• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/05614 il 14 ottobre 2008 una delle aziende leader del settore degli elettrodomestici contoterzi, Antonio Merloni spa, è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria ex decreto-legge...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05614presentato daRICCIATTI Laratesto diGiovedì 14 maggio 2015, seduta n. 427

RICCIATTI, FERRARA, PLACIDO, AIRAUDO, MELILLA, DURANTI, QUARANTA, PIRAS, SANNICANDRO, KRONBICHLER, MARCHETTI e LUCIANO AGOSTINI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
il 14 ottobre 2008 una delle aziende leader del settore degli elettrodomestici contoterzi, Antonio Merloni spa, è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria ex decreto-legge n. 347 del 2003 (cosiddetta «legge Marzano»);
dopo che il bando di vendita era andato deserto più volte in tre anni, il 21 novembre 2011 veniva siglato, presso il Ministero dello sviluppo economico, un accordo propedeutico alla cessione di un ramo di azienda della Antonio Merloni all'imprenditore Porcarelli, proprietario del marchio QS Group spa, che prevedeva entro il 2011, ma con effetti a partire dal primo gennaio dell'anno successivo, l'acquisizione di tre stabilimenti – due dei quali situati in provincia di Ancona, il terzo a Nocera Umbra in provincia di Perugia –, insieme all'impiego di 700 lavoratori dipendenti dell'azienda ceduta, oltre all'acquisto dei marchi Ardo e Seppelfricke;
il costo della cessione era stato fissato a 10 milioni di euro, oltre i 3 milioni di euro di crediti dell'imprenditore Porcarelli nei confronti della Antonio Merloni;
a seguito di tale cessione del ramo di azienda, un gruppo di banche creditrici della Antonio Merloni spa, nello specifico Mps Gestione Crediti Banca spa, Unicredit Management Bank, Banca delle Marche, Banca Popolare di Ancona, Cassa di risparmio di Fabriano e Cupramontana, Banca Cr di Firenze, Banca dell'Adriatico, ricorreva al tribunale ordinario di Ancona per chiedere l'annullamento della cessione, in quanto il valore pagato dal gruppo Porcarelli per l'acquisizione, veniva valutato dai ricorrenti troppo basso e quindi lesivo dei loro interessi, nonostante avesse ottenuto l'avvallo del comitato di vigilanza previsto dalla legge «Marzano»;
il 21 settembre 2013 la seconda sezione civile del tribunale di Ancona annullava la cessione del complesso aziendale dell'Antonio Merloni alla J.P. Industries Spa-Qs Group, accogliendo il ricorso presentato dal gruppo di banche creditrici e valutando il prezzo di vendita inferiore di quasi 5 volte rispetto al valore reale, stimato in 54 milioni di euro. Secondo il collegio giudicante, la cessione aveva «violato un vincolo diretto a salvaguardare, nell'ambito della pluralità degli interessi, quello dei creditori», oltre a varie «norme imperative relative al criterio di determinazione del valore» del complesso industriale, al punto di «inficiare l'intera operazione di vendita per illiceità»;
il 28 aprile 2014 la corte di appello di Ancona confermava la sentenza di primo grado, che annullava la cessione;
il giudizio della Cassazione sulla cessione del ramo d'impresa è fissato per il prossimo 24 maggio 2014;
fonti sindacali riferiscono notizie di un possibile accordo tra le parti in contenzioso, ma le stesse banche non sarebbero disponibili successivamente all'accordo a concedere linee di credito alla J.P. Industries –:
se sia in grado, il Ministro interrogato, di confermare la notizia di un possibile accordo prima del 24 maggio prossimo, come riportato in premessa, ed in caso positivo si possa fornire ulteriori informazioni sui termini dello stesso;
quali iniziative intenda intraprendere, data anche l'emergenza occupazionale che segna i territori coinvolti, per permettere alla J.P. Industries di proseguire l'attività produttiva. (5-05614)