• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/08576 l'articolo 54 del decreto legislativo n. 152 del 2006 definisce il «dissesto idrogeologico», come «la condizione che caratterizza aree ove processi naturali o antropici, relativi alla...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08576presentato daVENITTELLI Lauratesto diGiovedì 26 marzo 2015, seduta n. 400

VENITTELLI e BORGHI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
l'articolo 54 del decreto legislativo n. 152 del 2006 definisce il «dissesto idrogeologico», come «la condizione che caratterizza aree ove processi naturali o antropici, relativi alla dinamica dei corpi idrici, del suolo o dei versanti, determinano condizioni di rischio sul territorio»;
il dissesto idrogeologico rappresenta una delle maggiori criticità del nostro Paese. Si tratta di un problema confermato dai dati: l'82 per cento dei comuni è esposto a rischio idrogeologico, 5 milioni e 700 mila i cittadini vivono in aree di potenziale pericolo e 1,2 milioni edifici insistono su queste aree; secondo dati recenti il costo complessivo dei danni provocati in Italia da calamità naturali è pari a circa 3,5 miliardi di euro all'anno e le risorse necessarie per fronteggiare gli effetti di questi eventi tendono ad aumentare di anno in anno;
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in collaborazione con il dipartimento dei servizi tecnici nazionali, il dipartimento della protezione civile e Anpa, ha individuato, anche sulla base dei dati disponibili presso la protezione civile e l'Autorità di bacino del Po, che il Molise detiene il primato nazionale per percentuale di comuni ad alto rischio di alluvioni e frane (51 per cento);
il Molise è al terzo posto della classifica nazionale per rischio di dissesti idrogeologici ed in particolare per le frane, ci sono 8800 frane attive, con ben 88 comuni a rischio per l'instabilità dei versanti caratterizzati da una quasi totale natura argillosa con circa 3560 chilometri su un totale di 4618; secondo una classifica del quotidiano La Stampa il Molise si posiziona al primo posto con una media di rischio per la popolazione residente pari al 19,4 per cento per frane e smottamenti;
il rischio coinvolge anche i beni culturali del territorio molisano: il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha stilato la «Carta del rischio» ed ha evidenziato che il Molise detiene anche il primato per opere culturali che rischiano di crollare a causa di fenomeni franosi (144 beni solo per la provincia di Campobasso);
l'inverno 2015, è stato segnato dal 36 per cento di precipitazioni in più rispetto alla media nella regione Molise e che gli avvenimenti recenti hanno causato ingenti danni su tutto il territorio molisano, interessando terreni seminati, frutteti, vigneti ed oliveti, con fenomeni pluviali che hanno ulteriormente accentuato il rischio di frane e smottamenti. Danni preoccupanti si sono registrati anche per le aziende zootecniche molisane, anche per l'interruzione di fornitura delle reti idriche ed elettriche;
a questo si aggiunga la pericolosità derivante dalla mancata messa in sicurezza degli alvei dei corsi d'acqua, che in ogni parte del territorio verso l'Adriatico e il versante opposto venafrano registra fenomeni ciclici di esondazione anche in ambiti urbanizzati, pensiamo ai comuni di Montaquila, Pozzilli, Venafro che inducono danno per la possibile perdita di vite umane, distruzione delle attività agricole e produttive oltre che del paesaggio naturale con bilancio socio-economico negativo;
la fondovalle Sinarca subisce, ad ogni precipitazione, gravi disagi dovuti allo straripamento del torrente Sinarca, che inonda i campi e le strade provocando danni alle abitazioni e alle aziende agricole;
il fiume Biferno rompe gli argini distruggendo campi e colture con gravi danni per le aziende che vengono colpite dai continui allagamenti;
il dissesto idrogeologico rappresenta una delle maggiori criticità del nostro Paese e l'azione contro essa è la prima e la più importante delle «grandi opere» di cui avrebbe bisogno il territorio italiano, e necessità di azioni incisive sia sul lato normativo sia su quello degli investimenti. Non ultimo, è di queste ore la notizia che si sia rimessa in moto la frana che da mezzo secolo sta minando il territorio di Petacciato, particolarmente nevralgico per via degli attraversamenti infrastrutturali dell'asse autostradale, ferroviario e statale, che hanno registrato enormi disagi e in centro abitato comportato lo sgombero degli edifici pubblici. Un fenomeno che trae origine dal mare e qui si innesca anche un'altra problematica, quella dell'erosione marina costiera, che comprimendo a valle il territorio causa in effetto tenaglia rispetto agli smottamenti a monte, mettendo a repentaglio non solo le vie di comunicazione, ma anche le prospettive turistiche ed economiche del litorale molisano;
è stato di recente firmato il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti che ripartisce i 50 milioni di euro destinati ai provveditorati per le opere pubbliche per interventi urgenti in materia di dissesto idrogeologico concordati con la struttura tecnica di missione insediata presso la Presidenza del Consiglio;
è necessario sempre più implementare una cultura della prevenzione e della mitigazione del rischio idrogeologico mediante risorse certe e politiche strutturali che consentano a tutti gli effetti di preservare dai rischi naturali vite umane e le attività economiche e turistiche –:
quali interventi siano stati ad oggi predisposti per la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico e una adeguata gestione e manutenzione di fiumi e canali e se, al riguardo, siano in fase di realizzazione progetti di intervento che utilizzino anche i fondi comunitari 2014-2020 nonché interventi innovativi per la tutela della biodiversità, per la «rinaturazione» dei corsi d'acqua, per la creazione di invasi ed infrastrutture per la gestione ed utilizzo delle acque. (4-08576)