• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/05910 il 6 agosto 2014, in risposta alle sanzioni decise dagli Stati Uniti d'America e dall'Unione europea, il Presidente della Federazione russa ha, con il decreto (ukaz) n. 560 «Sull'applicazione...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05910presentato daRICCIATTI Laratesto diMartedì 30 giugno 2015, seduta n. 451

RICCIATTI, FERRARA, PIRAS, DURANTI, MELILLA, MARCON, SCOTTO, FRATOIANNI, PALAZZOTTO, SANNICANDRO, QUARANTA, LUCIANO AGOSTINI e MARCHETTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
il 6 agosto 2014, in risposta alle sanzioni decise dagli Stati Uniti d'America e dall'Unione europea, il Presidente della Federazione russa ha, con il decreto (ukaz) n. 560 «Sull'applicazione di singole misure economiche speciali atte a garantire la sicurezza della Federazione russa», introdotto il divieto di importare in Russia alcune categorie di alimenti per un periodo non superiore a un anno;
tra i prodotti sottoposti a divieto di importazione (indicati del decreto attuativo del Governo della Federazione russa «Sui provvedimenti di attuazione del decreto del Presidente della Federazione russa del 6 agosto 2014 n. 560», il 7 agosto 2014), figurano determinati prodotti agricoli, materie prime e prodotti alimentari, tra i quali carni bovine e suine, pollame, pesce, formaggi e latticini, frutta e verdura prodotte (come attestato dal certificato di origine della merce) nei Paesi dell'Unione europea, negli Stati Uniti d'America, Canada, Australia e Norvegia;
la Commissione europea nell'ultimo rapporto del 27 maggio 2015, ha sostenuto che le sanzioni alla Federazione russa hanno sull'economia europea un impatto «limitato e non influente su gran parte delle esportazioni», essendo limitate a una parte dell’export degli armamenti e ad una ristretta gamma di prodotti e beni di consumo. Tuttavia, le contromisure del Governo della Federazione russa sul divieto di importazione di prodotti agroalimentari hanno effetti significativi sulla economia italiana;
il «Monitor dei distretti», pubblicazione trimestrale della banca Intesa San Paolo dedicata alle aree produttive distrettuali, ha rilevato, ad esempio, come la crisi russo-ucraina abbia influito in modo negativo sul commercio e sul volume di nuovi investimenti diretti, calcolando che «in Russia e in Ucraina l'export dei distretti industriali italiani si sia portato in territorio negativo già nel primo trimestre del 2014, per poi subire un vero e proprio crollo sul mercato ucraino tra aprile e giugno (30,1 per cento). Nel complesso del primo semestre le esportazioni distrettuali hanno subito un calo dell'8,5 per cento in Russia e del 19,3 per cento in Ucraina»;
per quanto riguarda il comparto agroalimentare Coldiretti ha segnalato come le esportazioni in Russia sono più che dimezzate nel primo bimestre del 2015 (-53,8 per cento), dopo un calo delle spedizioni nel 2014 stimato in 100 milioni;
secondo Coldiretti Marche, che ha elaborato i dati Istat del commercio estero, nella regione Marche il prolungamento dell'embargo al 2016 (Internazionale.it, 24 giugno 2015), annunciato dal Governo della federazione Russa, costerà all'economia regionale circa 25 milioni di euro al mese, mentre nel comparto agroalimentare della regione si registra già una contrazione del 300 per cento nel primo trimestre 2015 (Il Messaggero, 25 giugno 2015);
una delle conseguenze più significative dell'embargo russo, per le associazioni di categoria, è il blocco dell'espansione dei prodotti sul mercato russo, negli ultimi anni in costante ascesa. Situazione che, data la grande domanda in Russia di prodotti made in Italy, sta alimentando il fenomeno dell’«italian sounding», ossia la produzione locale di prodotti spacciati per italiani –:
quali iniziative intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze ed in sede comunitaria, per arrivare alla ripresa degli scambi commerciali con la Federazione Russa. (5-05910)