Testo MOZIONE
Atto a cui si riferisce:
S.1/00399 considerato che:
il processo di armonizzazione e liberalizzazione del mercato postale, previsto dalle direttive europee, completato dalla direttiva 2008/6/CE, recepita con decreto...
Atto Senato
Mozione 1-00399 presentata da MARCO FILIPPI
mercoledì 8 aprile 2015, seduta n.425
FILIPPI, BORIOLI, CANTINI, CARDINALI, Stefano ESPOSITO, GATTI, RANUCCI, SANTINI, SONEGO, ORRU', SAGGESE, PUPPATO, RUTA - Il Senato,
considerato che:
il processo di armonizzazione e liberalizzazione del mercato postale, previsto dalle direttive europee, completato dalla direttiva 2008/6/CE, recepita con decreto legislativo 31 marzo 2011, n. 58, ha comportato, progressivamente, un'erosione dell'area dei prodotti universali riservati ai fornitori del servizio universale. Poste italiane è tenuta a presentare annualmente all'autorità di settore l'aggiornamento del piano di razionalizzazione delle strutture che non garantiscono condizioni di equilibrio economico che, in ottemperanza al vigente contratto di programma 2009-2011, è redatto in conformità alla normativa di regolamentazione in materia. In ottemperanza alla normativa di settore il piano del 2014 è stato presentato da Poste italiane all'Autorità garante per le comunicazioni il 29 settembre del 2014 con una previsione di chiusura di 445 uffici postali e di rimodulazione di orari in 608 uffici;
gli interventi previsti dal piano di razionalizzazione devono essere definiti nel pieno rispetto degli obblighi del servizio universale e dei vincoli di distribuzione degli uffici postali sul territorio italiano di cui al decreto ministeriale 7 ottobre 2008 (cosiddetto decreto Scajola) e alla recente delibera AGCOM n. 342/14/CONS. Tali criteri hanno fino ad oggi garantito una presenza molto capillare della rete fisica degli uffici postali di Poste italiane SpA, prevedendo, altresì, orari minimi di apertura, a salvaguardia delle esigenze connesse all'erogazione del servizio postale universale;
il decreto ministeriale 7 ottobre 2008, recante "Criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale pubblica", in riferimento ai criteri di distribuzione degli uffici postali, definisce vincoli di presenza territoriale, stabilendo: distanze massime tra uffici postali e luoghi di residenza per percentuali di popolazione nazionale residente; l'obbligo di assicurare l'operatività di almeno un ufficio postale nel 96 per cento dei comuni italiani; il divieto di soppressione di uffici postali che siano presidio unico sul territorio comunale (con orario minimo di 3 giorni e 18 ore settimanali);
tali criteri sono stati poi oggetto di successiva integrazione da parte di AGCOM, proprio al fine di apportare un'ulteriore tutela alle realtà più piccole e remote del Paese, con la citata delibera n. 342/14/CONS prevedendo: il divieto di chiusura di uffici ubicati in comuni qualificati nel contempo rurali e montani, salvo siano presenti più di 2 uffici ed il rapporto abitanti per ufficio postale sia inferiore a 800; il divieto di chiusura di uffici postali presidio unico di isole minori. Come indicato nella delibera, ai fini dell'applicazione del divieto di chiusura, deve intendersi "montano" un comune contrassegnato come totalmente montano nel più recente elenco dei Comuni ISTAT e "rurale" un comune con densità abitativa inferiore a 150 abitanti per chilometro quadrato, secondo i più recenti dati demografici ISTAT;
Poste italiane è quindi chiamata a contemperare, nelle modalità previste, l'esigenza di capillarità con un'efficiente gestione, dotandosi di una rete di uffici postali che rispetti i criteri di distribuzione previsti dalla normativa e, al contempo, individuando azioni volte a sanare le diseconomie determinate anche dal fatto che i finanziamenti statali costituiscono solo una parziale copertura dell'onere di servizio universale e per i quali nei prossimi anni è prevista una riduzione consistente di risorse pubbliche destinate al finanziamento del servizio universale, fissate in 262,4 milioni di euro annui nel periodo 2015-2019 (rispetto a circa 350 milioni annui nel 2011 e 2012);
l'utilizzo della rete degli sportelli postali per l'erogazione di servizi ulteriori rispetto a quelli rientranti nel perimetro del servizio universale ha consentito in questi anni, il conseguimento di una maggiore efficienza nella gestione della rete;
Poste italiane peraltro, al fine di migliorare la facilità di accesso della clientela ai propri servizi, ha sviluppato, già da tempo, opportunità di servizio alternative, che consentano a quest'ultima di usufruire di molteplici servizi direttamente da casa, dando avvio, già a partire dal 2007, al progetto "postino telematico", che prevedeva la dotazione progressiva del palmare a tutti i portalettere e che avrebbe consentito di disporre di una piattaforma tecnologica in grado di supportare nuovi servizi di Poste italiane a domicilio della clientela;
il piano strategico di Poste italiane 2015-2019, recentemente presentato dall'amministratore delegato ingegner Caio, alle competenti Commissioni permanenti di Camera e Senato ha l'esigenza di perseguire un obiettivo di sostenibilità del servizio universale nel lungo periodo, bilanciando adeguatamente la propria missione di azienda sociale e di mercato in un contesto di profonda discontinuità rispetto al passato. La ricerca di un difficile punto di equilibrio tra i diversi fattori che devono sostenere la trasformazione di Poste italiane SpA impone anche: una forte accelerazione nei prossimi 5 anni in termini di investimenti per l'innovazione dei servizi anche a favore del sistema Paese; di sostenere costi crescenti per la fornitura del servizio postale universale a fronte del declino della corrispondenza tradizionale e delle dinamiche concorrenziali; di mantenere i livelli occupazionali e al contempo di investire in formazione e rinnovamento delle competenze, per migliorare gli obiettivi di redditività,
impegna il Governo:
1) a garantire, anche in vista del processo di privatizzazione in atto, la sostenibilità economica del servizio universale postale ed a valorizzare tutti gli asset di Poste italiane: servizi di logistica e corrispondenza, prodotti finanziari e prodotti assicurativi, salvaguardando la presenza capillare della società su tutto il territorio nazionale, che deve essere considerata nella sua unicità ottimizzando le sinergie tra i diversi settori di attività;
2) a valutare con particolare attenzione l'impatto sociale che il piano di razionalizzazione degli uffici di Poste italiane SpA per gli anni 2015-2019 rischia di determinare, verificando le situazioni caso per caso e di concerto con l'azienda;
3) ad avviare un processo partecipativo nell'attuazione del piano di razionalizzazione aprendo un confronto con i diversi livelli istituzionali, regionali e locali, coinvolgendoli nella valutazione della possibilità di garantire il servizio nelle situazioni più critiche con particolare attenzione alle aree pedemontane caratterizzate dalla presenza di località o frazioni collinari e/o montane isolate ricomprese in comuni di pianura;
4) a verificare la prospettazione di eventuali possibili soluzioni alternative che possano attenuare gli effetti della riorganizzazione, comparandone i costi/benefici complessivi da quelli dell'azienda, alle istituzioni presenti sul territorio, alle comunità di cittadini interessati, in prevalenza anziani a ridotta mobilità;
5) ad impegnare l'azienda Poste italiane, nell'ambito dell'attuazione del piano, a porre una maggiore attenzione allo sviluppo dei servizi innovativi e ad una loro più adeguata politica di informazione e di conoscenza alle comunità interessate, con particolare riferimento alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie come l'utilizzo di palmari da parte dei portalettere per offrire servizi "in mobilità", su appuntamento, l'accettazione a domicilio delle raccomandate, il pagamento di tutte le tipologie di bollettini, la tracciatura della corrispondenza fino al momento della consegna, la notifica degli atti esattoriali ed altro;
6) a precisare l'impatto occupazionale del piano di razionalizzazione della rete degli uffici postali nella sua attuazione a regime;
7) a rilanciare lo spirito costruttivo di un nuovo modello di sviluppo nel settore della logistica di recapito rappresentato anche dalle nuove possibilità che la diffusione dell'e-commerce offre, riprendendo una sistematicità di confronto tra tutti i soggetti in gioco, come quello iniziato con il memorandum del 2007 fra Ministero delle comunicazioni, Poste italiane e agenzie di recapito.
(1-00399)