• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00014 premesso che: la conseguenza più evidente della grave crisi economico-finanziaria che sta vivendo l'Unione europea risulta essere la crescita del tasso di...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00014 presentata da NICOLA MORRA
mercoledì 26 giugno 2013, seduta n.050

Il Senato,
premesso che:
la conseguenza più evidente della grave crisi economico-finanziaria che sta vivendo l'Unione europea risulta essere la crescita del tasso di disoccupazione;
particolarmente preoccupante è l'andamento della disoccupazione giovanile: nel marzo 2013 ben 5,7 milioni di giovani, di cui 3,6 milioni nell'area euro, erano privi di lavoro. Il tasso di disoccupazione giovanile ha superato il 23,5 per cento in tutta l'UE e il 24 per cento nella sola area euro, in aumento di 1,5 punti percentuali su base annua;
per quanto riguarda l'Italia, negli ultimi anni si è assistito alla crescita esponenziale del tasso di disoccupazione che è salito dal 6,1 per cento del 2007 al 12,8 per cento del primo trimestre 2013;
la crescita del tasso di disoccupazione è stata accompagnata non solo dalla perdita di occupati ma anche dalla crescita delle forze lavoro potenziali (cosiddetti inattivi), e dei sottoccupati part time (che aumentano del 66.1 per cento rispetto al 2007);
sono più di 9 milioni i cittadini italiani che non percepiscono alcun reddito e quindi a rischio di povertà e esclusione sociale;
secondo i dati forniti dall'Istat, dal 2007 gli inattivi sono aumentati del 39,2 per cento, il 12 per cento delle forze lavoro italiane a fronte del 4,5 per cento dell'Unione europea;
nello specifico sono ben 1.406.000 gli inattivi tra i 35 e i 54 anni, 652.000 dai 25 ai 34 anni, 562.000 tra i 15 e 24 anni;
i cittadini inattivi e disoccupati tra i 35 e i 54 anni costituiscono il maggiore peso sociale in quanto in totale dipendenza della previdenza sociale;
il tasso di disoccupazione giovanile ha toccato ormai quota 40,5 per cento, ma ha superato il 50 per cento nelle aree del Mezzogiorno;
i dati sono ancora più allarmanti nelle aree in ritardo di sviluppo, dove l'elevatissimo tasso di disoccupazione giovanile si inserisce in un contesto già profondamente segnato dal disagio economico e sociale, acuendo i rischi di tensioni e conflittualità;
la crescente difficoltà di trovare occasioni di lavoro stabili e regolari priva i cittadini del diritto di guardare al proprio futuro con ragionevoli aspettative di realizzazione e li costringe a un'umiliante condizione di vulnerabilità, incertezza e precarietà e di dipendenza economica dalle famiglie di origine;
oltre ai costi economici e sociali, la disoccupazione di larga parte della popolazione, sia europea sia italiana, ha pesanti ricadute negativi anche in campo politico, allontanando drasticamente dalle istituzioni;
le dimensioni del fenomeno impongono l'immediata adozione di misure appropriate a livello europeo, per entità delle risorse da stanziare e per la necessità di invertire rapidamente le tendenze in atto, al fine di allargare la base occupazionale, di offrire ai disoccupati e agli inoccupati credibili prospettive di formazione e di lavoro stabile e non precario, attraverso quelle reali politiche attive del lavoro che sono elemento essenziale del rilancio del modello sociale europeo;
nel dicembre del 2012 la Commissione europea ha delineato, con il Youth employment package, una strategia volta a contrastare la disoccupazione giovanile e l'esclusione sociale attraverso una serie di misure dirette a promuovere l'offerta di lavoro, l'istruzione e la formazione, raccomandando l'impegno degli Stati membri a tradurre concretamente, per quanto di loro competenza, le indicazioni fornite;
il Consiglio europeo ha successivamente stanziato 6 miliardi di euro, nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, allo scopo di sostenere le misure in materia di occupazione giovanile proposte dalla Commissione europea nel dicembre 2012, con particolare riguardo al progetto denominato Youth guarantee, destinato a sostenere l'investimento nel capitale umano dei giovani fino ai 25 anni;
considerato che:
la strategia Europa 2020 si prefigge l'obiettivo di:
portare al 75 per cento il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni;
investire il 3 per cento del prodotto interno lordo (PIL) in ricerca e sviluppo;
ridurre le emissioni di carbonio al 20 per cento, aumentare del 20 per cento la quota di energie rinnovabili e aumentare l'efficienza energetica del 20 per cento;
ridurre il tasso di abbandono scolastico a meno del 10 per cento e portare al 40 per cento il tasso dei giovani laureati;
ridurre di 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà;
il prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013 dovrà dedicare un'attenzione particolare al tema della crescita e dell'occupazione, anche a seguito delle sollecitazioni e delle iniziative adottate al riguardo da diversi Paesi, tra cui in particolare l'Italia;
le iniziative finora adottate non sembrano tuttavia essere ancora sufficienti e comunque richiedono, come peraltro prospettato dall'UE, una forte mobilitazione degli Stati membri i quali sono chiamati a porre in essere opportune politiche nazionali di contrasto alla disoccupazione;
a livello nazionale, il Governo ha annunciato all'inizio del mese di giugno le linee generali di un "piano nazionale per i giovani" che dovrebbe prevedere: incentivi alle assunzioni di giovani, modifiche alla riforma Fornero sui contratti a termine, reperimento di fondi dell'Unione europea, staffetta generazionale anziani - giovani, eliminazione degli oneri previdenziali per gli apprendisti, aiuti ai giovani del sud e alle PMI delle regioni meridionali;
nonostante tale annuncio, ad oggi nessun provvedimento in tal senso è stato presentato all'esame del Parlamento;
alcuni stati UE, in conformità con la strategia Europa 2020, hanno scelto il rilancio economico attraverso lo sviluppo delle nuove tecnologie e della green economy spostando la tassazione su danni all'ambiente, detassando i comportamenti virtuosi ed il lavoro, migliorando la competitività e l'efficienza energetica;
una migliore gestione dei servizi ambientali, aumenta il potenziale di sviluppo di nuove attività economiche, creando posti di lavoro e promuovendo l'innovazione;
completare la conformità con la politica UE nei prossimi anni può portare alla creazione di ulteriori 400.000 posti di lavoro e aumentare il fatturato annuo del settore ambientale;
inoltre, da uno studio condotto dalla Bocconi congiunto al Gestore dei Servizi Elettrici, si è visto che con lo sviluppo di tecnologie rinnovabili, si porterebbe a 150000 il numero degli occupati nel settore e soprattutto che, dallo sfruttamento del potenziale tecnologico, si prospetta la crescita occupazionale complessiva al 2020 di 250000 unità,
impegna il Governo:
a intervenire, in occasione del prossimo Consiglio europeo, al fine di ottenere uno stanziamento straordinario di ulteriori risorse sia nell'ambito del fondo sociale europeo per il finanziamento di progetti volti a contrastare in maniera efficace la disoccupazione attraverso l'offerta di lavoro stabile e regolare sia nell'ambito fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione;
a ottenere che la quota parte delle risorse spettante all'Italia nell'ambito dello stanziamento complessivo di 6 miliardi di euro per la Youth employment initiative possa essere impegnato nella massima misura possibile già nel 2014;
a promuovere l'entrata in vigore entro il 2013 dell'alleanza europea per l'apprendistato, volta a promuovere i programmi di apprendistato che hanno avuto maggior successo e a sviluppare curricula comuni per le professioni e adeguati sistemi di riconoscimento degli apprendistati effettuati all'estero;
a porre in essere, sul piano nazionale, misure concrete al fine di:
operare una complessiva razionalizzazione ed una semplificazione degli strumenti di sostegno al reddito attualmente esistenti al fine di pervenire, al pari di altri paesi europei, all'introduzione del reddito di cittadinanza quale meccanismo di protezione sociale universale;
porre in essere il superamento della cosiddetta «staffetta generazionale» e perseguire invece un reale patto intergenerazionale, in linea con quanto previsto progetto Youth guarantee, favorendo l'introduzione della figura del tirocinante a tempo pieno da affiancare al lavoratore anziano qualificato, al fine di garantire la formazione del primo e la continuità lavorativa e salariale del secondo;
favorire, anche attraverso un'incisiva e meno dispersiva azione informativa ed una semplificazione degli oneri di instaurazione e di mantenimento, la diffusione del contratto di apprendistato quale modalità privilegiata di accesso al lavoro e la contestuale abrogazione delle quarantasei forme contrattuali attualmente in vigore, per combattere concretamente ed efficacemente la diffusione del lavoro precario;
in particolare per quanto riguarda l'apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale (di cui all'art. 3 decreto legislativo n. 167 del 2011), finalizzato a conseguire un titolo di studio in ambiente di lavoro, prevedere una predisposizione di precisi programmi strutturati di formazione alleggerendo gli oneri a carico delle imprese;
porre in essere, attraverso opportuni strumenti normativi, una drastica riduzione della pressione fiscale per le aziende che investono in Italia e che creano posti di lavoro a tempo indeterminato;
predisporre sistemi automatici e preventivi di concessione e fruizione dei crediti d'imposta come misure fiscali di sostegno all'occupazione di lavoratori, riducendo in tal modo in maniera decisa gli oneri burocratici a carico delle imprese e fornire certezza dei diritti acquisiti attraverso politiche assuntive aziendali;
operare una generale razionalizzazione dei servizi per l'impiego, attraverso una riforma complessiva delle strutture esistenti valorizzando e ampliando la centralità delle strutture pubbliche a partire dal ruolo Ministero del lavoro e delle politiche sociali, evitando le duplicazioni e le sovrapposizioni di funzione attraverso un chiaro riparto delle funzioni stesse tra strutture centrali e periferiche;
porre in essere misure concrete volte all'istituzione di una banca dati unica delle competenze, a partire dai soggetti pubblici già esistenti, al fine di favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro;
nel rispetto delle competenze delle Regioni, superare la diffusione di interventi settoriali e non coordinati nell'ambito della formazione professionale attraverso la creazione di efficaci sistemi di valutazione ed una reale effettività dei controlli sui programmi in atto al fine di scongiurare l'abuso degli stessi o l'istituzione di corsi non finalizzati a concrete prospettive di inserimento nel mondo del lavoro;
favorire una maggiore trasparenza circa la gestione delle risorse destinate alle politiche per l'occupazione e la formazione e implementare, anche a livello nazionale, apposite misure di responsabilizzazione degli enti locali, anzitutto le Regioni, per l'impiego efficace di tali risorse attraverso misure premiali e/o sanzionatorie, con un meccanismo che preveda la revoca delle risorse non utilizzate;
porre in essere, in conformità con la strategia Europa 2020, concrete politiche di rilancio economico attraverso lo sviluppo delle nuove tecnologie e della green economy spostando la tassazione su danni all'ambiente, detassando i comportamenti virtuosi ed il lavoro, migliorando la competitività e l'efficienza energetica;
utilizzare per la realizzazione degli obiettivi nazionali anche quota parte delle risorse ancora disponibili e non impegnate relative alle politiche di coesione per il periodo 2007-2013, oltre che quelle previste per il periodo 2014-2020, come prospettato dal Consiglio europeo del 22 maggio 2013.
(6-00014)
MORRA, CATALFO, PAGLINI, SANTANGELO, VACCIANO, AIROLA, ANITORI, BATTISTA, BENCINI, BERTOROTTA, BIGNAMI, BLUNDO, BOCCHINO, BOTTICI, BUCCARELLA, BULGARELLI, CAMPANELLA, CAPPELLETTI, CASALETTO, CASTALDI, CIAMPOLILLO, CIOFFI, COTTI, CRIMI, DE PIETRO, DONNO, ENDRIZZI, FATTORI, FUCKSIA, GAETTI, GIARRUSSO, GIROTTO, LEZZI, LUCIDI, MANGILI, MARTELLI, MARTON, MOLINARI, MONTEVECCHI, MORONESE, MUSSINI, NUGNES, ORELLANA, PEPE, PETROCELLI, PUGLIA, ROMANI Maurizio, SCIBONA, SERRA, SIMEONI, TAVERNA.