• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/05840 si apprende da organi di stampa che lo scorso marzo si sono svolte le operazioni navali Mare Aperto, «dopo un anno di fermo per lo svolgimento dell'attività Mare Nostrum», lasciando...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05840presentato daRIZZO Gianlucatesto diGiovedì 18 giugno 2015, seduta n. 445

RIZZO, CORDA, BASILIO e FRUSONE. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
si apprende da organi di stampa che lo scorso marzo si sono svolte le operazioni navali Mare Aperto, «dopo un anno di fermo per lo svolgimento dell'attività Mare Nostrum», lasciando intendere, con tale affermazione del generale Graziano, che a causa dell'attività di concorso al soccorso nel Canale di Sicilia, la Marina Militare abbia dovuto rinunciare alla sua attività istituzionale di difesa nazionale;
sempre da notizie di stampa, si apprende che la Guardia costiera avrebbe a disposizione sette navi della classe CP900 e una cinquantina di motovedette della classe CP300, tutte costruite utilizzando fondi dell'agenzia europea Frontex, da impegnare nel recupero dei migranti nei mediterraneo;
per quanto è di conoscenza agli interroganti, nel porto di Lampedusa, operano in turnazione, solo 3 o 4 motovedette della suddetta classe CP300 dotate di bordi in gomma per evitare il ribaltamento dei barconi e le lungaggini nelle operazioni di trasbordo come avviene per le navi di stazza maggiore;
le navi e le motovedette della Guardia costiera sono in grado di accogliere diverse centinaia di naufraghi e risultano essere più veloci e più economiche in termini di costo di navigazione rispetto alle navi impiegate nelle stesse operazioni dalla Marina Militare; in considerazione anche del diverso impiego di equipaggi che, nel caso delle motovedette è di soli 25/40 membri, mentre sulle fregate della Marina è di 200 marinai che godono, comunque, di indennizzi di missione per le operazioni in mare;
oltre le operazioni di ricerca e soccorso, la Guardia Costiera si è sempre adoperata anche per le attività di sabotaggio delle imbarcazioni, successivamente al trasbordo dei naufraghi. Non a caso, riferendo a notizie della stampa, una loro motovedetta, lo scorso febbraio venne minacciata con armi da fuoco da parte di scafisti affinché i «Guardia Coste», dopo le operazioni di soccorso, non mettessero fuori uso il barcone;
le navi della Guardia costiera di lunghezza pari a circa 100 metri, secondo quanto noto agli interroganti, dovrebbero avere un costo di circa 70 milioni di euro, mentre quelle di 60 metri di 15 milioni di euro. Le motovedette classe 300 «soltanto» 2 milioni. Mezzi decisamente più economici rispetto alle nuove navi «dual use» che la Marina Militare ha recentemente commissionato e che verranno consegnate nel prossimo decennio che nella migliore delle ipotesi al netto dei sistemi d'arma verrebbero a costare almeno 200 milioni di euro –:
quante «ore di moto» sono state svolte dalle navi della Marina Militare negli anni 2013, 2014 e quante esercitazioni navali in navigazione siano state svolte nel 2013 e nel 2014;
se si intenda ridurre al minimo e al solo concorso l'attività navale di soccorso e contrasto all'immigrazione clandestina già egregiamente svolta da Guardia di Finanza e Guardia costiera, al fine di salvaguardare le navi della Marina che secondo quanto dichiarato più volte dal Capo di Stato Maggiore Ammiraglio De Giorgi non sono più all'altezza della situazione, per fronte alle crisi e al mantenimento degli equilibri internazionali. (5-05840)