• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
S.2/00259 URAS, FLORIS, DE PETRIS, PETRAGLIA, CERVELLINI, DE CRISTOFARO, BAROZZINO, ORELLANA, BIGNAMI, SIMEONI, CAMPANELLA, DE PIN, GAMBARO, MASTRANGELI, MOLINARI, CASALETTO, Maurizio ROMANI - Al...



Atto Senato

Interpellanza 2-00259 presentata da LUCIANO URAS
mercoledì 8 aprile 2015, seduta n.424

URAS, FLORIS, DE PETRIS, PETRAGLIA, CERVELLINI, DE CRISTOFARO, BAROZZINO, ORELLANA, BIGNAMI, SIMEONI, CAMPANELLA, DE PIN, GAMBARO, MASTRANGELI, MOLINARI, CASALETTO, Maurizio ROMANI - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che per l'anno 2009 era stato previsto dal Governo nazionale allora in carica lo svolgimento in Sardegna, a La Maddalena, del vertice G8;

considerato che, per quanto risulta agli interpellanti:

non è mai stata data dalle competenti autorità pubbliche incaricate dell'organizzazione dell'evento internazionale la necessaria puntuale informazione nelle forme ufficiali, sui programmi e sulla qualità degli interventi inerenti a opere pubbliche, relativi finanziamenti, opere private convenzionate, destinazione finale dei beni pubblici, procedure garantite di assetto territoriale e di rispetto ambientale in conformità alle leggi e alle normative di pianificazione vigenti nel territorio sardo;

anzi, i provvedimenti governativi centrali che si sono susseguiti hanno aperto la strada a procedure eccezionali, derogatorie, peraltro coperte da segreto di Stato, in materia urbanistica, paesaggistica, di appalti e forniture, materie nelle quali interviene la competenza talora esclusiva talora concorrente della Regione, non solamente a livello esecutivo, ma soprattutto a quello legislativo;

tale modalità operativa per la organizzazione del G8 è stata denunciata, anche nel Consiglio regionale della Sardegna, in più occasioni, con il deposito di formali atti di sindacato ispettivo o di indirizzo (mozione n. 174 del mese di aprile 2008) del tutto ignorati e anzi contrastati sul piano politico;

in tali atti si sottolineava come un evento come il G8, ancorché eccezionale, esterno, per niente trasparente e garantista nelle finalità e nei modi che usualmente venivano adottati per la sua organizzazione, non potesse costituire ragione o causa di sconvolgimento radicale né della programmazione regionale dello sviluppo, né dell'ordinato svolgimento delle attività sociali ed economiche dell'isola nel suo complesso e della sede individuata in particolare;

purtroppo non risultavano evidenziati i tratti innovativi di quel vertice, nonostante essi in diverse circostanze fossero stati enunciati, persino nelle leggi della Regione e dello Stato (articoli specifici della finanziaria nazionale e di quella regionale), e cioè: la promozione dei diritti umani, delle comunità e dei popoli, il programma concordato tra Regione e Stato relativo alla realizzazione di un complesso di infrastrutture sociali e di servizi civili contestualmente finalizzato all'occupazione stabile, alla salvaguardia ambientale e alla cooperazione euromediterranea, nel rispetto degli obiettivi di trasformazione dell'economia de La Maddalena da significativa sede di attività militare a realtà di elevato valore turistico, paesaggistico, ambientale e culturale;

in particolare, si denunciava nei citati atti del Consiglio regionale quanto fosse urgente che tutti i poteri dell'autonomia, a livello istituzionale e sociale, fossero resi partecipi di tutte le iniziative che, a qualsiasi titolo, coinvolgessero le risorse, i beni comuni e le prospettive di assetto e di sviluppo a livello locale, e quanto fossero ritenuti inammissibili gli interventi o procedure derogatori in materia di tutela ambientale, paesaggistica e di regolazione urbanistica, di trasparenza e pari opportunità nelle attività economiche e nella dotazione infrastrutturale territoriale, di disponibilità e destinazione dei beni pubblici regionali, e conseguentemente inaccettabile la sottoposizione di tali interventi e procedure al segreto di Stato;

premesso inoltre che:

la decisione del Consiglio dei ministri n. 46 del 23 aprile 2009 di organizzare lo stesso G8 in Abruzzo, trasferendolo dalla sede originariamente prevista di La Maddalena, in assenza del presidente della Regione autonoma della Sardegna, del quale è prevista la presenza nelle circostanze nelle quali sono trattate questioni di diretto interesse della Regione (articolo 47 dello statuto speciale), a giudizio degli interpellanti determinò di fatto condizioni ulteriori di pregiudizio delle risorse già investite nelle procedure di realizzazione del vertice nell'isola;

l'organizzazione del G8 in Sardegna era stata rappresentata come una fondamentale occasione di sviluppo economico, di servizi e strutture pubbliche per il nord Sardegna;

gli appalti erano stati assegnati mediante procedure semplificate, previste da ordinanze di protezione civile per il G8, con una serie di vantaggi alle imprese assegnatarie, in relazione ai previsti tempi di consegna dei lavori;

in relazione allo spostamento del vertice si sarebbero determinati eventuali, mai verificati, risparmi di spesa per 220 milioni di euro, sui lavori e sulla sicurezza, ponendo a rischio il corretto completamento delle opere avviate e comunque stabilendo che gli eventuali e del tutto ipotetici predetti risparmi fossero incamerati dal Ministero dell'economia e delle finanze, senza considerare la loro destinazione di fondi di sviluppo assegnati alla Sardegna;

a parere degli interpellanti con tali decisioni e connessi comportamenti si ponevano le basi per gravi sprechi, gestioni confuse di fondi pubblici e il rischio della rinuncia a investimenti imprenditoriali e all'utilizzo produttivo delle strutture realizzate o ristrutturate, come nel caso dell'ex arsenale;

a tutto ciò andavano sommati i danni economici rilevanti per il settore turistico e alberghiero-ricettivo, il rischio sul terreno della legalità dei comportamenti amministrativi e i notevoli ritardi realizzativi connessi ad opere infrastrutturali molto attese come la strada tra Sassari e Olbia, per un valore di circa 800 milioni di euro, considerata una arteria importantissima ai fini della sicurezza stradale e per lo sviluppo dell'area nord dell'isola e in particolare della Gallura e dell'arcipelago di La Maddalena, da decenni soggetto a gravami e servitù militari e finalmente meritevole di adeguate compensazioni;

considerato, inoltre, che, per quanto risulta agli interpellanti:

proprio in relazione al G8 e all'organizzazione della sua gestione successivamente sarebbero state promosse iniziative giudiziarie con rinvio a giudizio di diversi imputati per ipotesi di reato che vanno dalla corruzione al favoreggiamento della prostituzione; le vicende sono tra le altre quelle che riguardano La Maddalena, ed in particolare: 1) l'appalto per la realizzazione del quarto lotto di interventi infrastrutturali e complementari per la costruzione del palazzo delle conferenze e dell'area delegati; 2) l'appalto per la realizzazione del quinto lotto di interventi infrastrutturali e complementari per la costruzione della residenza dell'arsenale; 3) l'appalto per la realizzazione del sesto lotto di interventi infrastrutturali e complementari per la costruzione dell'area stampa e dei servizi di supporto;

con atto n. 178 dell'aprile 2012 in Consiglio regionale della Sardegna veniva richiesto alla Regione la costituzione di parte civile nel citato processo penale, in ragione dei gravi danni subiti dalla comunità sarda, e sottolineato che lo Stato italiano avrebbe speso a La Maddalena importi superiori ai 400 milioni di euro senza alcuna significativa utilità economica e sociale, con utilizzo di fondi FAS assegnati alla Regione;

ritenuto infine che, a parere degli interpellanti, devono essere sostenute le ragioni espresse dall'amministrazione comunale de La Maddalena attraverso l'iniziativa proposta dal sindaco che, con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, al capo del Dipartimento della protezione civile e al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, intima l'integrale risarcimento dei danni subiti, da definire attraverso la costituzione di un confronto interistituzionale tra Stato, Regione, Comune al fine di porre rimedio agli esiti di "condotte commissive e omissive, che hanno contribuito a creare un grave danno di immagine e ambientale alla Maddalena, una perdita di chance qualificabili come indebita compressione del diritto e potere del Comune di programmare e pianificare un ordinato sviluppo del proprio territorio",

si chiede di conoscere:

se il Governo intenda attivarsi per acquisire le necessarie informazioni sulla vicenda di cui in premessa con particolare riferimento alle realizzazioni sulle quali, come sottolineato dall'amministrazione comunale de La Maddalena, "potrebbero essere stati commessi molteplici illeciti di natura penale e contabile per i quali sono in corso due processi al tribunale di Roma e di Tempio, nei quali il Comune avrà modo di richiedere il risarcimento di tutti i danni subiti";

in considerazione delle responsabilità, politiche e gestionali, in capo ai Ministeri e agli uffici dello Stato, se intenda attivarsi, per quanto di competenza, al fine di accogliere l'istanza avanzata dal Comune de La Maddalena istituendo una specifica procedura di confronto e attuazione, coinvolgendo la Regione Sarda, finalizzata ad adottare i conseguenti provvedimenti normativi e finanziari per il risarcimento dei danni subiti e per la promozione dello sviluppo economico e sociale dell'arcipelago maddalenino.

(2-00259)