• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/09682 secondo quanto pubblicato dal quotidiano: «Il Sole 24 ore», domenica 28 giugno 2015, sebbene l'Italia avesse rinunciato da anni, alla produzione di energia nucleare, tuttavia ha comunque il...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09682presentato daNASTRI Gaetanotesto diGiovedì 2 luglio 2015, seduta n. 453

NASTRI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
secondo quanto pubblicato dal quotidiano: «Il Sole 24 ore», domenica 28 giugno 2015, sebbene l'Italia avesse rinunciato da anni, alla produzione di energia nucleare, tuttavia ha comunque il problema da risolvere legato alla necessità di smantellare le centrali nucleari oramai dismesse, riportandone i siti allo stato cosiddetto: «green fields», in cui la radioattività non sia più elevata di quella normalmente presente in ambiente;
il medesimo articolo rileva inoltre come sussista, anche una considerevole quantità di rifiuti radioattivi che derivano anche da altre attività: dalla medicina nucleare, da lavorazioni industriali, che impiegano materie prime in cui è presente radioattività naturale e da altre fonti insospettabili (ad esempio i parafulmini prodotti fino agli anni 80, che contengono sostanze radioattive e pertanto vanno smaltiti con opportune precauzioni);
risulta conseguentemente necessaria, secondo quanto evidenzia il richiamato articolo di stampa, la costruzione di un deposito nazionale per i rifiuti nucleari in grado di sostituire le decine di siti temporanei in cui le scorie sono attualmente stoccate, anche al fine di adeguare il nostro Paese, alle direttive europee che prescrivono tale adempimento (la maggior parte dei Paesi Ue ha già provveduto in tal senso), ma soprattutto per un elementare criterio di sicurezza;
al riguardo si evidenzia infatti, che un sito unico può essere monitorato e mantenuto sicuro con efficienza molto maggiore rispetto all'attuale situazione frammentata;
la costruzione del deposito, com’è noto, è stata affidata nel 2010 alla Sogin società pubblica, la cui gestione finanziaria assoggettata al controllo della Corte dei conti, interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze, opera secondo gli indirizzi strategici formulati dal Ministero interrogato;
la medesima società che si occupa della gestione dei rifiuti nucleari italiani, all'inizio di quest'anno ha consegnato all'Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) la proposta di carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, il cui è iter attualmente in corso e sarà resa pubblica dopo l'estate, ovvero nel momento in cui i Ministeri interrogati, avranno dato il benestare;
tale pubblicazione, secondo quanto evidenzia il direttore della Sogin avvierà la fase di consultazione pubblica che culminerà in un Seminario nazionale con tutti gli attori interessati, al fine di fornire tutte le informazioni necessarie con la massima trasparenza su tale infrastruttura, per dissipare le legittime preoccupazioni in tal senso;
per la decisione relativa al deposito che dovrebbe sorgere in Italia, rileva il dirigente della Sogin, è stata utilizzata l'esperienza proveniente da altri Paesi, come la Francia, in cui un deposito di rifiuti nucleari a bassa e media attività equivalente a quello che pertanto dovrebbe essere realizzato nel nostro Paese, sorge nel dipartimento di Aube, distante 250 chilometri da Parigi, nel pieno di una zona agricola dedita alla produzione di champagne e altri prodotti di pregio;
per riuscire ad ottenere un risultato simile a quello francese, prosegue lo stesso dirigente della Sogin, sarà necessario vincere la sfiducia nei confronti dell'amministrazione pubblica, che in Italia, a suo giudizio, senza motivo, è decisamente superiore a quella del confinante Paese transalpino;
a parere dell'interrogante, quanto sostenuto dal direttore del deposito nazionale e parco tecnologico della Sogin, se da un lato risulta relativamente condivisibile con riferimento agli eccessivi livelli di insicurezza e di contrarietà da parte dell'opinione pubblica italiana, connessa al ritorno della produzione di energia nucleare nel nostro Paese, dall'altro occorre altresì approfondire con maggiore coerenza e linearità quali siano le politiche industriali e di sviluppo energetico per il Paese, con riferimento, in particolar modo, alle strategie in tema di energia, liberalizzazioni, che stante il quadro attuale risultano essere ondivaghe e confuse da parte del Governo in carica, anche in termini di prevenzione e trasparenza;
a giudizio dell'interrogante inoltre, risulta altresì necessario, chiarire in termini più espliciti, ove fosse confermato il contenuto dell'articolo del quotidiano: «Il Sole 24 ore» in precedenza richiamato, quali criteri il Governo intenda perseguire ai fini dell'individuazione del sito per il deposito nazionale di scorie nucleari, in considerazione tra l'altro che la struttura geografica dell'Italia è nettamente differente da quella francese e peraltro ad alta vocazione agricola e turistica –:
quali orientamenti intendano esprimere, per le parti di competenza propria, con riferimento a quanto esposto in premessa;
se intendano confermare il contenuto dell'articolo di stampa in precedenza richiamato, secondo cui tra pochi mesi, sarà designato il deposito nazionale di scorie nucleari in Italia;
in caso affermativo, quali criteri i Ministri interrogati abbiano adottato al fine dell'individuazione di tale infrastruttura indubbiamente delicata dal punto di vista della sicurezza ambientale;
se infine siano a conoscenza, della presenza di rappresentanti delle istituzioni regionali all'interno del seminario nazionale indicato in premessa, che segue l'avvio della consultazione pubblica nella quale sarà prevista l'individuazione del deposito di scorie. (4-09682)