• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/09381 organi di stampa nazionali riportano in questi giorni la notizia di un accordo-memorandum, firmato a Bruxelles da Italia, Francia e Germania in occasione dell'ultima seduta del Consiglio Europeo...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09381presentato daBASILIO Tatianatesto diLunedì 8 giugno 2015, seduta n. 437

BASILIO. — Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
organi di stampa nazionali riportano in questi giorni la notizia di un accordo-memorandum, firmato a Bruxelles da Italia, Francia e Germania in occasione dell'ultima seduta del Consiglio Europeo Esteri-Difesa del 15 maggio scorso, avente ad oggetto la realizzazione di nuovi velivoli a pilotaggio remoto, già definiti «euro-droni» per un futuro impiego in attività di ricognizione, riconoscimento e sorveglianza di carattere europeo;
in particolare, il predetto progetto, che prende il nome di RPAS (remotely piloted aircraft system), rientrerebbe tra quelli affidati alla European defence agency e dovrebbe coinvolgere i principali gruppi dell'industria della difesa europea, come Dassault (Francia), Airbus Defence e Space (Francia/Germania) e Finmeccanica-Alenia Aermacchi (Italia);
tale progetto è stato presentato come una importante evoluzione nel campo dell'industria della difesa europea e nell'utilizzo della tecnologia in ambito militare, tanto che l'AD di Finmeccanica Mauro Moretti lo ha ritenuto «un passo decisivo per l'agenda della difesa e della sicurezza europea»;
si ritiene, infatti, che la realizzazione dei nuovi velivoli da parte dei gruppi industriali europei consentirà agli stessi di superare il colosso dell'industria statunitense della difesa e di assumere piena autonomia nel settore;
l'accordo stipulato il 15 maggio 2015 riguarderebbe la fase iniziale di definizione dei requisiti tecnici e militari, oltre che la fattibilità complessiva del progetto, a cui seguirebbe una seconda fase che dovrebbe portare alla realizzazione di un prototipo entro il 2020 e, successivamente, all'operatività dei primi esemplari nel 2025;
dal punto di vista tecnologico, i nuovi velivoli dovrebbero essere dotati di due turbogetti ed essere certificati per operare senza restrizioni nello spazio aereo europeo; dalle informazioni sinora pubblicate non è chiaro se sia stata definita la possibilità di armare i velivoli;
nonostante gli effetti certamente positivi sul piano industriale e per lo sviluppo tecnologico applicato al comparto difesa-sicurezza, sussistono dubbi e perplessità circa l'eventualità che i nuovi «droni europei» possano essere armati ed essere utilizzati, quindi, anche in funzione offensiva;
è di poche settimane fa la notizia che a causare la morte nel gennaio scorso del cooperante italiano Giovanni Lo Porto, in servizio in Pakistan per la ONG «Welt Hunger Hilfe» e preposto alla costruzione di alloggi di emergenza, fu un drone americano armato, utilizzato per bombardamenti durante un raid statunitense contro Al Qaida;
sussistono, al contempo, dubbi e perplessità circa la possibilità che la conduzione di tali velivoli avvenga, da remoto, da parte di piloti privi di concreta esperienza di volo e, quindi, potenzialmente privi della capacità di comprendere la reale capacità offensiva di un drone armato –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se gli stessi corrispondano al vero;
se non ritengano opportuno, anche alla luce delle notizie diffuse dai mass-media, specificare dettagliatamente le caratteristiche tecnico-operative dei nuovi velivoli a pilotaggio remoto, con particolare riferimento alla possibilità che gli stessi possano essere armati;
se non ritengano opportuno effettuare una stima dell'incidenza costi/benefici che tale progetto potrà arrecare all'industria della difesa italiana. (4-09381)