• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/01621 il ritardo nella realizzazione di una rete digitale a banda larga ultraveloce ovvero, più in generale, di nuova generazione, rappresenta uno dei maggiori fattori frenanti di una concreta...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01621presentato daTANCREDI Paolotesto diMartedì 14 luglio 2015, seduta n. 461

TANCREDI, MINARDO e VIGNALI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
il ritardo nella realizzazione di una rete digitale a banda larga ultraveloce ovvero, più in generale, di nuova generazione, rappresenta uno dei maggiori fattori frenanti di una concreta prospettiva di crescita economica del Paese in un contesto di competizione globale;
il Governo ha dato un segnale molto chiaro e apprezzabile con il varo, a marzo 2015, di un documento strategico denominato «Strategia italiana per la banda ultralarga»;
in questo documento risulta particolarmente condivisibile l'impostazione che capovolge un pensiero che è stato a lungo dominante: quello secondo cui l'offerta infrastrutturale deve seguire gli andamenti della domanda. Il documento si apre, invece, richiamando uno scenario che non è una suggestione futuribile come il nome («Internet delle cose») lascerebbe intendere, ma è – al contrario – una realtà già concreta per le parti più avanzate e ricche del pianeta e presto lo diventerà – ce lo si deve augurare – anche per il nostro Paese;
quindi, l'offerta di reti di nuova generazione deve diventare un «obiettivo Paese». Forse uno dei più importanti e strategici;
ma nel documento non sono contenute (e non potrebbe essere altrimenti) tutte le scelte necessarie ad articolare un concreto ed efficace intervento pubblico sul settore;
altri atti, dotati di forza di legge (o per lo meno di atto amministrativo), devono articolare gli indirizzi contenuti nel documento strategico che ha il limitato (ma fondamentale) compito di delineare una volontà politica e una prospettiva di governo;
esistono almeno tre versanti da considerare;
il primo è un versante finanziario: quante risorse pubbliche si riesce a mettere in campo e quali sono gli effetti che si attendono in termini di investimenti privati. Su questo si apprende qualcosa dalla stampa (da ultimo un'intervista su Il Sole 24 ore di martedì 14 luglio 2015 del vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri), ma ancora non emergono le cifre di una strategia chiara, soprattutto in termini di investimenti privati e di analisi convincenti costi-benefici;
il secondo è un versante normativo, che ha richiesto (e richiederà ancora) la modifica di una legislazione ancora non idonea a rendere raggiungibili gli obiettivi del piano;
il terzo è un versante strategico e riguarda il ruolo delle imprese private nella realizzazione della strategia. Non solo del principale operatore nel settore delle telecomunicazioni – che ancora oggi vede i propri bilanci gravati dagli effetti a lungo termine di una delle privatizzazioni peggio gestite dal Governo italiano (ci si riferisce, evidentemente, alle note vicende del 1997). Ma anche degli altri operatori del settore, dell’Enel, degli altri gestori delle principali utilities;
questi versanti dovranno progressivamente chiarirsi attraverso una serie coerente, ma anche serrata, di atti;
si è parlato per mesi di un decreto in via di elaborazione. Ma poi tale decreto è andato, evidentemente, incontro a difficoltà nella fase della definizione dei dettagli;
adesso, senza che il decreto sia stato emanato, si torna a parlare del solo aspetto finanziario. E quindi dell'assegnazione di risorse derivanti dal fondo sviluppo e coesione;
ma si tratta di vicende che si seguono sulla stampa. Mentre appare importante che l'intera vicenda divenga oggetto di un completo e approfondito dibattito parlamentare, data la rilevanza strategico di questo tema e il peso di interessi di parte che deve essere, invece, bilanciato dall'interesse generale, la cui sede di formazione è – e non può che essere – il Parlamento;
infatti, dal momento che la rete fissa a banda ultralarga in fibra ottica costituisce un'infrastruttura strategica, non meno rilevante, per le ricadute positive che può comportare sul piano della crescita complessiva dell'economia di un Paese che voglia mantenersi competitivo, delle altre infrastrutture fisse, a partire da quelle di trasporto ed energetiche, è decisivo che il Governo sia dotato di una strategia molto chiara, ma soprattutto che il Parlamento dia il proprio contributo alla definizione di tale strategia –:
quale sia la tempistica con cui il Governo intende procedere su ciascuno dei tre versanti indicati in premessa, con particolare riferimento ai passaggi successivi, in modo da conoscere se intenda o meno assecondare e seguire la domanda dei singoli utenti. (3-01621)