• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.3/00240 PADUA, ORRU', MINEO, LUMIA, CIRINNA', CUOMO - Al Ministro della giustizia - Premesso che: la legge n. 148 del 2011, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 138 del 2011,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00240 presentata da VENERA PADUA
martedì 16 luglio 2013, seduta n.068

PADUA, ORRU', MINEO, LUMIA, CIRINNA', CUOMO - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

la legge n. 148 del 2011, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 138 del 2011, contiene, tra l'altro, una delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari;

con il decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, è stata data attuazione alla delega attraverso la revisione della geografia giudiziaria mediante la riorganizzazione degli uffici di tribunale e delle relative procure della Repubblica; tale riforma acquista efficacia decorsi 12 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, ovvero a partire dalla data del 13 settembre 2013;

le motivazioni principali della riorganizzazione geografica delle sedi giudiziarie sono riconducibili a ragioni di contenimento economico della spesa e di razionalizzazione delle risorse umane e logistiche che, tuttavia, non dovunque trovano effettiva rispondenza;

l'originario schema di decreto trasmesso al Senato (atto del Governo n. 494) aveva previsto la soppressione di 37 dei 165 tribunali (e relative procure) esistenti, e di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale. Sarebbero, in conclusione, risultati 45 i tribunali non provinciali al di sotto dei criteri desumibili dalla legge delega. Di questi, 8 risultavano "intangibili" per consentire il mantenimento di almeno tre degli «attuali tribunali» (di cui 3 in Sicilia: Gela, Barcellona Pozzo di Gotto, Patti);

la II Commissione (Giustizia) della Camera dei deputati aveva espresso, il 1° agosto 2012, un parere favorevole, con numerose condizioni. Il testo definitivo del decreto legislativo ha, in particolare, accolto le seguenti condizioni del parere: 1) mantenimento in vita di alcuni tribunali in territori caratterizzati da una significativa presenza della criminalità organizzata (sono stati ridotti a 31 i tribunali soppressi, risultando esclusi dall'elenco degli uffici "tagliati", rispetto allo schema originario, i tribunali di Caltagirone, Sciacca, Castrovillari, Lamezia Terme, Paola e Cassino); 2) esplicita previsione di un termine (31 dicembre 2012) per l'adozione delle nuove piante organiche degli uffici giudiziari;

considerato che:

il tribunale di Modica rientra tra i 31 tribunali di cui è stata prevista la soppressione;

il tribunale vanta antiche e gloriose tradizioni. Venne, infatti, istituito nel 1361, dopo che Federico IV d'Aragona, con decreto del 27 febbraio di quell'anno, aveva concesso a Federico Chiaramonte l'esercizio del potere giurisdizionale nella Contea di Modica;

fino al 2003 gli uffici giudiziari erano allocati in due diversi edifici, angusti ed assolutamente insufficienti rispetto alle esigenze operative degli uffici giudiziari allocati. Nel settembre 2003, ultimati i lavori di costruzione del nuovo palazzo di giustizia (iniziati negli anni '70), gli uffici giudiziari sono stati trasferiti nel nuovo edificio, che è stato ufficialmente inaugurato il 29 gennaio 2004 dal Presidente della Camera pro tempore;

il nuovo palazzo di giustizia ha, allo stato, adeguatamente risolto i problemi di edilizia giudiziaria del circondario, investendo ingenti somme per dotare la città di un tribunale moderno;

la competenza territoriale del tribunale riguarda, attualmente, i comuni di Ispica, Modica, Pozzallo e Scicli, un territorio ad alta presenza criminale dove operano gruppi che controllano il traffico d'eroina e il gioco d'azzardo. Un'attività, quest'ultima, che offre un canale illecito di "investimento" e le bische, a Ragusa e nel suo territorio, si inseriscono in questo quadro e assumono una dimensione pericolosamente nuova come mezzo di "riciclaggio" del denaro sporco proveniente dal traffico d'eroina. Se tutto questo non è ancora definitivamente classificabile come mafia, il merito è solo della gente e dei presidi di giustizia prossimi ai territori;

su tutto quanto precede, vigila e presidia il territorio, tra gli altri, il tribunale di Modica con una forte opera di contrasto al crimine organizzato;

considerato che:

in Senato sono già stati presentati diversi disegni di legge volti a modificare nella sostanza alcune delle determinazioni del decreto legislativo n. 155 del 2012 (tra cui il disegno di legge 642 a prima firma Casson, firmato anche da altri senatori fra i quali Lumia e Padua), per ragioni attinenti sia alla legittimità costituzionale, sia all'efficienza specifica di alcuni uffici giudiziari, sia alla necessità di un approfondimento relativamente ad alcune sedi particolarmente impegnate nella lotta alla criminalità organizzata (tra cui, appunto, la Sicilia): si ritiene opportuno rivedere alcune delle deliberazioni assunte nel 2012 e ragionare con ponderatezza sull'insieme della materia e, pur rimanendo convinti dell'indispensabilità della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, viene proposta la proroga di un anno delle disposizioni del decreto legislativo n. 155 del 2012;

con un'interpellanza a prima firma della prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo (2-00044), cui non è ancora stata data risposta, si evidenzia che il 1° febbraio 2013, nell'ambito della riorganizzazione dell'ordinamento penitenziario, il Ministro in indirizzo ha decretato la soppressione anche delle case circondariali di Mistretta, Modica e Nicosia;

la decisione in ordine alla soppressione delle citate case circondariali è stata motivata da esigenze di carattere economico e gestionale, le stesse esigenze che avrebbero fatto decidere anche per la soppressione del tribunale di Modica e che, tuttavia, risultano non tener conto di numerosi fattori. In particolare, la motivazione principale della soppressione delle case circondariali risiederebbe nel fatto che il loro mantenimento comporterebbe oneri eccessivi per l'erario, in rapporto alle loro piccole dimensioni. Il decreto esplicita che questa decisione è stata presa in funzione dell'apertura di nuovi padiglioni detentivi a Palermo e ad Agrigento ed alla ristrutturazione della casa circondariale di Ragusa, dove, però, si ricorda nella citata interpellanza, i posti non sono ancora totalmente a disposizione per accogliere i detenuti e che comunque comportano costi elevati di gestione;

dunque, la logica del contenimento delle spese adottata per giustificare la chiusura del tribunale e del carcere di Modica non trova riscontro nella realtà: nel primo caso, per la recente costruzione dell'attuale sede del tribunale; nel secondo caso per gli onerosi costi che comporterebbe il trasferimento dei detenuti accolti in una struttura modello in una sede non ancora ultimata, oltre ad un aggravio in termini di condizione umana sia per i detenuti che per i familiari, costretti a pesanti e dispendiosi spostamenti per visitare i congiunti,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, in considerazione dell'alto tasso di criminalità presente nel territorio, riconosciuta come oggettiva motivazione per mantenere effettivi i tribunali di Caltagirone e Sciacca, non ritenga opportuno e necessario attivarsi con azioni di propria competenza al fine di garantire anche la permanenza del tribunale di Modica, la cui soppressione, prevista ai sensi del decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, priverebbe i cittadini di un importantissimo ed indispensabile presidio per la tutela del diritto alla legalità e della sicurezza dei cittadini del posto.

(3-00240)