• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01916 BATTISTA - Al Ministro della difesa - Premesso che: la task force 45 è un corpo d'elite, un'unità militare interforze composta da forze speciali italiane che svolge, a partire dal 2006...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01916 presentata da LORENZO BATTISTA
martedì 12 maggio 2015, seduta n.447

BATTISTA - Al Ministro della difesa - Premesso che:

la task force 45 è un corpo d'elite, un'unità militare interforze composta da forze speciali italiane che svolge, a partire dal 2006 in Afghanistan, operazioni prevalentemente mirate allo sradicamento del terrorismo e all'eliminazione dei fenomeni di insorgenza. Tra queste l''Operazione Sarissa', un intervento di peacekeeping condotto nell'alveo dell'ISAF (International security assistance force) finalizzato al contenimento dei fenomeni legati al terrorismo in Afghanistan;

essa si comporrebbe, secondo fonti giornalistiche, di militari provenienti da tutti i reparti delle forze speciali italiane (altresì noti come TIER1 e TIER2) e delle forze per le operazioni speciali, ossia dal gruppo di intervento speciale (GIS) dei Carabinieri, dagli incursori della marina del gruppo operativo incursori (GOI), dal 4° reggimento Alpini paracadutisti "Monte Cervino" ed infine dagli incursori del 9° reggimento paracadutisti "Col Moschin". Questi ultimi avrebbero il comando dell'unità. Infine, sarebbero due i caduti in battaglia, durante l'operazione Sarissa, appartenenti a questa unità: Rosario Ponziano, primo caporal maggiore del 4° reggimento alpini paracadutisti "Monte Cervino" e Alessandro Romani tenente del 9° reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin";

più in dettaglio, tra i compiti che risulterebbero assegnati alla task force 45, si annovererebbero, tra l'altro, operazioni speciali, ricognizioni e acquisizioni obiettivi, esplorazioni speciali, anti-terrorismo, 'human intelligence', azioni dirette, servizio di scorta per personalità diplomatiche, in ogni caso volte alla prevenzione e al contrasto di attività di matrice terroristica internazionale. Attualmente, la TF45 disporrebbe di 3 basi operative ad Herat, Kandahar, e Farah. Fonti giornalistiche riferiscono inoltre che sarebbe operativa anche in Somalia;

a quanto risulta all'interrogante tramite ricerca open source è possibile raccogliere informazioni generiche circa gli obiettivi e l'utilizzo di tale corpo d'elite, ma non è possibile addivenire a conoscenze più approfondite circa le modalità operative impiegate, le dotazioni, il Ministero d'appartenenza e finanziamento. In sintesi, non è possibile definire la task force 45 un corpo speciale attualmente riconosciuto e a disposizione del Paese. Tale circostanza, seppure sia comprensibile la necessaria riservatezza legata alla natura dell'impiego, costituisce tuttavia un elemento di ulteriore riflessione, qualora le operazioni di peacekeeping condotte travalicassero il dettato dell'articolo 11 della Costituzione;

all'interrogante appare altresì complesso ricostruire la catena di comando, che, da fonti aperte, viene attribuita al comando interforze per le operazioni delle forze speciali (COFS) e sullo scenario afgano l'unità risponderebbe al Joint Special Operation Task Group (JSOTG) "Condor A". Prima facie, emergerebbe quindi una dicotomia tra la sostanziale 'irreperibilità' dell'unità operativa all'interno delle forze armate italiane, a fronte di un riconoscimento in ambito NATO, in ragione delle operazioni svolte a stretto contatto con le forze statunitensi e britanniche;

secondo il settimanale "l'Espresso", in un articolo pubblicato il 27 marzo 2015 a firma di Gianluca Di Feo, l'unità risulterebbe attualmente coinvolta in un'operazione di schedatura dell'iride in Afghanistan, attuata dagli Stati Uniti con la collaborazione del Ministero dell'Interno di Kabul, col fine di identificare possibili terroristi. La raccolta dei dati biometrici effettuata da personale italiano risulterebbe, secondo il settimanale, oggetto di un recente parere del Garante della Privacy su richiesta del Ministero della difesa, ove sarebbe chiarito che tali dati potrebbero essere custoditi solo con il consenso della persona censita ed inoltre, potrebbero essere inseriti nell'archivio centrale del Ministero dell'interno solo dal personale autorizzato, ossia la sola Polizia di Stato. Infine, anche la trasmissione dei dati ai Paesi alleati sarebbe tuttora sub iudice. Ciò potrebbe altresì significare che personale militare italiano si troverebbe ad operare sotto comando e tutela di interessi nazionali di un altro Paese, dando quindi adito ad una anomalia;

sotto il profilo della comparazione, rileva menzionare che i corpi speciali di innumerevoli altri Paesi vengono riconosciuti ufficialmente in quanto tali, garantendo tuttavia l'anonimato dei propri componenti per ragioni di tutela e sicurezza. A titolo d'esempio, gli United States Navy's Sea, Air, Land Teams, noti come Navy Seals, lo Special Air Service SAS britannico, il Groupe d'intervention de la Gendarmerie nationale GIGN francese, il Grenzschutzgruppe 9, GSG9 Tedesco risultano essere riconosciuti a tutti gli effetti quali appartenenti al proprio sistema di difesa nazionale. Per molti di questi sono disponibili informazioni relative ad armamenti a disposizione, criteri d'arruolamento e numero di azioni compiute, garantendo con ciò un duplice obiettivo: da un lato il riconoscimento formale e lo status degli appartenenti da parte delle istituzioni e dall'altro la trasparenza che uno Stato democratico deve assicurare ai propri cittadini e al parlamento circa l'uso di strumenti di offesa in territori bellici e le limitazioni di sovranità che essi comportano. Da ultimo, la nebulosità che permane sulla task force 45 non permette di individuare quali e quanti fondi siano a disposizione di questa unità, e da quale capitolo del bilancio dello stato essi siano tratti,

si chiede di sapere:

se al Ministro in indirizzo risulti che quanto esposto in premessa corrisponde al vero ed in tal caso, se sia a conoscenza di come sia composta la task force 45, come venga impiegata e con quali obiettivi;

se risulti quale sia la filiera di comando, chi sia l'attuale vertice, ed in particolare a quale Ministero esso sia afferente in termini di responsabilità e finanziamento;

se corrisponda al vero che la task force 45 sta operando in Afghanistan alla raccolta di dati biometrici e se, al momento, essi siano al centro di una complessa disamina relativa al possesso e alla corretta detenzione degli stessi;

per quali ragioni tale corpo d'elite non sia stato ufficialmente riconosciuto e se non intenda il Ministro in indirizzo mettere in atto le opportune iniziative, al fine di procedere in tal senso, anche in ragione dell'elevato rischio a cui sono sottoposti i membri, nonché di garantire le opportune tutele professionali.

(3-01916)