• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00001 CASALETTO, CASTALDI, CATALFO, CIAMPOLILLO, CIOFFI, COTTI, DE PIETRO, DE PIN, DONNO, ENDRIZZI, FATTORI, FUCKSIA, GAETTI, GAMBARO, GIARRUSSO, GIROTTO, LEZZI, LUCIDI, MARTELLI, MARTON,...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00001 presentata da VITO CLAUDIO CRIMI
martedì 2 aprile 2013, seduta n.007

BERTOROTTA, BIGNAMI, BLUNDO, BOCCHINO, BOTTICI, BUCCARELLA, BULGARELLI, CAPPELLETTI,
CASALETTO, CASTALDI, CATALFO, CIAMPOLILLO, CIOFFI, COTTI, DE PIETRO, DE PIN, DONNO,
ENDRIZZI, FATTORI, FUCKSIA, GAETTI, GAMBARO, GIARRUSSO, GIROTTO, LEZZI, LUCIDI,
MARTELLI, MARTON, MASTRANGELI, MONTEVECCHI, MORONESE, MUSSINI, NUGNES, ORELLANA,
PAGLINI, PEPE, PETROCELLI, ROMANI MAURIZIO, SANTANGELO, SCIBONA, SERRA, SIMEONI,
TAVERNA, VACCIANO
Il Senato,
premesso che:
con la Relazione al Parlamento 2013 il Governo, ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6,
della legge di contabilità, ha aggiornato gli obiettivi di finanza pubblica relativi agli esercizi 2013 e
2014, al fine di tenere conto degli effetti attesi dalle misure di accelerazione del pagamento dei
debiti commerciali che le pubbliche amministrazioni detengono con i propri fornitori;
l'accelerazione dei pagamenti produce effetti di cassa e implica un aumento del
fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e quindi del debito. In alcuni casi, essa ha impatto
anche sul saldo del conto economico delle pubbliche amministrazioni, parametro di riferimento delle
regole europee. La Relazione chiarisce che l'accelerazione avrà implicazioni anche sul saldo netto da
finanziare del bilancio dello Stato, nella misura in cui si prevederà di mettere a disposizione di
regioni ed enti locali anticipazioni per garantire loro la liquidità necessaria per effettuare i
pagamenti;
gli importi previsti corrispondono a circa 20 miliardi nella seconda parte del 2013 ed
ulteriori 20 miliardi nel corso del 2014, per un totale di 40 miliardi di euro nel biennio. Ciò a fronte
di un plafond totale di debiti contratti dalle imprese di circa 90 miliardi per il 2011, stando alle
ultime prudenziali stime di Banca d'Italia, con una correzione di 20 miliardi sulle cifre fornite sinora
dall'Istat;
considerato che:
il calo del PIL superiore alle aspettative, nell'ultimo trimestre del 2012 (-0,9 per cento
rispetto al trimestre precedente) ha prodotto una conseguente revisione al ribasso delle previsioni
per il 2013, rendendo ancor più evidente il fallimento della politica di austerità imposta al popolo
italiano, e non solo, dalla Comunità europea;
sulla base del quadro macroeconomico tracciato, ci si deve attendere un peggioramento
dei valori programmatici di indebitamento netto della PA pari a 0,6 per cento del PIL nel 2013 e
dello 0,3 per cento del PIL nel 2014;
il livello programmatico dell'indebitamento netto (ovvero del deficit) per l'anno 2013,
comprensivo sia dei pagamenti arretrati delle PA per spese di investimento già effettuate sia delle
nuove spese per investimenti produttivi che saranno concordati con l'UE, si dovrebbe attestare al
2,9 per cento del PIL, sfiorando quindi pericolosamente il vincolo europeo del 3 per cento
condizionando ogni ulteriore politica economica futura con la quasi certezza, mancando un chiaro
impatto strutturale di questo intervento, di manovre correttive nell'immediato futuro;
l'impatto sul PIL delle misure preannunciate dal Governo, pur essendo stato delineato
negli aspetti nominali, non risulta esplicitato nel suo impatto strutturale, mancando nella Relazione
al Parlamento 2013, chiare indicazioni in merito alla quantificazione dell'effetto di tale misura sul
PIL e sulle relative componenti, nonché di quanta parte dei pagamenti sia stata ipotizzata seguire il
canale bancario e quanto verrà finanziato con ulteriore emissione di debito pubblico nazionale,
anche se avrà impatto sull'indebitamento netto solo per la parte relativa ai pagamenti riferiti a
spese di investimento;
considerata altresì la mancanza di trasparenza della situazione debitoria complessiva delle
amministrazioni a livello locale,
impegna il Governo:
a rendere trasparente la situazione debitoria complessiva delle amministrazioni
pubbliche locali mediante un'analisi di dettaglio della composizione dei debiti pendenti, anche con
riferimento alla tipologia di ente locale debitore ed al settore di spesa, accelerando e migliorando i
meccanismi, anche con la previsione di strumenti di premialità, di pubblicità delle attività di
certificazione dei propri debiti al fine di consentire un controllo diffuso da parte dei cittadini e delle
imprese;
a farsi promotore in Europa di una nuova politica economica non ancorata a sterili
richiami ai pareggi di bilancio foriera solo di una politica di austerità sorda ai bisogni dei cittadini,
affinchè i Trattati europei ritornino ad essere non elementi di freno al benessere ed alla felicità degli
europei, ma promotori di politiche economiche consapevoli ed eco-sostenibili;
a provvedere con altrettanti provvedimenti di urgenza a coprire la totalità dei debiti
pregressi della PA (che in base alle ultime stime prudenziali di Banca d'Italia ammonterebbe a circa
90 miliardi) sfruttando interamente, ovvero con un plafond più ampio, l'apertura arrivata
dall'Unione europea che, ai fini del rispetto dei criteri di deficit e debito del Patto di stabilità,
considererà questa operazione tra i "fattori attenuanti";
ad adottare immediatamente un decreto-legge di immediata eseguibilità improntato a
criteri di semplificazione e automatismo, ove possibile, escludendo il rimando ad ulteriori fonti
normative di carattere secondario, per lo stanziamento effettivo delle somme promesse (ovvero i
40 miliardi nel biennio 2012-2013) che vengano erogati primariamente alle piccole e medie imprese
ed ai professionisti, al fine di dare un effettivo sostegno all'economia reale attraverso il predetto
intervento e che veda solo in subordine l'assegnazione al sistema creditizio, ed in via del tutto
residuale il pagamento dei crediti già liquidati alle aziende dagli istituti di credito (pro soluto) per
l'esigua dimensione degli stessi, come evidenziato in audizione dallo stesso ministro Grilli, e fermo
restando l'introduzione di un sistema di monitoraggio con il sistema creditizio che impegni gli istituti
di credito liquidati ad aprire un canale di erogazione dei crediti già ceduti di pari ammontare;
ad adottare, come misure per consentire lo sblocco dei pagamenti nei confronti delle
imprese e dei liberi professionisti:
un allentamento dei vincoli del Patto di stabilità interno degli enti territoriali (regioni ed enti
locali) tale da consentire l'utilizzo degli avanzi di amministrazione disponibili che, in coerenza con il
meccanismo introdotto dall'anno 2012 secondo cui gli obiettivi del Patto di stabilità interno sono
attribuiti ai singoli enti in base alla loro virtuosità, tenga conto anche di criteri qualitativi di
selezione connessi a parametri oltre che di sana gestione anche di sostenibilità ambientale e di
qualità della vita nei territori interessati, salvaguardando, nel contempo, l'esigenza di evitare
discriminazioni derivanti dalla collocazione territoriale delle imprese creditrici;
un ampliamento delle deroghe già previste a partire da quelle sui cofinanziamenti dei fondi
europei con preclusione delle cosiddette "grandi opere" come la TAV;
l'istituzione di fondi rotativi per assicurare liquidità agli enti territoriali, anche con difficoltà di
cassa, con obbligo di restituzione in un arco temporale sostenibile con scadenze di ripianamento a
lungo termine e a tassi non superiori all'1 per cento;
a verificare la fattibilità di schemi di compensazione con i debiti tributari nonché previdenziali
e assistenziali, delle imprese creditrici, nonché ogni altra misura di semplificazione per l'accesso
delle imprese al programma straordinario di pagamento.
(6-00001)
CRIMI, MOLINARI, PUGLIA, CAMPANELLA, MORRA, AIROLA, ANITORI, BATTISTA, BENCINI,