• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/00704 nei giorni scorsi il presidente dell'Accademia del peperoncino, Enzo Monaco, ha lanciato l'allarme circa la pericolosità del peperoncino importato da altri Paesi, tra cui l'India; siamo...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00704presentato daOLIVERIO Nicodemo Nazzarenotesto diMartedì 23 luglio 2013, seduta n. 58

OLIVERIO e MAGORNO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi il presidente dell'Accademia del peperoncino, Enzo Monaco, ha lanciato l'allarme circa la pericolosità del peperoncino importato da altri Paesi, tra cui l'India;
siamo in presenza di una concorrenza molto agguerrita sul mercato tant’è che il 70 per cento del peperoncino che giunge sulle nostre tavole proviene dalle importazioni;
a questo bisogna aggiungere che nonostante il consumo ne sia in crescita la produzione italiana di peperoncino è in diminuzione;
basti pensare che il prezzo della polvere di peperoncino indiano è di tre volte inferiore a quello della polvere di peperoncino calabrese, quella più rinomata, 4 euro contro 12;
il peperoncino importato dall'India sarebbe poi trattato con il colorante Sudan rosso I, sostanza non autorizzata per uso alimentare in quanto ritenuta cancerogena e genotossica. Di tale sostanza è impossibile stabilirne una dose giornaliera tollerabile. Sudan rosso I può anche provocare reazioni di sensibilizzazione per via cutanea o per inalazione. L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha inoltre classificato il colorante nella categoria 3 delle sostanze cancerogene;
il Sudan rosso I è un colorante considerato cancerogeno dall'Unione europea ed è stato rinvenuto in numerosi prodotti alimentari contenenti peperoncino in vendita in tutta l'Europa;
l'Unione europea ha disposto anche nel giugno del 2003 misure d'emergenza per bloccare l'importazione di ulteriori partite di peperoncino contaminate dal Sudan rosso I e per disporre la distruzione dei prodotti già importati nell'Unione europea. Tuttavia risulta che il problema non sia stato risolto e che ancora oggi sono state trovate partite contaminate;
anche la qualità è nettamente inferiore e la normativa vigente, non impone neppure di indicare sull'etichetta l'origine del peperoncino, ma solo il Paese in cui viene confezionato;
questo comporta due ordini di problemi il primo per quanto attiene alla salute dei cittadini e il secondo in merito alla concorrenza sleale esercitata da Paesi stranieri a discapito delle produzioni di qualità del peperoncino italiano ed in particolare calabrese –:
se e quali iniziative il Governo intenda attivare per verificare quanto esposto in premessa, indagando circa la qualità e la pericolosità del peperoncino commercializzato proveniente dall'estero e quali misure a sostegno della qualità delle produzioni tipiche, come quella della Calabria che necessita di adeguata tutela a partire dalla tracciabilità nell'interesse dei consumatori e della loro salute. (5-00704)