• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/03933 AUGELLO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che: in data 17 aprile 2015 la linea A della metropolitana di Roma veniva evacuata con ordine radio inviato...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-03933 presentata da ANDREA AUGELLO
martedì 12 maggio 2015, seduta n.447

AUGELLO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

in data 17 aprile 2015 la linea A della metropolitana di Roma veniva evacuata con ordine radio inviato terra-treno, nel corso di uno sciopero dei macchinisti, peraltro a giudizio dell'interrogante non particolarmente riuscito, considerato che nel turno del blocco deciso dall'Atac si contavano in tutto 6 scioperanti;

sui fatti del 17 aprile l'interrogante ha già presentato un atto di sindacato ispettivo, che è in attesa di risposta (4-03819);

tuttavia a quanto risulta all'interrogante sono emersi elementi nuovi che dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, che il blocco della metro A del 17 aprile non fu determinato da uno "sciopero selvaggio", ma da una catena di decisioni della dirigenza, nell'intento di drammatizzare senza alcun motivo comprensibile una situazione che di certo non richiedeva l'evacuazione;

il fatto nuovo principale è che la scatola nera che registra le conversazioni terra-treno e che quindi avrebbe consentito di identificare l'operatore che diede l'ordine di evacuazione via radio e, per suo tramite, il dirigente che gli impartì istruzioni in tal senso, sarebbe stata sabotata la notte prima dello sciopero;

secondo il quotidiano "Il Messaggero" del 10 maggio 2015, i tecnici dell'Atac, dopo essersi accorti della manomissione del 16 aprile, avrebbero sostituito il connettore che era stato staccato, facendo perdere le tracce del precedente connettore (che pure era perfettamente funzionante), dando così modo alla commissione d'inchiesta dell'Atac di dichiarare impossibile qualsiasi approfondimento sul sabotaggio e sulle responsabilità da attribuire;

ulteriori novità sono emerse sulla gestione, da parte dell'Atac, delle informazioni riguardanti questo sabotaggio;

Atac avrebbe tentato di nascondere dal 20 al 22 aprile alla stampa ed alla città il sabotaggio della scatola nera. È certo infatti che il 20 aprile, come riporta il "Corriere della Sera", Atac fosse in cerca di un perito fonico per accertare l'autenticità di una registrazione non ufficiale diffusa in rete (probabilmente da un macchinista) che documentava l'ordine di evacuazione. Ovviamente non avrebbe avuto alcun senso cercare un perito fonico se Atac non fosse stata già consapevole del sabotaggio della scatola nera e della conseguente indisponibilità delle comunicazioni terra-treno;

anche nella relazione della commissione d'inchiesta, consegnata da Atac all'assessore alla Mobilità, Guido Improta, per una conferenza stampa il 22 aprile, vengono accuratamente evitate le parole manomissione e sabotaggio, riferendo soltanto che "i sistemi di registrazione non risultavano funzionanti e i registratori evidenziavano un malfunzionamento";

risulta accertato che Atac, fino al 22 aprile compreso, avrebbe taciuto anche all'assessore Improta le modalità della manomissione della scatola nera: è infatti lo stesso assessore, dopo che il firmatario del presente atto di sindacato ispettivo aveva anticipato alle agenzie stampa l'esistenza di un vero e proprio sabotaggio, a dichiarare che qualcuno aveva cancellato le registrazioni, dimostrando così di non aver ricevuto alcuna informazione da Atac, che in quel momento ben sapeva del distacco preventivo del cavo di collegamento avvenuto il giorno prima dello sciopero;

e sarebbero sempre riconducibili ad Atac le informazioni sbagliate fornite a caldo all'assessore, che in un primo tempo imputa il caos della metro A ad un'alta partecipazione imprevista allo sciopero, dato completamente falso, visto che gli scioperanti sul turno risulteranno essere 6 su un organico di 40;

ancora Atac avrebbe fornito altre informazioni sbagliate all'assessore Improta, che le ripete nella conferenza stampa del 22 aprile, addebitando ad un numero di malati "straordinario" il caos del 17 aprile. Mettendo a confronto i dati sugli scioperi della metro A, risulta che il totale dei malati nella giornata in questione (malati e congedi secondo la legge n. 104 del 1992) fosse di 19 unità, contro le 21 unità del 12 dicembre 2014, le 28 unità del 14 novembre 2014, le 22 unità del 24 ottobre 2014;

è infine stato provato, da 2 dichiarazioni scritte consegnate ad Atac e protocollate dalla commissione d'inchiesta, che il 17 aprile si è persino giunti a non utilizzare personale di macchina a disposizione, preferendo non impiegarlo sui treni bloccati dallo sciopero, ma avviarlo verso la stazione della metro Ottaviano per far uscire nuovi treni, salvo poi disdire quest'ultimo ordine, rinviando i due macchinisti verso le loro abitazioni;

sulla base dei fatti fin qui richiamati, risulta quindi evidente a parere dell'interrogante che il blocco della metro A sarebbe stato voluto ed organizzato da una regia occulta che doveva avere un qualche interesse nel fabbricare una bolla mediatica su un inesistente sciopero selvaggio, mettendo in ginocchio la Capitale, criminalizzando i macchinisti e suscitando una campagna contro di loro, peraltro avviata immediatamente dal sindaco Ignazio Marino, subito dopo l'annuncio del blocco della metro A,

si chiede di sapere, alla luce degli inquietanti aggiornamenti richiamati in premessa e delle ombre che questa catena di decisioni getta sull'affidabilità della macchina organizzativa comunale in vista del Giubileo, se il Ministro in indirizzo non ritenga urgente l'invio di ispettori ministeriali per svolgere un'approfondita inchiesta sull'accaduto e sulla catena di comando che si è resa responsabile di un'illegale interruzione di pubblico servizio.

(4-03933)