• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/05912 nel corso del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, il 28 novembre 2014 si è tenuta a Roma la Conferenza internazionale sull'immigrazione dall'Africa orientale, che...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05912presentato daQUARTAPELLE PROCOPIO Liatesto diMartedì 30 giugno 2015, seduta n. 451

QUARTAPELLE PROCOPIO e LOCATELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
nel corso del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, il 28 novembre 2014 si è tenuta a Roma la Conferenza internazionale sull'immigrazione dall'Africa orientale, che ha avviato il processo di Khartoum come strategia per gestire e controllare i flussi migratori attraverso azioni di cooperazione specifiche con i Paesi di origine e transito e in linea con gli obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile che comprendono l'aiuto allo sviluppo, l'assistenza tecnologica e la formazione come strumenti fondamentali per rafforzare le capacità degli stati di partenza e di transito nella lotta al traffico di esseri umani e nelle azioni di contrasto ai flussi illegali di migranti;
la dichiarazione conclusiva della conferenza del 28 novembre indica la promozione e il rispetto dei diritti umani come una condizione trasversale e imprescindibile per la cooperazione tra gli Stati che partecipano al processo di Khartoum, tra i quali si annovera l'Eritrea;
secondo il più recente rapporto della commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Eritrea, curato dallo special rapporteur Sheila Keetharuth, che rappresenta ad oggi la più autorevole e aggiornata ricognizione sul rispetto dei diritti umani nel Paese africano, la situazione in Eritrea è definita «estremamente preoccupante» e «disperatamente desolante»;
tale rapporto evidenzia una continua, ampia e sistematica violazione dei diritti umani fondamentali e delle libertà, comprensiva dell'uso della tortura; gravi limitazioni della libertà di espressione, di opinione, di pensiero e di culto religioso; gravi limitazioni alla libertà di movimento, inclusa la detenzione arbitraria dei soggetti sorpresi durante la fuga dal Paese, o anche solo sospettati di voler fuggire; l'uso di luoghi di detenzione in nessun modo conformi agli standard internazionali e la coscrizione forzata a tempo quasi indeterminato;
i dati dell'UNHCR indicano che il 22 per cento di coloro che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2014 per raggiungere l'Europa sono proprio cittadini eritrei fuggiti illegalmente affidandosi ai trafficanti di esseri umani, i quali sarebbero coperti se non addirittura in connivenza con le autorità militari di Asmara;
sempre secondo l'UNHCR, nel 2014 i migranti eritrei richiedenti protezione in Europa sono stati 37 mila; un dato che registra una forte crescita rispetto al numero di richiedenti protezione nel 2013, che si era fermato a 13 mila;
il presidente della commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sui diritti umani in Eritrea, Mike Smith, ha recentemente chiesto ai Paesi in cui giungono migranti eritrei in Europa, Nordafrica e Medio Oriente di continuare a offrire loro una protezione e di non rinviarli in patria, dove rischiano di essere puniti per aver lasciato il Paese senza autorizzazione;
un reportage del quotidiano inglese «The Guardian» ha diffuso la notizia, rilanciata da altri mezzi di informazione italiani ed europei, che funzionari diplomatici italiani e britannici avrebbero preso contatti con il Governo eritreo per testare la disponibilità del regime a collaborare per fermare i migranti sui confini evidenziando come, qualora il Governo eritreo si rendesse disponibile a collaborare, la controparte dell'accordo sarebbe un contributo economico, ovvero un ammorbidimento delle sanzioni nei confronti del regime di Asmara –:
se la notizia diffusa dal quotidiano The Guardian corrisponda al vero;
quali siano le iniziative che il Governo intende adottare per assicurare che l'eventuale interlocuzione con il Governo eritreo volta a un più efficace contrasto del traffico di esseri umani e dei flussi illegali di migranti rappresenti anche un vincolo per un adeguamento delle politiche di Asmara al rispetto dei diritti umani e un incentivo per la transizione del Paese verso la democrazia. (5-05912)