggio per il Lazio, inviata alla direzione generale del Ministero dei beni e delle attività culturali (con nota n. 14296 del 16 aprile 2004 ed acquisita agli atti protocollo n. ST/408/33693 del 27 ottobre 2004), l'immediato intorno cittadino all'area portuale è però «privo di adeguate arterie di comunicazione infrastrutturale e difficilmente adattabile in tal senso, considerato il “disordine” urbano con cui si è sviluppato negli ultimi decenni gran parte di quel territorio»;
il parere favorevole del Ministero dei beni e delle attività culturali è stato pertanto vincolato alla costruzione di infrastrutture viarie e ferroviarie che rendano sostenibile la viabilità nell'intera zona interessata dal progetto, compresa via Coccia di Morto, ospitante il traffico proveniente dall'Aurelia e dalla rete viaria disposta a nord del futuro amplesso portuale, ora già ampiamente congestionata, al contempo però nello stesso parere, viene dichiarata «l'impossibilità del suo allargamento nel tratto confinante con la pineta tutelata» e la necessità di trovare alternative;
il piano di viabilità del progetto di variante al piano regolatore portuale di Fiumicino non risulta completamente definito posto che nel parere regionale, si fa riferimento alla costruzione di «un'arteria in tunnel sotto il Porto canale», prevista dal P.R.G., e al tempo stesso al progetto di costruzione di un nuovo ponte sospeso, incompatibile con la costruzione del sottovia citato nel punto precedente;
completamente sottovalutata sembra invece l'attività geovulcanica del sottosuolo di Fiumicino caratterizzato da sacche di gas abbastanza superficiali posto che tra agosto 2013 e maggio 2014 sono apparsi a Fiumicino vari geyser (principalmente di anidride carbonica e metano), due alla rotatoria di via Coccia di Morto, uno a 400 metri dalla costa, durante lo svolgimento in loco del primo dei 170 sondaggi necessari per il porto commerciale, un altro infine a via Portuense, nei pressi del commissariato di polizia dove era presente una trivella, presumibilmente usata per i carotaggi necessari alla costruzione della arteria in tunnel sotto il Porto canale;
in un recente studio di ricerca del CNR-INGV-Geomagellan-Uni Roma Tre si conferma che i gas fuoriusciti a Fiumicino nell'agosto e nel settembre 2013 provengono da una falda acquifera posizionata a 40-50 metri di profondità contenente gas provenienti dai vulcani dei Castelli Romani e dai Monti Sabatini, inattivi da secoli ma non ancora spenti. Il risultato a cui sono giunti i ricercatori è che altri geyser potrebbero spuntare in qualsiasi momento a Fiumicino e che queste manifestazioni sono potenzialmente pericolose per l'emissione di gas mortali, tra cui l'acido solfidrico e l'anidride carbonica e che, dunque, le fumarole potrebbero essere potenzialmente letali quando si verifichino all'interno o nei pressi zone abitate –:
se i Ministri interrogati non rilevino una qualche incongruenza tra fattibilità e sostenibilità ambientale dell'opera e le innumerevoli prescrizioni relative a rischi ambientali e, criticità nella viabilità, ad oggi non risolte, presenti nei tre pareri espressi da regione Lazio, Ministero dei beni e delle attività culturali (incluso parere della soprintendenza per i beni architettonici, per il paesaggio per il Lazio) e Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, considerando che la fattibilità di tale opera è subordinata, tra altro «alla realizzazione della rete infrastrutturale adeguata, prima dell'avvio dei lavori» (parere della direzione generale del Ministro dei beni e delle attività culturali) mentre la maggior parte delle arterie coinvolte nella rete infrastrutturale da realizzare risultano trovarsi in zone con vincoli archeologici;
se il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo sia a conoscenza del fatto che il piano regolatore portuale e il piano regolatore generale prevedano il «raddoppio di “via Coccio di Morto”, a partire dal nodo di ingresso all'abitato di Fiumicino, fino alla zona di Focene» (come riportato nella «Pronuncia di Compatibilità Ambientale per il Progetto di Variante al Piano Regolatore Portuale di Fiumicino» – Regione Lazio nonché al VIA del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, parere n. 187 del 15 dicembre 2008) nonostante il fatto che nel parere del Ministero è escluso il raddoppio di codesta via nel tratto confinante con la pineta tutelata;
posto che si è recentemente formato presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il Comitato per la portualità e la logistica, che supporterà il Governo nella definizione del Piano strategico nazionale della portualità e della logistica, (previsto dall'articolo 29 della cosiddetta legge Sblocca Italia), che sarà oggetto di un decreto del Presidente del Consiglio su proposta dello stesso Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, se non si ritenga opportuno anche in quella sede effettuare ulteriori valutazioni sull'opportunità della realizzazione del nuovo porto commerciale di Fiumicino;
se sia stato valutato se la costruzione di tale opera sia dannosa per la salute degli abitanti di Piana del Sole e di Parco Leonardo, già esposti ad una qualità dell'aria mediocre per via della presenza della discarica di Malagrotta e di tutti gli impianti inquinanti della Valle Galeria;
per quale motivo non sia stato pubblicato in rete l'accordo «quadro tra Palazzo Chigi e l'Autorità Portuale di Fiumicino, Civitavecchia e Gaeta», e se non si ritenga opportuno ai fini della trasparenza pubblicare in internet questo atto, come pure il documento di valutazione dell'ICRAM (ora ISPRA) sull'interazione tra il campo idrodinamico e nuovo Porto di Fiumicino (1o aprile 2008);
se il quadro finanziario dell'opera sia già definito e se sia possibile, in tal caso, avere un dettagliato stato dell'arte specificando eventuali capitoli di spesa e se i fondi pubblici siano interamente stanziati dallo Stato italiano o prelevati dal FESR (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) e, nel secondo caso, se siano stati stipulati accordi con l'Unione europea e con la Commissione competente in materia;
se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare abbia rilevato che nel parere della commissione di VIA (n. 187 del 15 dicembre 2008) trasmesso al Ministro sia contenuto un errore là dove si dichiara che nel progetto non sono comprese zone SIC o altre protette mentre, al contrario, è presente la pineta confinante con via Coccia di Morto che sarebbe intaccata dal previsto raddoppio di codesta via;
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della particolarità del sottosuolo di Fiumicino e delle possibili emissioni di pericolosi gas mortali, tra cui l'acido solfidrico e l'anidride carbonica e dunque fino a quali profondità si intende far arrivare i piloni di sostegno del porto nei fondali considerando che potrebbero essere presenti pericolose sacche di gas, come certificato dalla ricerca del CNR-INGV-Geomagellan-Uni Roma Tre citata in premessa;
se le società che eseguiranno gli appalti sono obbligate a stipulare polizze assicurative che coprano anche eventuali danni da fenomeni erosivi o, comunque, a chi saranno addebitati eventuali costi di ripascimento delle spiagge e/o eventuali operazioni di compensazione ambientale. (4-07508)