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Atto a cui si riferisce:
C.4/06454 la Stura di Demonte, comunemente detto Sturo, è un fiume del Piemonte che nasce dall'area italo-francese della Maddalena e si sviluppa interamente nella provincia di Cuneo, rappresentando con...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 gennaio 2015
nell'allegato B della seduta n. 361
4-06454
presentata da
DADONE Fabiana

Risposta. — Presso l'impianto di depurazione di Cuneo viene collettato e trattato l'intero carico generato nell'agglomerato urbano cui lo stesso è posto a servizio, pari a circa 123.000 «abitanti equivalenti», a fronte di una capacità organica di progetto posseduta dall'impianto di 185.000 «abitanti equivalenti». I reflui in uscita presentano valori limite di emissione dei parametri BOD5 e COD conformi ai dettami della normativa nazionale e comunitaria in materia.
Secondo quanto comunicato dalla regione Piemonte, per l'impianto di Cuneo sono stati programmati, con delibera di giunta regionale n. 7-10588, interventi prioritari di adeguamento che consentiranno il raggiungimento dell'obiettivo di abbattimento del 75 per cento per entrambi i nutrienti (fosforo ed azoto).
Infatti, ai sensi dell'articolo 5, comma 4 della direttiva 91/271/CEE del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane, il Piemonte è tenuto a raggiungere, a scala regionale, l'obiettivo dell'abbattimento di almeno il 75 per cento per azoto e fosforo. Occorre precisare che il mancato raggiungimento di tale obiettivo entro il prossimo biennio comporterebbe il rischio di incorrere nelle pesanti sanzioni previste dalla Commissione europea in caso di inadempienza.
I lavori per l'adeguamento dell'impianto sono già stati avviati e risultano in fase di esecuzione; la loro conclusione è prevista entro il 31 dicembre 2014. Essi risultano essenziali e improcrastinabili, oltre che per evitare le ricordate sanzioni comunitarie, per garantire adeguati livelli di qualità ambientale del corpo idrico recettore delle acque depurate, cioè il fiume Stura di Demonte, in prima battuta, e poi del fiume Tanaro nel quale esso si immette, e così via.
Per permettere l'esecuzione dei programmati lavori, sono possibili deroghe temporanee ai limiti allo scarico ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 e, in particolare, articolo 124, comma 6, come modificato dall'articolo 7, comma 1, lettera l), del decreto-legge n. 133 del 2014, in corso di conversione («Le regioni disciplinano le fasi di autorizzazione provvisoria agli scarichi degli impianti di depurazione delle acque reflue per il tempo necessario al loro avvio oppure, se già in esercizio, allo svolgimento di interventi, sugli impianti o sulle infrastrutture ad essi connesse, finalizzati all'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, ovvero al potenziamento funzionale, alla ristrutturazione o alla dismissione»).
È da tenere ulteriormente conto che per particolari e complesse lavorazioni, per periodi limitati, è possibile, ai sensi del regolamento regionale 17/R/2008, parzializzare o by-passare il processo depurativo, a fronte di specifica richiesta di autorizzazione provvisoria allo scarico, corredata da opportuna documentazione, formulata alla provincia competente.
E proprio nel caso di specie, la provincia di Cuneo ha rilasciato la pertinente autorizzazione provvisoria, fissando quindi deroghe ai limiti di emissione allo scarico per il periodo strettamente necessario ad eseguire i lavori, la cui conclusione, come già riferito, è prevista al 31 dicembre 2014.
Con la medesima autorizzazione la provincia ha concesso, altresì, la possibilità di porre in bypass l'impianto (limitando il trattamento alle sole operazioni di grigliatura contemplate dal regolamento 17/R/2008) per un periodo di 30 giorni – periodo così detto di fermo impianto – utile per poter effettuare quelle operazioni che non sarebbero assolutamente realizzabili in presenza di portata fognaria.
In ogni caso, al fine di limitare l'impatto derivante dal fermo impianto e dal conseguente scarico dei reflui non trattati, sono stati previsti e attuati tutti i necessari accorgimenti. In particolare:
le immissioni maggiormente inquinanti non sono scaricate in fognatura ma portate ad altri siti di trattamento (ACSR Azienda cuneese smaltimento rifiuti);
sono stati attivati scaricatori locali distribuiti sui circa 60 chilometri di rete consortile al fine di alleggerire in modo consistente lo scarico concentrato immediatamente a valle del depuratore;
molti consorzi irrigui del territorio circostante hanno rilasciato in alveo le portate non strettamente necessarie a fini irrigui, aumentando così ulteriormente la capacità di naturale diluizione dei corsi d'acqua recettori.

Peraltro, tutte le iniziative adottate risultano essere state illustrate agli amministratori locali nel corso di una specifica riunione che si è tenuta presso l'impianto in parola lo scorso 26 settembre.
Si riferisce, per concludere, che il prossimo 12 novembre è fissata una riunione/sopralluogo presso l'impianto di depurazione, da parte delle competenti autorità locali, per verificare la situazione nel suo complesso e confermare l'effettiva possibilità di ultimazione dei lavori di adeguamento alla data prevista del 31 dicembre 2014.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.