• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/03669 CENTINAIO - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che: stando a quanto si apprende dalle notizie riportate dagli organi di stampa a Cascina (Pisa), una...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-03669 presentata da GIAN MARCO CENTINAIO
giovedì 19 marzo 2015, seduta n.413

CENTINAIO - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che:

stando a quanto si apprende dalle notizie riportate dagli organi di stampa a Cascina (Pisa), una scuola media statale ha concesso le proprie aule nei giorni della domenica mattina ad un'associazione islamica per organizzare corsi di lingua araba;

sempre da quanto emerge dalla lettura delle notizie le lezioni non si limitano all'insegnamento dell'arabo ma anche all'apprendimento e studio del Corano;

la presenza di scuole coraniche, spesso clandestine, ritenute complementari all'attività riconosciuta di diritto all'esercizio di culto, ha creato non pochi problemi interpretativi delle norme statali relative al concetto stesso di libertà religiosa e alla formazione culturale dei minori stranieri sul nostro territorio. Le madrassa, cioè le cosiddette «scuole coraniche», non sono assimilabili, come concetto, alle nostre scuole pubbliche o private perché riassumono in sé la concezione di formazione culturale e spirituale in un rapporto inscindibile;

l'islam si presenta fin dalle origini come un progetto globale che include tutti gli aspetti della vita. Include un modo di vivere, di comportarsi, di concepire il matrimonio, la famiglia, l'educazione dei figli, perfino l'alimentazione. In questo sistema di vita è compreso anche l'aspetto politico: come organizzare lo Stato, come agire con gli altri popoli, come rapportarsi in questioni di guerra e di pace, come relazionarsi agli stranieri, eccetera. Tutti questi aspetti sono stati codificati a partire dal Corano e dalla sunna e sono rimasti "congelati" nei secoli. La legge religiosa determina la legge civile e gestisce la vita privata e sociale di chiunque vive in un contesto musulmano e, se questa prospettiva è destinata a rimanere immutata, come è accaduto finora, la convivenza con chi non appartiene alla comunità islamica non può che risultare difficile;

la legge islamica, rivolgendosi l'islam a tutta l'umanità, è una legge personale e non dipende in nessun modo dall'elemento territoriale. La stessa nazionalità non è collegata, come avviene nella tradizione occidentale, allo ius sanguinis e allo ius loci, ma allo ius religionis, cioè all'appartenenza ad una comunità di credenti che non è legata all'esistenza di un entità statuale;

qualsiasi iniziativa finalizzata all'integrazione della comunità islamica nel nostro Paese che non sia supportata dall'esplicito rispetto dei principi fondamentali della nostra costituzione e del nostro ordinamento giuridico è inaccettabile,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga che iniziative come quella adottata dal dirigente scolastico di Cascina sia in contrasto con le attività extracurriculari autorizzabili nell'ambito dell'autonomia degli istituti, soprattutto perché nel caso specifico è difficile valutarne i reali rischi connessi.

(4-03669)