• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.6/00148 udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri sulla riunione del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno p.v. premesso che: nonostante il sistema...



Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00148presentato daRAMPELLI Fabiotesto diMercoledì 24 giugno 2015, seduta n. 449

La Camera,
udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri sulla riunione del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno p.v.
premesso che:
nonostante il sistema dell'accoglienza sia già al collasso continuano senza sosta gli sbarchi che portano migliaia di immigrati sulle nostre coste, mentre altre centinaia di loro continuano tragicamente a morire in mare;
l'arrivo in massa di migranti clandestini nel nostro Paese dai confini meridionali sta assumendo un carattere strutturale e bisogna trovare con urgenza un metodo di gestione efficiente e condiviso di tale fenomeno migratorio in ambito europeo che possa permettere di affrontare e risolvere la questione nel lungo periodo;
l'operazione Triton, inizialmente sbandierata come soluzione del problema, sta dimostrando tutti i suoi limiti, prevedendo si la partecipazione di imbarcazioni di altri Stati dell'Unione europea per il soccorso dei naufraghi e il salvataggio dai barconi ma non una rete di accoglienza;
emblematico in tal senso è ciò che è avvenuto negli scorsi giorni a Ventimiglia dove la Francia ha temporaneamente sospeso l'accordo di Schengen per impedire l'accesso di alcune centinaia di migranti sul loro territorio nazionale;
sulla questione della redistribuzione dei richiedenti asilo tra i paesi dell'Unione europea sembra che nel Consiglio di domani e dopodomani si vada verso l'approvazione di una redistribuzione solamente volontaria di quarantamila richiedenti asilo è, inoltre, in un periodo di tempo di due anni, mentre sembra non troverà accoglimento la proposta della redistribuzione obbligatoria dei migranti;
è notizia delle ultime ore che l'Ungheria avrebbe annunciato la propria decisione di non rispettare più le regole sulle richieste di asilo nell'Unione europea e di sospendere l'applicazione del Regolamento di Dublino, cessando quindi di riaccogliere i migranti che dopo essere entrati nella Ue attraverso il territorio ungherese lo avevano poi abbandonato;
il contrasto all'immigrazione clandestina deve passare anche attraverso la lotta ai trafficanti di esseri umani, che anzi sembrano essere in continuo aumento per la facilità di reclutare semplici pescatori attratti da facili guadagni e dalla quasi totale impunità, e la distruzione delle imbarcazioni impiegate;
la stessa Unione europea considera parte integrante della lotta contro l'immigrazione clandestina la sua prevenzione e riduzione «in particolare attraverso una politica di rimpatrio efficace che rispetti debitamente i diritti fondamentali» e ha approvato già nel 2008 la cosiddetta direttiva rimpatri, oltre ad impegnarsi attivamente nella conclusione di accordi bilaterali di riammissione con i paesi dai quali provengono i migranti;
in Italia il Fondo rimpatri è stato oggetto di drastici tagli di bilancio ed è attualmente quasi completamente privo di risorse;
il 22 giugno 2015 il Consiglio europeo ha lanciato la prima fase d'operazione NAVFOR Med, che si concentrerà sulla sorveglianza e sulla valutazione delle reti degli scafisti e dei trafficanti di esseri umani, in attesa del momento opportuno per passare alle fasi successive che dovrebbero comprendere la ricerca di imbarcazioni sospette, lo smaltimento delle imbarcazioni e dei relativi beni e la cattura dei trafficanti e degli scafisti;
l'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea prevede che le politiche dell'Unione relative ai controlli alle frontiere, all'asilo, all'immigrazione, siano «governate dal principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario»;
il persistere del carattere emergenziale del fenomeno dell'immigrazione irregolare è indissolubilmente legato al caos politico ed istituzionale, se non di guerra vera e propria, di molti Paesi dell'Africa, tra i quali figura anche la Libia, attualmente incapace di approntare dal suo lato un piano contro i trafficanti di esseri umani e i cosiddetti viaggi della speranza;

impegna il Governo:

ad operare in primissimo luogo in favore di una stabilizzazione politica ed istituzionale dei Paesi dell'Africa dai quali fuggono i migranti diretti in Europa;
ad avviare iniziative, anche in ambito sovranazionale, volte al contrasto dell'immigrazione irregolare e per la lotta agli scafisti, sia attraverso misure sanzionatorie penali sia attraverso la distruzione delle imbarcazioni a tal fine impiegate;
a valutare l'opportunità che sia messo in atto un pattugliamento delle coste libiche, e sia attivata una missione internazionale multilaterale, coinvolgendo i Governi dei Paesi dell'Africa settentrionale, per esaminare in loco le domande di asilo e stroncare il traffico di vite umane;
a promuovere l'individuazione delle politiche necessarie a gestire in modo condiviso e secondo regole di protezione umanitaria la questione dei profughi, e a promuovere le opportune iniziative per (a revisione dei criteri dell'accoglienza e della distribuzione degli stessi tra i partner europei;
a rifinanziare il Fondo rimpatri, affinché l'Italia sia posta in condizione di rispettare le previsioni legislative nazionali ed europee in materia;
ad attivarsi in ambito europeo ai fini della revisione del cosiddetto sistema di Dublino che scarica l'emergenza immigrazione solo su alcuni Paesi.
(6-00148) «Rampelli, Giorgia Meloni, Cirielli, La Russa, Maietta, Nastri, Taglialatela, Totaro».