• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/05657 l'Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la frequenza dei terremoti che hanno storicamente interessato il suo territorio; la sismicità della Penisola...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05657presentato daVEZZALI Maria Valentinatesto diMercoledì 20 maggio 2015, seduta n. 431

VEZZALI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
l'Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la frequenza dei terremoti che hanno storicamente interessato il suo territorio;
la sismicità della Penisola italiana è legata alla sua particolare posizione geografica, poiché è situata nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica ed è sottoposta a forti spinte compressive;
l'Italia è un Paese morfologicamente fragile perché è geologicamente giovane: intensa attività sismica e vulcanica; continui e ricorrenti fenomeni erosivi quali frane, alluvioni, e valanghe che si verificano con tempi di ritorno sempre più brevi e dopo poche gocce d'acqua;
il nostro Paese è antropicamente malato a causa dell'urbanizzazione selvaggia, dallo scellerato consumo del suolo, dai disboscamenti senza programmazione, violazione di ogni norma di pianificazione; rinvii di spese indispensabili, taglio progressivo dei fondi per il rischio idrogeologico;
la relazione al Parlamento della «Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico» ricorda che il 69 per cento di tutte le frane presenti in Europa è in Italia, distribuite su 5.708 comuni italiani;
prima dell'anno 2009, ventidue università italiane avevano dei dipartimenti di scienze della terra, oggi solo otto;
in seguito, per effetto della legge n. 240 del 30 dicembre 2010 è stato fatto l'accorpamento e il taglio di molti dipartimenti di scienza della terra;
la situazione del Paese è davvero preoccupante e lo è ancora di più nelle Marche, dove i dipartimenti di scienze della terra stanno chiudendo tutti. Infatti, dopo l'università di Camerino, anche l'università di Urbino si appresta a chiudere il dipartimento di geologia;
la facoltà di scienze della Terra di Urbino, contava ventuno insegnanti e un'offerta formativa completa di primo e di secondo livello;
alcuni anni fa, il corso di laurea in scienze della Terra presso l'università di Camerino, è stato costretto a trasformarsi in un corso di laurea interclasse in scienze geologiche, naturali e ambientali;
la recente proposta di legge concernente interventi per il sostegno della formazione e della ricerca nelle scienze geologiche ha adottato misure per rafforzare la presenza dei dipartimenti di scienze della terra nel sistema universitario incluso le geoscienze tra le aree disciplinari di particolare interesse nazionale e comunitario, che dovranno godere di risorse dedicate per sostenere le immatricolazioni attraverso il piano lauree scientifiche, prevedendo, inoltre un programma di borse di studio a favore degli studenti che s'iscriveranno ai corsi di laurea in scienze geologiche;
tuttavia, nella regione Marche, dove la tradizione geologica ha da sempre rappresentato un punto di riferimento nel panorama nazionale, scompaiono i dipartimenti di scienze della terra. Proprio in una regione dove sono molto alti i rischi legati all'erosione costiera al rischio terremoti, alle alluvioni e alle frane –:
se non ritenga opportuno impostare maggiori politiche di sviluppo del nostro Paese dove abbiamo il 69 per cento delle frane d'Europa, oltre che un immenso patrimonio di geologia anche attraverso la promozione dello studio di scienze della Terra che assicura il sostegno scientifico alla salvaguardia del territorio con particolare riferimento ad aree, come la regione Marche, particolarmente esposte al rischio di terremoti, alluvioni e frane. (5-05657)