• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/01489 i maggiori esperti del mondo si sono riuniti ieri a Roma per la conferenza internazionale «Poverty Alleviation, a role for technology and infrastructure», una forma di «global collective...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01489presentato daARTINI Massimotesto diMercoledì 13 maggio 2015, seduta n. 426

ARTINI, BECHIS, BALDASSARRE, BARBANTI, MATARRELLI, MUCCI, PRODANI, RIZZETTO, SEGONI e TURCO. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
i maggiori esperti del mondo si sono riuniti ieri a Roma per la conferenza internazionale «Poverty Alleviation, a role for technology and infrastructure», una forma di «global collective thinking», per confrontarsi e dare un contributo alla formazione delle politiche internazionali e nazionali da adottare per la riduzione della povertà, attraverso lo sviluppo della tecnologia e delle infrastrutture, poiché nel futuro prossimo sempre più saranno i servizi tecnologici e le necessarie infrastrutture per fornirli saranno determinanti per contribuire ad alleviare la povertà;
durante i lavori hanno preso la parola Jin-Yong Cai, vice presidente esecutivo e ceo del ramo finanza internazionale della World Bank, Nicholas Negroponte, co-founder della MediaLab del MIt, Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth Institute della Columbia University e Ibrahim Mo, presidente della omonima fondazione che ogni anno premia il miglior presidente africano, il quale, a proposito del problema dell'immigrazione di cui tanto si parla in queste settimane, ha detto che Europa e Onu dovrebbero impegnarsi di più per sostenere la creazione di lavoro e di opportunità di reddito nel sud del mondo: «La gente non scappa dal proprio Paese se ha di che vivere»;
l'Italia parte da una situazione svantaggiata poiché si classifica al 92esimo posto su 200 nazioni monitorate da NetIndex in ordine allo sviluppo dell’It;
secondo i dati forniti da NetIndex, aggiornati a maggio 2015, il nostro Paese è all'89esimo posto su 200 nazioni censite per quanto riguarda la qualità delle connessioni domestiche. Da casa si naviga in media a 10,95 megabit per secondo in download, contro una media globale di 23,15 e contro i 30,54 della Germania. In upload si viaggia a 2,41 megabit per secondo, contro i 10,58 della media globale. E ancora. Secondo l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, le reti di nuova generazione sono appena 800 mila, il 3,8 per cento del totale contro il 20 per cento in Germania e il 32 per cento del Regno Unito;
raggiungere, entro il 2020, l'85 per cento della popolazione con la banda ultralarga ad almeno 100 megabit per secondo per raggiungere anche il restante 15 per cento della popolazione da una rete che consenta di scambiare almeno 30 megabit al secondo sono due obiettivi posti dal piano annunciato dal Governo il 3 marzo 2015, che prevede un investimento di 12 miliardi di euro in sette anni e tutta una serie di incentivi per i privati;
il modello indicato dal Governo è il seguente: le aziende di telecomunicazioni potranno godere di defiscalizzazioni e credito agevolato, ma investiranno in proprio nelle 15 città principali. Il Governo interverrà con un minimo di fondi pubblici negli altri 1.130 comuni ad alta densità di popolazione e concentrerà gli sforzi finanziari, soprattutto, per mettere in pari le aree svantaggiate e di difficile copertura;
come detto, il Governo ha dimostrato la volontà di restituire al controllo pubblico le grandi reti infrastrutturali di telecomunicazioni, a cominciare da quella futura della banda ultralarga, e si ipotizza uno stanziamento da 6,5 miliardi di euro in cinque anni per la fibra ottica. Il tutto avverrà attraverso l’Enel, il colosso elettrico controllato appunto dal Ministero dell'economia e delle finanze. Entro maggio 2015, infatti, l'Esecutivo dovrà determinare modalità e quantificazione degli incentivi per costruire la nuova rete;
Enel avrebbe formalmente dichiarato alle autorità competenti la disponibilità a impegnarsi con un progetto in tempi strettissimi: tre anni per raggiungere tutta l'Italia, mandando così in soffitta la vecchia infrastruttura in rame e senza reclamare un ruolo nella gestione del servizio;
il cardine dell'operazione è rappresentato da una recente normativa che consente che il cavo della banda larga possa essere «steso» anche sui tralicci elettrici con la cosiddetta posa aerea, un'opzione che supera, ad avviso del Governo, le difficoltà degli scavi e ne comprime i costi, ma soprattutto consente di raggiungere - come si sottolinea nella lettera all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - i cosiddetti cluster C e D, ossia le aree del Paese più sottoposte al digital divide: le zone di montagna, le campagne più isolate. E quindi raggiungere direttamente gli edifici e gli appartamenti con la tecnologia fttb (fiber to the building) e ftth (fiber to the home);
lo sviluppo tecnologico effettivo va di pari passo con la capacità produttiva delle imprese, soprattutto in un momento di difficoltà strutturale come quello attuale;
ad avviso degli interroganti, l'elevato costo per i lavori di basso livello necessari per la posa interrata della fibra, la migliore performance dovuta all'assenza di interferenze elettromagnetiche emesse dalla fibra ottica rispetto agli altri conduttori e il ridotto costo per l'utilizzo, ove possibile, dei cavidotti elettrici esistenti per il passaggio della fibra ottica stessa appaiono la soluzione più efficiente, efficace ed economica per il raggiungimento degli obiettivi annunciati dal Governo –:
in che modo il Governo, oltre misure già annunciate, intenda sviluppare il progetto per la diffusione della banda larga e ultralarga in tutto il territorio nazionale, a partire dalle considerazioni sopra svolte, individuando i punti nevralgici per l'installazione dei pop wireless e wired, utilizzando i corrugati già presenti nel territorio comunali, per la posa della fibra, così da contenere i costi degli eventuali operatori pubblici e privati interessati alla prestazione dei servizi, soprattutto valutando l'ipotesi di un canone concertato per l'utilizzo dei cavidotti finalizzato allo sviluppo tecnologico uniforme del tessuto industriale del Paese, utilizzando la mappatura delle condotte già esistenti e chiedendo alle aziende che stipuleranno gli accordi di realizzare delle forme efficaci di informazione sull'uso e sui vantaggi della banda larga per aziende, cittadini e pubblica amministrazione. (3-01489)