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Atto a cui si riferisce:
C.1/00867 premesso che: le prime occupazioni dei CSOA (centro sociale occupato autogestito) in Italia sono riferibili ai primi anni ’70. I movimenti extraparlamentari di estrema sinistra...



Atto Camera

Mozione 1-00867presentato daFEDRIGA Massimilianotesto diLunedì 18 maggio 2015, seduta n. 429

La Camera,
premesso che:
le prime occupazioni dei CSOA (centro sociale occupato autogestito) in Italia sono riferibili ai primi anni ’70. I movimenti extraparlamentari di estrema sinistra collegati alle frange violente dell'eversione antagonista e anarco insurrezionalista hanno pianificato come forma di lotta l'occupazione di immobili da utilizzare come basi logistiche per l'aggregazione dei giovani militanti;
negli anni, grazie ad una eccessiva tolleranza delle istituzioni, queste occupazioni si sono moltiplicate e si sono sempre più organizzate trasformando le strutture occupate in centri polifunzionali dove vengono svolte le più disparate attività anche al fine di autofinanziare la lotta politica;
i centri sociali sono dei luoghi dove anche le attività illegali vengono tollerate, basti pensare alle rituali iniziative periodiche finalizzate a propagandare il messaggio politico della legalizzazione delle droghe con iniziative quali «la festa della semina e del raccolto», dove l'uso e l'abuso di sostanze stupefacenti è noto e, contro ogni principio di legalità, in nessun modo contrastato o sanzionato dalle istituzioni;
la legge delega del 28 aprile 2014, n. 67 (in Gazzetta ufficiale del 2 maggio 2014) ha introdotto la depenalizzazione del reato di occupazione abusiva di edifici o terreni altrui pubblici o privati. Lo stabilisce l'articolo 2, comma 3, n. 4 di detta legge che dispone, tra le altre, l'abrogazione del reato di cui all'articolo 633, comma 1, codice penale;
secondo una recente inchiesta giornalistica sono circa 170 in tutta Italia i centri sociali abusivi monitorati dalle forze dell'ordine, ma ce ne sarebbero altrettanti «sommersi» di cui non si ha notizia. Nelle due principali città italiane se ne contano 66: 41 a Roma e 25 a Milano. I centri sociali, secondo gli investigatori, sono le basi operative italiane dei movimenti antagonisti;
l'eversione extraparlamentare della sinistra antagonista e anarco insurrezionalista ha caratterizzato negativamente la storia recente del nostro Paese mettendo in atto azioni di lotta violenta sfociate a volte in fenomeni riconducibili alle organizzazioni terroristiche;
gruppi eversivi antagonisti presenti nel territorio italiano collegati alle strutture dei centri sociali occupati rappresentano ad oggi un pericolo per la democrazia. I fatti, (basti pensare, a titolo esemplificativo, alla guerriglia messa in atto a Milano in occasione della giornata di apertura dell'Expo 2015), dimostrano i loro collegamenti internazionali con le altra strutture presenti in Europa e nel resto del mondo;
la rete antagonista opera senza un'organizzazione precisa e senza una pianificazione strategica sul modello che era proprio delle realtà delle cellule terroristiche del passato come le Brigate Rosse. Una realtà orizzontale senza alcuna gerarchia che utilizza il web come principale forma di comunicazione. Tutto ciò rende il lavoro della magistratura più complesso in quanto è difficile accusarli di reati associativi;
per quanto risulta ai firmatari del presente atto di indirizzo le frange estreme e violente dell'antagonismo di estrema sinistra stanno concentrando le loro azioni criminali contro il movimento politico della Lega Nord. Con un'organizzazione paramilitare mettono in atto aggressioni fisiche, presidi per contrastare la libertà di manifestazione, intimidazioni minatorie anche attraverso l'utilizzo di strumenti telematici e attentati verso le sedi politiche;
tali episodi non possono essere sottovalutati. Il nostro Paese, infatti, ha già vissuto periodi molto bui dove le frange estreme passarono dalla contrapposizione politica violenta al vero e proprio terrorismo;
l'antagonismo extraparlamentare è alimentato, ad avviso dei firmatari del presente atto, da atteggiamenti incoerenti di alcune strutture legate ai partiti riconosciuti nell'arco costituzionale, che se da un lato si dissociano dinnanzi all'utilizzo della violenza come strumento di affermazione politica, dall'altro lato partecipano e sovvenzionano queste strutture come se fossero delle organizzazioni parallele per alcune attività di partito;
ai cittadini tutti ed in particolar modo quando sono chiamati, attraverso l'espressione legittima dell'esercizio del voto, a ricoprire cariche politiche di rappresentanza, deve essere garantito nei limiti stabiliti dalla Costituzione il diritto di esprimere e manifestare le proprie idee;
è tempo di introdurre nel nostro ordinamento giuridico il DAMPO divieto di accedere alle manifestazioni politiche, prima che il nostro Paese rischi di tornare a vivere «gli anni di piombo»,

impegna il Governo

ad operare una mappatura dei centri sociali occupati e autogestiti segnalando quelli maggiormente a rischio per la presenza di frange estreme dell'antagonismo e dei movimenti anarco insurrezionalisti;
ad assumere le necessarie iniziative per giungere all'immediata chiusura di tutti i centri sociali occupati abusivamente;
ad assumere iniziative normative anche attraverso l'utilizzo dello strumento della normativa d'urgenza per considerare l'occupazione di edifici o terreni altrui pubblici o privati un reato perseguibile d'ufficio;
ad assumere iniziative normative dirette anche attraverso l'utilizzo della normativa d'urgenza, ad introdurre una forma giuridica similare a quella adottata per il contrasto della violenza in occasioni delle manifestazioni sportive (DASPO) e l'arresto differito, entro le 48 ore, nei confronti dei soggetti noti alle forze dell'ordine per l'appartenenza a movimenti extraparlamentari che fanno dell'uso della violenza uno strumento di contrapposizione politica.
(1-00867) «Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Rondini, Saltamartini, Simonetti».