• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/09212 il sisma del 20 e del 29 maggio 2012 che ha duramente colpito l'Emilia Romagna, oltre ad aver provocato la morte di 27 persone, ha lasciato una pesante eredità in danni economici. Il cratere,...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09212presentato daPINI Gianlucatesto diLunedì 18 maggio 2015, seduta n. 429

GIANLUCA PINI, GUIDESI, FEDRIGA, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, BUSIN, CAPARINI, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, INVERNIZZI, MARCOLIN, MOLTENI, RONDINI, SALTAMARTINI e SIMONETTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
il sisma del 20 e del 29 maggio 2012 che ha duramente colpito l'Emilia Romagna, oltre ad aver provocato la morte di 27 persone, ha lasciato una pesante eredità in danni economici. Il cratere, infatti, è formato da 33 comuni rientranti in 4 diverse province (Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara) dove risiedono in tutto 550 mila persone, di cui 270 mila addetti fra agricoltura, industria e servizi;
la zona colpita, quindi, era un territorio densamente popolato e una delle aree più industrializzate d'Italia, con una fiorente agricoltura e un alto tasso di disoccupazione, dove, almeno fino a prima della catastrofe sismica, si produceva circa il 2 per cento del prodotto interno lordo nazionale;
gli edifici crollati sono stati quasi 40 mila, di cui oltre 25 mila ad uso abitativo, e delle 67 mila abitazioni controllate (prime e seconde case) oltre 30 mila sono state dichiarate inagibili, 16.500 hanno avuto danni di importante entità e 14-15 mila danni leggeri;
il totale dei danni economici stimati si è aggirato intorno ai 3,3 miliardi di euro e il crollo o l'inagibilità degli edifici hanno causato lo sfollamento di 42 mila persone, a cui si sono aggiunte tutte le ripercussioni economiche sul lungo periodo, come l'improvvisa disoccupazione;
per sostenere la popolazione in difficoltà sono stati emanati diversi decreti ministeriali, due decreti-legge (almeno quelli dedicati esclusivamente all'emergenza post-sisma, ma anche altri provvedimenti hanno introdotto diverse disposizioni in merito) e 142 ordinanze emanate dal commissario straordinario. Attraverso questo massiccio e disordinato procedere legislativo, che ha, tra l'altro, causato incertezza e confusione nei contribuenti interessati, le popolazioni colpite hanno ricevuto: la sospensione dei termini degli adempimenti tributari e non tributari (tributi, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria) prorogata, in più riprese, al 20 dicembre 2012, senza applicazione di sanzioni ed interessi; crediti di imposta e finanziamenti bancari agevolati per la ricostruzione degli immobili danneggiati dal sisma; finanziamenti per il pagamento dei tributi;
nonostante ciò, 9 mila famiglie sono state escluse dai contributi per la ricostruzione, i fondi effettivamente stanziati per la riedificazione si sono rivelati insufficienti e le risorse non sono state distribuite a tutti i cittadini; senza contare le innumerevoli incongruenze normative che, ad esempio, hanno escluso dai rimborsi post-sisma tutte le imprese che non hanno dipendenti, quindi tutte le società in nome collettivo di imprenditori individuali e artigiani (numerosissimi in quelle aree), o i proprietari degli immobili concessi in locazione, come i capannoni, poiché è stato stabilito che fosse il titolare delle attività e non i proprietari a farsi carico della ristrutturazione;
al sisma si sono poi aggiunte la tromba d'aria del 3 maggio 2013 e l'alluvione del gennaio 2014 che hanno duramente colpito i comuni del modenese, causando danni al settore agroalimentare, con più di 1000 aziende agricole interessate, addirittura più ingenti di quelli del sisma;
il Governo non sembra però tener conto di tutto ciò: nei primi giorni di maggio di quest'anno, i cittadini e numerosi organi di stampa locali hanno denunciato l'arrivo di esose cartelle esattoriali recapitate alla quasi totalità delle persone residenti in questi territori, riguardanti diversi tributi, relativi anche ai periodi di imposta post-terremoto e alluvione. Si tratta di notifiche relative al mancato adempimento fiscale di tasse ed imposte di qualsiasi genere: dal mancato pagamento del canone Rai, fino ai ritardi per il versamento di irpef o iva e addirittura cartelle relative alla riscossione di somme non dovute perché già pagate in corso di rateizzazione;
considerate le innumerevoli difficoltà economiche che incolpevolmente questi cittadini si sono ritrovati ad affrontare, sarebbe stato certamente più opportuno prendere dei provvedimenti contenenti sgravi e contributi fiscali più consistenti, indirizzati, soprattutto, ad una effettiva detassazione e non alla semplice sospensione dei tributi, rivelatasi, nei fatti, inadeguata;
in più, dei contributi per la riedificazione che lo Stato aveva promesso, ne sono arrivati, ad oggi, soltanto una piccola parte, neanche il 15 per cento del totale dei danni;
in una tale situazione, buona parte di questa popolazione ha già dovuto prendere prestiti per anticipare i costi sostenuti per la ricostruzione oppure per pagare le imposte ed ora si ritroverà a dover pagare anche quei tributi che si pensavano sospesi, almeno, fino al risollevamento, anche minimo, dell'economia emiliana –:
se il Governo non ritenga opportuno adottare al più presto iniziative al fine di sospendere, innanzitutto, l'invio delle cartelle esattoriali e i pagamenti richiesti, ma anche, al contempo, al fine di prevedere degli sgravi fiscali per le famiglie e le imprese delle aree terremotate e alluvionate, sovvenzionando in maniera più efficace la ricostruzione degli edifici e la ripresa di tutti i comparti economici, attraverso certi e subitanei finanziamenti. (4-09212)