• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.6/00097 sentite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alla riunione straordinaria del Consiglio dell'Unione europea del 23 aprile 2015 il cui obiettivo è discutere dopo i...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00097 presentata da LOREDANA DE PETRIS
mercoledì 22 aprile 2015, seduta n.435

Il Senato,
sentite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alla riunione straordinaria del Consiglio dell'Unione europea del 23 aprile 2015 il cui obiettivo è discutere dopo i tragici eventi accaduti nel Mar Mediterraneo, di quali azioni immediate gli Stati membri e le istituzioni dell'UE possono adottare congiuntamente per affrontare la situazione;
premesso:
nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2015 una barca che trasportava migranti proveniente dalla costa sud del Mar Mediterraneo è naufragata nel canale di Sicilia;
i numeri non sono stati ancora confermati, ma secondo le prime testimonianze dei superstiti si temono tra i 700 e 900 morti;
se confermati i numeri, sarebbe questa la più grande tragedia di sempre nel Mar Mediterraneo;
da quando è stata cancellata la missione "Mare nostrum" si è registrato un picco di decessi nel Mar Mediterraneo con almeno 1600 morti nelle ultime settimane. Un numero quasi 100 volte superiore allo stesso periodo dell'anno scorso quando era attiva la missione di ricerca e soccorso oggi sostituita dal programma di controllo delle frontiere denominato "Triton";
l'operazione "Mare nostrum" aveva un raggio di azione fino a ridosso alle coste libiche e furono soccorse oltre 160.000 persone. Durante "Mare nostrum" sono stati arrestati 728 scafisti in circa un anno di attività. "Triton" ha come obiettivo il controllo delle frontiere e un raggio di azione di 30 miglia dalle coste italiane;
la missione dell'UE "Triton" è insufficiente e strutturalmente inadeguata per fronteggiare la straordinarietà del fenomeno migratorio e se non si interviene prontamente, come evidenziato dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), si rischia di toccare la cifra di 30.00 entro la fine dell'anno, alla luce dell'attuale trend;
occorre avviare un operazione di ricerca e salvataggio (sul modello di "Mare nostrum") promossa, coordinata e finanziata a livello europeo, con il mandato del soccorso e della protezione dei migranti in mare;
si stima che siano tra i 15.000 e 25.000 i migranti morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo dal 1998;
sono numeri di una guerra che giorno dopo giorno si sta svolgendo nel Mediterraneo sotto i nostri occhi e questo avviene sia per una situazione di forte instabilità in Libia e come conseguenza dei diversi conflitti che si registrano in Medio Oriente e nel continente africano - come in Iraq, Siria, Afghanistan, Yemen, Nigeria, Somalia, Eritrea, Sudan solo per citarne alcuni - e sia per le migliaia di migranti che sfuggono da carestie, fame e povertà o dagli effetti dei cambiamenti climatici antropici globali;
l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) assiste oltre 50 milioni tra rifugiati e sfollati in tutto il mondo. Complessivamente il numero risulta essere ancora più ampio se si conteggiano ad esempio anche i cosiddetti "climates refugees", ossia coloro che sono vittime di migrazioni forzate determinate dagli effetti negativi dei disastri ambientali e dei cambiamenti climatici e che attualmente non sono riportati in nessuna statistica ufficiale e spesso non assisti da alcuna organizzazione umanitaria;
sono cifre destinate a crescere in maniera esponenziale nei prossimi mesi per via del moltiplicarsi dei conflitti che colpiscono anche il cuore dell'Europa. Secondo stime dell'ONU dall'inizio della crisi in ucraina circa 430.000 profughi si sono riversati oltre il confine in Russia;
i dati forniti da Eurostat sulle richieste di asilo presentate in Europa fotografano un fenomeno, quello dei rifugiati e richiedenti asilo, di imponenti dimensioni e che necessita di una forte politica comune dell'Unione europea;
secondo il rapporto fornito dall'istituto europeo di statistica, le persone che nel 2014 hanno chiesto asilo sul territorio dell'Unione europea sono state 626.000, con un aumento del 44 per cento rispetto al 2013;
di questi, un rifugiato su tre ha chiesto asilo in Germania, Paese che ha ricevuto 202.000 richieste, pari al 32 per cento del totale, seguita da Svezia con 81.000 (13 per cento), Italia con 64.600 (10 per cento), Francia 62.000 (10 per cento) e Ungheria 42.000 (7 per cento);
secondo l'UNHCR in tutti i Paesi industrializzati del mondo nel 2014 sono state registrate quasi 900.000 richieste d'asilo, un record da vent'anni a questa parte. Oltre ai Paesi dell'UE, quelli che hanno ricevuto maggiori richiesta di asilo sono gli Stati Uniti (121.000) e la Turchia (87.800);
dall'inizio dell'anno, più di 36.000 richiedenti asilo e migranti sono giunti in Europa meridionale via mare;
le richieste di asilo nei Paesi dell'Unione europea sono disciplinate dal Regolamento n. 604 del 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013 (cosiddetto Regolamento Dublino III), che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di Paese terzo o da un apolide;
in particolare, il Regolamento Dublino III obbliga i migranti a richiedere asilo nel Paese di arrivo, generando squilibri e prolungando il calvario dei richiedenti asilo anche dentro le frontiere europee;
l'Europa tutta è negligente, nulla è stato fatto nonostante i proclami: dalla Libia si parte lo stesso e il numero dei morti è drasticamente aumentato. La gestione dell'accoglienza, la "presa in carico" e l'assistenza da parte di molti Paesi dell'Unione europea continuano a presentare numerose criticità, e i costi sociali ed economici di tale negligenza e mala gestione si riflettono sia sulle popolazioni accoglienti che sui rifugiati e richiedenti asilo;
occorrere un'azione concordata dell'Europa e misure urgenti da assumere urgentemente. A questo va aggiunto un intervento delle organizzazioni internazionali come l'ONU per stabilizzare la situazione in Libia e nella risoluzione dei conflitti che imperversano in Medio Oriente e in Africa,
impegna il Governo a:
ripristinare immediatamente l'operazione "Mare nostrum" ed estenderlo a livello europeo con finalità principalmente di ricerca e salvataggio in acque internazionali e non;
proporre al Consiglio europeo un processo volto a superare il Regolamento "Dublino III" riconoscendo la profonda inefficacia e iniquità del Regolamento, che non ha permesso di regolare il diritto d'asilo in Europa, ma ha causato elevatissimi costi sociali ed economici, sostituendolo con nuovi strumenti di condivisione delle responsabilità tra i diversi Stati dell'UE;
realizzare, con gli altri partners europei, un effettivo piano di reinsediamento dei rifugiati intrappolati nei Paesi di transito che coinvolga tutti i Paesi dell'Unione prevedendo quote e criteri uniformi per la realizzazione dei programmi di reinsediamento a livello europeo;
proporre al Consiglio europeo l'apertura di canali umanitari, vie di accesso legali, affinché chi fugge da guerre, fame, carestie, persecuzioni e dagli effetti dei cambiamenti climatici possa chiedere asilo alle istituzioni europee senza doversi imbarcare sulle carrette del mare alimentando così il traffico di essere umani e quindi il bollettino dei naufragi e dei morti;
adoperarsi per il definitivo superamento della legge "Bossi-Fini" fonte di clandestinità, sfruttamento, sanatorie truffa e speculazione sulle pelle dei più poveri;
dare forza alla stabilizzazione della Libia attraverso un attivo sostegno del Consiglio europeo agli sforzi dell'inviato delle Nazioni Unite Bernardino Leon per la costituzione di un governo di unità nazionale che abbia il più largo consenso tra i libici;
proporre al Consiglio europeo il mantenimento dell'embargo sulle armi in Libia e non prevedere o paventare alcun tipo di intervento militare diretto, di supporto o di appoggio alle parti in conflitto.
(6-00097)
DE PETRIS, BAROZZINO, CERVELLINI, DE CRISTOFARO, PETRAGLIA, STEFANO, URAS, BIGNAMI, ORELLANA, MOLINARI, CASALETTO, BENCINI, Maurizio ROMANI, CAMPANELLA, BOCCHINO.