• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/00781 una indagine della Banca d'Italia, pubblicata nel novembre del 2012, ha stimato in circa 15 miliardi di euro i costi sociali complessivi, in Italia, degli strumenti di pagamento: si tratta di un...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00781presentato daCAUSI Marcotesto diMartedì 30 luglio 2013, seduta n. 61

CAUSI e TARANTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
una indagine della Banca d'Italia, pubblicata nel novembre del 2012, ha stimato in circa 15 miliardi di euro i costi sociali complessivi, in Italia, degli strumenti di pagamento: si tratta di un valore in linea con la media ponderata dei tredici Paesi partecipanti all'indagine europea; il 49 per cento di tali costi è sostenuto da banche e infrastrutture per l'offerta dei servizi di pagamento a fronte del 54 per cento nella media europea, mentre il 51 per cento è a carico delle imprese a fronte del 46 per cento nella media europea; i costi per l'utilizzo del contante ammontano a circa 8 miliardi di euro, pari allo 0,52 per cento del PIL a fronte dello 0,40 per cento medio europeo;
secondo la Commissione europea, il mercato dei pagamenti è attualmente troppo frammentato e troppo costoso, ed è pertanto utile intervenire con una revisione della direttiva sui sistemi di pagamento dei servizi che risale al 2007 (Direttiva 2007/64/Ce);
lo scorso 24 luglio la Commissione ha presentato un progetto di legge che ha come obiettivo di rendere più trasparenti e quindi aumentare l'uso dei pagamenti elettronici nell'Unione;
in particolare, la proposta prevede un tetto sulle commissioni bancarie (interchange fee) dello 0,2 per cento della transazione per le carte di debito e dello 0,3 per cento della transazione per le carte di credito; per i primi 22 mesi il tetto alle commissioni sarà in vigore solo per le transazioni internazionali, successivamente entrerà in vigore anche per quelle nazionali;
secondo la relazione allegata alla proposta della Commissione, il calo dell’interchange fee dovrebbe ridurre i costi a carico dei commercianti di circa sei miliardi di euro all'anno e rilanciare l'uso del pagamento elettronico; attualmente, la commissione pagata dalla banca del commerciante alla banca del consumatore, può essere addirittura pari all'1,5 per cento del totale della transazione; si calcola che la media europea sia dello 0,9 per cento;
il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, prevedeva, all'articolo 12, comma 9, che l'Associazione bancaria italiana, le associazioni dei prestatori di servizi di pagamento, la società Poste Italiana S.p.a., il Consorzio Bancomat, le imprese che gestiscono circuiti di pagamento e le associazioni delle imprese maggiormente significative a livello nazionale dovessero definire entro il 1° giugno 2012, ed applicare entro i tre mesi successivi, le regole generali per assicurare una riduzione delle commissioni a carico degli esercenti in relazione alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento, tenuto conto della necessità di assicurare trasparenza e chiarezza dei costi, nonché di promuovere l'efficienza economica nel rispetto delle regole di concorrenza;
tuttavia, non si è pervenuti, secondo le modalità e nei termini previsti dal citato articolo 12, comma 9, all'elaborazione delle suddette regole condivise e pertanto, ai sensi dell'articolo 12, comma 10 del richiamato decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, tali regole devono essere fissate con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sentite la Banca d'Italia e l'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
in data 23 maggio 2013, il Consiglio di Stato ha espresso il parere (numero 02503/2013) favorevole, con osservazioni, sullo schema di decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sulla riduzione delle commissioni dei beneficiari di transazioni con carta di credito, rilevando, tra l'altro, che risulta confermata «la necessità che la cornice relativa alla confrontabilità e alla trasparenza dei servizi bancari deve trovare in una fonte eteronoma i fondamentali punti di riferimento, idonei a garantire la fluidità del mercato e gli interessi dei risparmiatori e degli utilizzatori dei servizi bancari: in primo luogo potenziando la trasparenza, così da mettere l'esercente nella condizione di valutare la migliore offerta del mercato»;
l'articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, ha introdotto, a decorrere dal 1° gennaio 2014, l'obbligo di accettazione dei pagamenti effettuati con carte di debito da parte dei soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi;
il suddetto articolo 15 prevede altresì, al comma 5, che: «Con uno o più decreti del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, vengono disciplinati gli eventuali importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposizione di cui al comma precedente. Con i medesimi decreti può essere disposta l'estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili» –:
se per quanto di propria competenza, sia in grado di assicurare la pubblicazione dei decreti richiamati in premessa secondo una tempistica coerente con il termine di decorrenza del 1° gennaio 2014 per l'obbligo di accettazione dei pagamenti effettuati con carte di debito, e quali eventuali, ulteriori iniziative intendano assumere affinché – tanto sul piano informativo, quanto su quello strutturale ed organizzativo – possa essere assicurato il buon esito dell'operazione. (5-00781)