• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
S.2/00276 LO GIUDICE, FEDELI, AMATI, ANGIONI, CIRINNA', CUCCA, D'ADDA, DALLA ZUANNA, FABBRI, FASIOLO, FAVERO, FORNARO, GATTI, GUERRA, ICHINO, IDEM, LAI, LO MORO, LUCHERINI, MANASSERO, MANCONI,...



Atto Senato

Interpellanza 2-00276 presentata da SERGIO LO GIUDICE
mercoledì 3 giugno 2015, seduta n.457

LO GIUDICE, FEDELI, AMATI, ANGIONI, CIRINNA', CUCCA, D'ADDA, DALLA ZUANNA, FABBRI, FASIOLO, FAVERO, FORNARO, GATTI, GUERRA, ICHINO, IDEM, LAI, LO MORO, LUCHERINI, MANASSERO, MANCONI, MIGLIAVACCA, MORGONI, PEGORER, PEZZOPANE, PUPPATO, RICCHIUTI, SILVESTRO, SOLLO, SPILABOTTE, SUSTA, VALDINOSI, ZANONI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:

il 17 maggio 1990 l'Organizzazione mondiale della sanità rimuoveva l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali inserite nella sua classificazione internazionale delle malattie; da allora quel giorno ricopre una particolare importanza per chi ha a cuore l'abolizione delle discriminazioni e dei pregiudizi nei confronti delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali);

il 17 maggio 2005 ha avuto luogo in tutta Europa, ad opera delle organizzazioni impegnate nella lotta contro l'omofobia e la transfobia, la prima Giornata internazionale contro l'omofobia;

la risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 18 gennaio 2006 con un'ampia maggioranza formata da sinistre, liberali e popolari ha definito l'omofobia, come «una paura e un'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (LGBT)», e l'ha dichiarata «assimilabile a razzismo, xenofobia, antisemitismo, sessismo»;

lo stesso Parlamento europeo, con la risoluzione sull'omofobia del 26 aprile 2007, ha indetto il 17 maggio di ogni anno quale Giornata internazionale contro l'omofobia, dando così una veste istituzionale a quella ricorrenza;

premesso altresì che:

in un rapporto sull'Ungheria pubblicato nel dicembre 2014, il commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa ha espresso preoccupazione per il "clima di ostilità nei confronti delle persone LGBT sfociato in alcuni casi in discorsi e crimini d'odio a loro mirati";

il Commissario ha invitato le autorità ungheresi "ad adottare tutte le misure necessarie affinché i casi di violenza fisica e non contro le persone LGBT siano prontamente e adeguatamente investigati, perseguiti e sanzionati";

il partito xenofobo, antisemita e ultra nazionalista ungherese Jobbik si è già reso protagonista di dichiarazioni fortemente offensive nei confronti della comunità LGBT;

considerato che:

il giorno 18 maggio, il sito del quotidiano "La Stampa" ha pubblicato un articolo dal titolo "Ungheria, minacce di morte e una taglia sul gay italiano", in cui si narra la vicenda di un giovane ligure residente all'estero che è diventato oggetto di una campagna partita da Gyorgy Gyula Zagyva, un ex parlamentare di Jobbik;

a quanto risulta agli interpellanti le prime minacce arrivano nell'estate 2014, quando il giovane A.G. viene ritratto su un carro del "gay Pride" di Budapest dove espone una parodia della bandiera dei motociclisti. Da quel momento si moltiplicano gli insulti, le minacce anche fisiche fino a quando sul sito di Jeszenszky, esponente del club "Motociclisti dal sentimento nazionale" appare una taglia: 10.000 dollari per chi lo ammazza. Una vera e propria condanna a morte;

oggi A.G. è sotto processo perché il capo dell'associazione dei motociclisti lo ha querelato per aver esposto quella bandiera e la prossima udienza si terrà a fine giugno 2015;

si apprende da "La Stampa" che invece il procedimento intentato da A.G. per le minacce subite è fermo da diverso tempo;

considerato altresì che:

a parere degli interpellanti il mondo della politica e delle istituzioni dovrebbe affrontare la piaga sociale dell'omofobia a livello nazionale come a livello internazionale, promuovendo concretamente i diritti umani delle persone LGBT nello spirito dei valori fondamentali dell'Unione europea,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;

se il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale attraverso i propri uffici in loco, non intenda prestare assistenza al giovane italiano così duramente colpito nella propria vita;

se e come il Governo intenda intervenire a tutela del connazionale residente all'estero, al fine di garantirgli un'esistenza libera e dignitosa, nel rispetto delle libertà civili e al riparo da manifestazioni conclamate di violenza e omofobia che rasentano la persecuzione.

(2-00276 p. a.)