• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/05473 la trasmissione Report del 26 aprile 2015, dedicata alla sicurezza alimentare, ha reso pubbliche due inchieste della magistratura di Cuneo, insieme alla Guardia di finanza, volte a denunciare la...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05473presentato daBUSTO Mirkotesto diMercoledì 29 aprile 2015, seduta n. 418

BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, MICILLO, TERZONI, ZOLEZZI, GAGNARLI, GALLINELLA, PARENTELA, L'ABBATE, BENEDETTI e MASSIMILIANO BERNINI. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
la trasmissione Report del 26 aprile 2015, dedicata alla sicurezza alimentare, ha reso pubbliche due inchieste della magistratura di Cuneo, insieme alla Guardia di finanza, volte a denunciare la presenza di carni dopate di migliaia di vitelli che, aggirando i controlli del sistema sanitario nazionale e risultando certificate, finiscono poi sulle tavole dei consumatori;
la carne bianca, rispetto a quella rossa, registra un consumo maggiore, perché ritenuta più magra e salutare, motivo per cui, il più delle volte, è destinata soprattutto a bambini e anziani per le sue proprietà;
le indagini, in particolare, si sono concentrate su due allevamenti intensivi della provincia di Cuneo. Nel primo caso l'allevatore – oggi condannato per adulterazione e contraffazione di alimenti, nonché per corruzione di un ex veterinario della ASL —, con la complicità del tecnico della stalla e del veterinario corrotto della ASL, è riuscito a superare positivamente i controlli, per ben 5 anni, nonostante gli animali venissero trattati con il clenbuterolo. È questa una sostanza proibita, che riduce il grasso e fa aumentare la massa magra della carne, provocando, però, iperglicemia e ingrossamento degli organi degli animali e risultando pericolosa per gli uomini. Nel secondo caso, invece, sempre come denunciato da Report, gli animali subivano iniezioni di steroide sessuale cancerogeno;
il servizio di Report si è esteso anche agli allevamenti tradizionali, rivelando come, in alcuni casi, venissero usati mangimi complementari, autorizzati a livello europeo, fatti di sostanze chimiche usate per assecondare le esigenze dell'industria e del mercato dei mangimi, come nel caso della sostituzione del latte nel momento in cui ne è salito il prezzo;
i due casi denunciati dimostrano come, nel settore del commercio della carne, esista, in alcuni casi, un sistema di tacita complicità tra grossisti e macellai che, pur accorgendosi delle caratteristiche adulterate della carne — a volte troppo bianca, altre troppo scura – permettono il perpetuarsi di tali situazioni;
le azioni illecite, denunciate dalla magistratura, trovano supporto nei limiti stessi del sistema ufficiale dei controlli che, basandosi su esami chimici su campioni di urina o sangue, non riesce a individuare, se effettuato anche solo dopo due giorni dal trattamento dopante, i residui di tali sostanze negli animali;
confidando in questo sistema, invece, il Ministero della salute nel 2013 ha pubblicizzato sul proprio sito come il 99,8 per cento di 38.250 campioni esaminati negli allevamenti di tutte le specie e i loro derivati fossero risultati conformi ai parametri di legge, rassicurando così i consumatori e garantendo per la salute pubblica;
in realtà, come si apprende dalla stessa trasmissione, esistono due tipologie di controlli alternativi a quello attualmente validato, capaci di rivelare i potenziali trattamenti adulteranti, perché si concentrano sui parametri dei biomarcatori, dove resta impressa, per più tempo, traccia delle conseguenze delle manipolazioni subite dagli animali;
queste metodologie sono il prelievo e l'analisi del pelo, unico elemento dove resta memoria biologica, e l'esame istologico, che individua le alterazioni delle sostanze anabolizzanti sugli organi degli animali, almeno limitatamente alle sostanze ricercate;
quest'ultima metodologia risulta essere in fase sperimentale da 7 anni, come dichiara la responsabile istopatologia dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, e viene usata in alcuni campionamenti dai macellai, ma con una media troppo bassa. Inoltre, seppure vengano riscontrate anomalie negli organi degli animali, secondo l'attuale sistema, la carne ha già superato i controlli e si trova già in commercio, mentre gli allevatori non rischiano sanzioni, se non essere inseriti in una lista di sospettati;
nonostante l'efficacia comprovata di tali metodi, con cui verrebbe assicurato un controllo più approfondito contro il fenomeno della contraffazione delle carni, e lo stesso rapporto dell'EFSA che ha segnalato, già due anni fa, le carenze dell'attuale sistema, la Commissione europea e il Ministero della salute non investono nella ricerca di metodi alternativi, continuando ad attenersi al piano nazionale residui che, definito sulla base di precise direttive comunitarie, stabilisce le sostanze da cercare e il metodo da utilizzare –:
come intendano procedere i Ministri interrogati, ognuno per il proprio ambito di competenza, affinché il sistema dei controlli sia in grado di rilevare qualsiasi sostanza anomala nel trattamento degli animali e quindi delle carni, a garanzia della salute dei cittadini e della sicurezza alimentare, ciò anche in considerazione del fatto che il consumo di cibi di origine animale è in continua crescita, nonostante le conseguenze, sulla salute e sull'ambiente, riconosciute da numerose evidenze scientifiche e studi medici;
se si ritenga opportuno, anche con nuovi strumenti normativi, rafforzare i controlli all'interno degli allevamenti e inasprire il sistema sanzionatorio, affinché gli animali non siano costretti a subire tali manipolazioni e tutta la catena di operatori, dagli allevatori ai macellai, sia incoraggiata a denunciare qualsiasi irregolarità, anche a difesa di chi lavora onestamente;
se ritengano opportuno, in considerazione dei fatti emersi, investire in ricerca e studio di metodi di controllo alternativi per ottenere e mettere in uso un sistema definitivo, più flessibile, che sia strumento di vera garanzia e certificazione della salute delle nostre carni e dei consumatori. (5-05473)