• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
S.0/00974/029/ ... in sede di esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia; considerato...



Atto Senato

Ordine del Giorno 0/974/29/0105 presentato da RICCARDO NENCINI
venerdì 2 agosto 2013, seduta n. 008

Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia;
considerato che:
nel nostro Paese le istituzioni culturali stanno vivendo una situazione di grave difficoltà. In particolare, a Firenze, l'Opificio delle Pietre dure, la Biblioteca Nazionale e il Polo Museale sono gli Istituti maggiormente colpiti dallo stato di emergenza;
pur tenendo conto delle loro diverse peculiarità, sussistono problematiche comuni. La prima deriva dal blocco delle assunzioni, determinato dai decreti governativi degli ultimi anni, che non permette il fisiologico turn over dei ruoli tecnico scientifici (dirigenti, archeologi, architetti, storici dell'arte, bibliotecari, restauratori conservatori, collaboratori restauratori, esperti scientifici, esperti informatici). Infatti, l'ultimo concorso significativo risale al 1986. Considerato che l'età media dell'attuale personale in carica si aggira mediamente intorno ai 55 anni, si assisterà nel giro di pochi anni allo svuotamento delle risorse umane e alla mancanza della possibilità di formare nuove professionalità. Tra l'altro le suddette risorse rientrano nella normativa pre-Fornero, che obbliga il pensionamento ai 65 anni. Gli attuali quadri direttivi, che finora hanno presentato domanda al Ministero dei beni e delle attività culturali di permanenza in servizio fino all'attuale limite minimo per il pensionamento di vecchiaia (66 anni e 3 mesi), si sono visti negare tale possibilità. La cosa è tanto più paradossale perché, secondo la nuova normativa, color che sono nati a distanza di pochi giorni e cio
è dal l gennaio 1952, possono optare per una uscita «flessibile», a loro scelta, tra i 66 e i 70 anni;
l'altro problema è rappresentato dai profondi tagli finanziari alla cultura derivanti dalla spending review. Nelle linee programmatiche dell'azione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, presentate alla VII commissione di Camera e Senato il 23 maggio 2013, si legge che le «spese per interventi urgenti al verificarsi di emergenze, relativi alla salvaguardia dei beni culturali, etc.» sono passate, da circa 65 milioni di euro del 2008, a circa 27 milioni di euro del 2013, con un decremento del 58%. La disponibilità per gli interventi ordinari per la tutela del patrimonio culturale, è passata, da circa 99 milioni del 2008, a circa 47 milioni del 2013, con un decremento pari la 52%. La disponibilità delle risorse derivanti dagli introiti del gioco del lotto, sempre finalizzate all'attività di tutela del patrimonio artistico, è passata, da circa 89 milioni del 2008, a circa 25 milioni del 2013, con un decremento del 71 %. Infine, il contributo del Ministero per i beni e le attività culturali, è passato, da circa i 17 milioni del 2009, a circa 14 milioni del 2013, con un decremento del 18%. Se i musei afferenti al Polo Musea1e possono contare sulle entrate dei servizi aggiuntivi (biglietteria, book shop, etc.), marginali rispetto alle reali esigenze gestionali, per quanto riguarda l'Opificio delle Pietre Dure, la Soprintendenza territoriale e la Biblioteca Nazionale non è possibile neanche contare su tali risorse;
altro problema riguarda l'apporto finanziario da parte di terzi privati. Attualmente, l'unica forma di agevolazione contemplata dalla normativa vigente è la sponsorizzazione contro pubblicità. È evidente che questa attragga maggiore attenzione da parte degli sponsor solo verso le opere di grande rilevanza. nazionale, lasciando poco spazio a realtà di minore prestigio, non culturale, ma sul piano del ritorno di immagine. Inoltre, anche le sponsorizzazione rientrano nel regime delle gare di appalto, con un aggravio delle procedure burocratiche che scoraggia gli investitori stranieri;
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di varare misure urgenti volte alla salvaguardia di istituzioni culturali di grande importanza per il nostro Paese, come quelle di Firenze, prevedendo per esse lo sblocco delle assunzioni, sostegni economici, agevolazioni fiscali e semplificazione della normativa, queste ultime« finalizzate a favorire soprattutto gli investimenti dei privati, anche stranieri, nel restauro e nella conservazione dei beni culturali italiani.
(0/974/29/0105)
NENCINI, FAUSTO GUILHERME LONGO, PANIZZA, BUEMI