• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/01244 venerdì 28 giugno 2013 un alto prelato di Salerno, monsignor Nunzio Scarano, insieme al carabiniere XXX YYY, ex funzionario dei servizi segreti dell'Aisi, e al broker finanziario Giovanni...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01244presentato daSCOTTO Arturotesto diVenerdì 12 luglio 2013, seduta n. 52

SCOTTO e BOCCADUTRI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
venerdì 28 giugno 2013 un alto prelato di Salerno, monsignor Nunzio Scarano, insieme al carabiniere XXX YYY, ex funzionario dei servizi segreti dell'Aisi, e al broker finanziario Giovanni Carenzio, sono stati arrestati nell'ambito di un filone di indagine sullo Ior;
secondo quanto riportato dall'articolo dell'edizione on line de «La Repubblica» «Scandalo Ior arrestato prelato di Salerno. In manette anche un carabiniere e un broker» dello stesso 28 giugno, i tre sarebbero accusati di coazione, truffa e calunnia. Scarano e YYY, riferisce articolo, avrebbero cercato di far rientrare dalla Svizzera 20 milioni di euro in contanti, denaro ritenuto frutto di evasione fiscale;
lunedì 1° luglio 2013 il direttore generale ad interim dello Ior, Paolo Cipriani, e il suo vice Massimo Tulli, si sono dimessi con il placet papale e della nuova Commissione d inchiesta sullo Ior istituita solo pochi giorni prima da Papa Francesco I;
Cipriani e Tulli sarebbero infatti indagati per la «sistematica violazione delle norme anti riciclaggio da parte della Banca Vaticana tra il 2011 e il 2012», secondo quanto riportato da «La Repubblica» nell'articolo «Ior, le 13 operazioni che accusano i vertici» del 3 luglio 2013;
nelle tredici operazioni che vengono contestate si contano i famosi 23 milioni di euro congelati sui conti di corrispondenza Ior del Credito Artigiano, così come operazioni di minore entità ma dalla similare struttura, con importi vicini al milione di euro;
il 5 luglio 2013 sono stati notificati gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari sia a Paolo Cipriani che a Massimo Tulli;
come riporta «La Repubblica» del 6 luglio nell'articolo «I peccati della banca di Dio: norme antiriciclaggio aggirate per tre anni», è documentato ha operato come un sistema offshore nel cuore geografico dell'Italia e della sua capitale, libero da ogni vincolo di trasparenza, protetto dall'impenetrabile segreto vaticano e strutturalmente tarato per consentire operazioni di riciclaggio;
i pubblici ministeri scrivono che lo Ior intratteneva diversi conti correnti con banche operanti in territorio italiano, qualificati tutti, dal punto di vista formale, di «corrispondenza» ma coniuganti in realtà contemporaneamente operatività tipiche dei conti correnti ordinari e dei conti di corrispondenza;
una tale rete di «conti di corrispondenza ibridi» ha la funzione di operare come un network che è insieme di raccolta e transito di denaro, ma che, soprattutto, ha una caratteristica peculiare, ovvero la «confusione» delle giacenze sui conti;
le inchieste degli ultimi anni hanno dimostrato che più di un imprenditore italiano ha riciclato denaro proveniente da evasione fiscale utilizzando i conti correnti Ior, come nel caso degli armatori D'Amico –:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, anche normative, abbia già preso e quali intenda prendere, per quanto di competenza, al fine di rafforzare i controlli e le verifiche in materia di contrasto alle attività di riciclaggio e di trasparenza dell'attività creditizia. (4-01244)