• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/03854 CONSIGLIO - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che: la legge di stabilità per il 2014 (legge n. 147 del 2013) aveva previsto l'introduzione di possibili rimodulazioni...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-03854 presentata da NUNZIANTE CONSIGLIO
martedì 28 aprile 2015, seduta n.437

CONSIGLIO - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

la legge di stabilità per il 2014 (legge n. 147 del 2013) aveva previsto l'introduzione di possibili rimodulazioni delle aliquote di imposta e di riduzione delle agevolazioni e delle detrazioni al fine di assicurare un maggior gettito tributario pari a 3 miliardi nel 2015, a 7 miliardi nel 2016 e a 10 miliardi a decorrere dal 2017;

la legge di stabilità per il 2015 (legge n. 190 del 2014) ha semplicemente ridotto gli obiettivi di maggior gettito atteso, fissati in 3.272 milioni di euro per l'anno 2016 e in 6.272 milioni di euro a decorrere dal 2017;

le clausole di salvaguardia inserite nell'ultima legge di stabilità investono diversi settori e prevedono l'aumento dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto: per l'ordinaria si passerà dall'attuale 22 per cento al 24 per cento nel 2016, al 25 per cento nel 2017, fino al 25,5 per cento nel 2018; per quella ridotta, dall'attuale aliquota agevolata pari oggi al 10 per cento si arriverà al 12 per cento nel 2016 fino al 13 per cento nel 2018;

gli effetti positivi in termini di finanza pubblica sono stati valutati pari ad un incremento di 12.814 milioni nel 2016, di 19.221 milioni nel 2017 e di 21.965 milioni (per effetto dell'aumento delle accise oltre che dell'IVA) a decorrere dal 2018;

secondo il combinato di queste 2 previsioni, a legislazione vigente, il maggior gettito atteso sarà pari ad un aumento di 16 milioni di euro nel 2016, di 25,5 milioni nel 2017 e di 28 milioni nel 2018;

le ulteriori clausole di salvaguardia previste nella legge di stabilità per il 2015, che potrebbero aumentare il gettito, riguardano l'introduzione del meccanismo dello split payement, che permette alle pubbliche amministrazioni di poter pagare le prestazioni di servizi e l'acquisto di beni al netto dell'IVA, e l'estensione del reverse charge, ossia dell'inversione contabile, a diversi settori;

nel caso in cui l'Unione europea non dovesse rilasciare l'autorizzazione derogatoria scatteranno le clausole di salvaguardia relative all'aumento delle aliquote di accisa sui carburanti per assicurare un maggiore gettito pari a 1.716 milioni di euro a decorrere dal 2015;

il Governo ha più volte dichiarato il suo intento di eliminare tali clausole di salvaguardia, ma nel Documento di economia e finanza non sembrano esserci le giuste misure necessarie a scongiurarle;

includendo gli effetti relativi all'aumento delle aliquote IVA, a partire dal 2016, e delle accise a partire dal 2018, nel Documento di economia e finanza si specifica che la pressione fiscale passerà dal 43,5 per cento nel 2014 al 43,7 per cento nel 2019, aumentando al 44,1 per cento nel 2016 e nel 2017;

l'indebitamento netto è confermato rispetto ai valori dell'autunno 2014 pari a 2,6 nel 2015, 1,8 nel 2016 e 0,8 nel 2017;

nel Documento di economia e finanza è previsto che si scongiuri l'attivazione della clausole di salvaguardia attraverso un "miglioramento del quadro macroeconomico", ossia un aumento del gettito, e attraverso una "flessione della spesa per interessi rispetto alle previsioni dello scorso anno", che dovrebbe portare ad un effetto complessivo pari allo 0.4 per cento del PIL;

allo stesso fine si prevedono interventi di revisione della spesa per una percentuale del Pil pari allo 0,6 per cento;

tali misure si dovrebbero quindi tradurre, da un lato, in 6,44 miliardi in base alla riduzione temporanea dei tassi e alla presunta crescita strutturale e, dall'altro, il 9,66 miliardi di spending review;

nel caso in cui gli obiettivi di bilancio non dovessero essere raggiunti, le clausole di salvaguardia entreranno in vigore per assicurare i previsti incrementi di gettito fiscale, con gravissime ripercussioni sulla nostra economia;

in tutte le stime, da quelle dell'ISTAT a quelle OSCE fino alle previsioni del Fondo monetario internazionale, la tiepida ripresa in atto è frutto di favorevoli congiunture esterne, quali la ripresa delle esportazioni che non deriva certo da trend positivi della domanda interna e degli investimenti, rimasti ancora sui livelli stimati nei periodi di recessione;

un ulteriore incremento dell'IVA potrebbe favorire solo l'economia sommersa, generando conseguenze ben più gravi per i conti pubblici, poiché si potrebbero rendere a loro volta necessarie ulteriori misure di austerity a causa del mancato gettito derivante dall'incremento delle aliquote sui beni di consumo, contrariamente all'ultima raccomandazione del Fondo monetario internazionale che considera invece adeguato smorzare l'austerità per favorire la ripresa economica;

la Banca d'Italia inizialmente aveva bocciato duramente la legge di stabilità, sostenendo che più elevata è l'imposizione (come aveva infatti notato il vice direttore Signorini nell'audizione alle Camere) tanto maggiore è l'incentivo all'occultamento delle transazioni finanziarie;

tali considerazioni, derivate da seri dubbi coltivati dalla Banca d'Italia in merito al gettito in entrata, proprio per il possibile effetto dell'attivazione delle clausole di salvaguardia, sono considerate dall'istituto di credito nazionale "come soluzioni che rispecchiano difficoltà e ritardi nell'effettiva realizzazione della revisione della spesa pubblica",

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno presentare al più presto un piano dettagliato di misure di spending review tali da poter efficacemente garantire la disapplicazione delle clausole di salvaguardia relative all'aumento delle aliquote dell'imposta sul valore aggiunto e delle accise sul carburante, al fine di prevedere dei concreti e subitanei effetti positivi sui saldi, considerato anche il fatto che, a differenza delle passate manovre finanziarie, in cui le clausole venivano poste a salvaguardia di un risultato di altre misure di esito incerto, le attuali disposizioni relative agli aumenti dell'IVA sono già in vigore.

(4-03854)