• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
S.7/00175 esaminato la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2013, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2014 e...



Atto Senato

Risoluzione in Commissione 7-00175 presentata da ROBERTO COCIANCICH
mercoledì 10 giugno 2015, seduta n.126

La 14a Commissione permanente,
esaminato la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2013, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2014 e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2015;
valutati i pareri espressi, sulla Relazione programmatica 2015, dalle Commissioni 4a (Difesa) del 25 marzo 2015, 7a (Istruzione) del 1° aprile 2015, 9a (Agricoltura) del 29 aprile 2015, 10a (Industria) del 29 aprile 2015, 11a (Lavoro) del 14 aprile 2015, 12a (Sanità) del 29 aprile 2015 e 13a (Ambiente) del 29 aprile 2015,
esprime una valutazione positiva sulle Relazioni in titolo, apprezzando tra l'altro l'innovazione dell'inclusione, nella Relazione programmatica 2015, di una nota sul Programma di lavoro della Commissione europea per il medesimo anno, che configura un logico abbinamento tra i due documenti programmatici, come più volte auspicato dalla 14a Commissione nelle passate Legislature. Al riguardo, si ricorda la necessità di procedere anche alle opportune modifiche delle disposizioni del Regolamento del Senato concernenti l'esame dei disegni di legge europea e di delegazione europea e delle relazioni programmatica e consuntiva sulla partecipazione all'UE;
invita il Governo a proseguire nella meritoria azione in sede europea diretta a rafforzare le politiche dell'Unione a favore della crescita e dell'occupazione, superando le precedenti politiche indirizzate prevalentemente al risanamento e adottando un nuovo approccio di rilancio economico, basato su una maggiore flessibilità nell'applicazione delle regole del Patto di stabilità, su un piano di investimenti e su un piano di aumento della liquidità. Al riguardo, si ricorda la necessità di dare piena attuazione delle riforme strutturali programmate e richieste dall'UE ai fini della valutazione sul rispetto dei parametri del deficit e del debito pubblico, secondo la citata comunicazione interpretativa della Commissione europea concernente i margini di flessibilità del Patto di stabilità e crescita (COM(2015) 12);
esprime soddisfazione per il lavoro della Presidenza italiana dell'UE in tema di migrazioni nel Mediterraneo, che ha portato alla presentazione, da parte della Commissione europea dell'Agenda europea sulle migrazioni (COM(2015) 240), in base alla quale la stessa Commissione europea ha presentato il 27 maggio 2015 una proposta di decisione del Consiglio (COM(2015) 286) per la ricollocazione in altri Stati membri di richiedenti asilo arrivati in Italia e in Grecia dopo il 15 aprile 2015, il cui numero è fissato, rispettivamente, in 24.000 e 16.000 per i prossimi due anni, e una proposta di raccomandazione (C(2015) 3560/2) indirizzata agli Stati membri, invitati ad accogliere, nell'arco di due anni, 20.000 richiedenti asilo, sulla base di percentuali di ripartizione per Stato membro (per l'Italia è prevista una quota del 9,94 per cento);
ritiene, tuttavia, che le predette azioni, che riguardano unicamente i richiedenti asilo e non l'ingente flusso di migrazioni di natura prevalentemente economica che approdano sulle coste italiane, non possano essere considerate sufficienti per ritenere rispettato il principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri (burden sharing), di cui all'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'UE, ed invita pertanto il Governo a promuovere l'elaborazione di una reale politica comune europea in materia di flussi migratori;
in tale contesto si invita il Governo a sostenere il processo, avviato durante la Presidenza italiana dell'UE, concernente il nesso tra migrazione e sviluppo, volto a potenziare l'azione dell'UE per la massimizzazione degli effetti positivi della migrazione sullo sviluppo e la sua integrazione in tutte le politiche di sviluppo, in vista della presentazione di documenti operativi da parte della Commissione europea nel corso del 2015;
nell'ambito della politica di vicinato, si invita il Governo a continuare a sostenere la "dimensione meridionale" della PEV, nella convinzione che è proprio dalla sponda Sud del Mediterraneo che provengono per l'Europa i principali rischi sistemici, sotto i profili politico, economico, di sicurezza e migratorio. In particolare, riguardo alla crisi della Libia, si invita il Governo a continuare ad assicurare il pieno appoggio dell'Italia agli sforzi di mediazione dell'ONU, offrendo alla squadra dell'UNSMIL (United Nations Support Mission in Libya) diretta dallo SRSG (Special Representative of the Secretary General) Bernardino León il massimo supporto possibile;
sul fronte dell'allargamento, nonostante la chiara intenzione della Commissione europea di non prevedere nuove adesioni all'UE entro i prossimi cinque anni, si invita il Governo a promuovere comunque la prosecuzione del processo di integrazione europea dei Paesi dei Balcani occidentali e della Turchia, al fine di incoraggiare in tali Paesi i processi democratizzazione e di riforma interni;
nell'ambito della politica di coesione, invita il Governo a compiere ogni sforzo per arrivare a certificare la spesa residua relativa al ciclo di programmazione 2007-2013, che in base ai dati disponibili al 31 ottobre 2014, ammonta a 17,6 miliardi di euro, di cui 13,3 miliardi di euro nell'ambito delle regioni dell'Obiettivo convergenza;
invita, al riguardo, il Governo ad assicurare la piena ed efficace operatività dell'Agenzia per la coesione territoriale, prevista dall'articolo 10 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, e della Cabina di regia per la programmazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione, prevista dall'articolo 1, comma 703, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015);
si invita inoltre il Governo a proseguire negli sforzi diretti al superamento dello stallo negoziale in seno al consiglio UE sulla proposta di regolamento europeo per la sicurezza dei prodotti di consumo, che prevede all'articolo 7 l'introduzione dell'obbligo per i fabbricanti e gli importatori di apporre l'indicazione di origine sui prodotti (cosiddetti Made in). Al riguardo, si invita il Governo anche a valutare eventuali azioni dirette ad una migliore tutela del Made in Italy agroalimentare, prevedendo l'indicazione dello stabilimento di fabbricazione o confezionamento, ai sensi del regolamento (UE) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori;
in materia di appalti, si invita il Governo a informare le Camere circa la presentazione - preannunciata nella Relazione programmatica - alla Commissione europea, nella prima metà del 2015, di una proposta di strategia di riforma del sistema nazionale degli appalti pubblici, elaborata dal gruppo di lavoro inter-istituzionale istituito nel 2014 su proposta della Commissione stessa;
invita il Governo a proseguire nell'azione tesa al rafforzamento dell'integrazione della dimensione culturale nelle politiche dell'Unione, nell'ambito del processo di revisione della Strategia Europa 2020, attraverso la concreta declinazione degli indirizzi definiti nella riunione informale dei Ministri della cultura dell'Unione europea, svolta a Torino nel settembre 2014, che ha dato efficace rilievo alle ragioni che sostengono la necessità di portare la cultura e il patrimonio culturale al centro della strategia europea;
in materia fiscale invita il Governo a promuovere, in sede europea, l'idea della necessità di procedere verso una progressiva integrazione fiscale tra i diversi sistemi tributari degli Stati membri, a partire dall'adozione di regole comuni per la determinazione della base imponibile, per approdare, a termine, ad una vera e propria unione fiscale che, insieme all'unione monetaria, è stata considerata necessaria ad una efficace governance economica e finanziaria dell'Unione europea. Analogo processo integrativo dovrebbe concernere anche i sistemi previdenziali e di impiego degli Stati membri;
in tema di sicurezza alimentare, con particolare riguardo all'igiene dei prodotti di origine animale, si invita il Governo ad assicurare, a livello europeo l'uniformità dei controlli sui produttori, previsti dalla nuova normativa europea di riferimento, sia allo scopo di garantire la salute delle persone che consumano prodotti di origine animale, sia allo scopo di tutelare le condizioni degli animali negli allevamenti (in particolare in quelli intensivi), sia, infine, allo scopo di evitare che i produttori italiani subiscano forme di concorrenza sleale derivanti da asimmetrie tra i singoli sistemi di controllo nazionali.
(7-00175)
COCIANCICH