• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.3/01635 l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), organismo scientifico collegato all'Organizzazione mondiale della sanità, ha pubblicato sulla rivista «Lancet» il 20 marzo 2015 le...



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01635presentato daZACCAGNINI Adrianotesto diGiovedì 23 luglio 2015, seduta n. 467

ZACCAGNINI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), organismo scientifico collegato all'Organizzazione mondiale della sanità, ha pubblicato sulla rivista «Lancet» il 20 marzo 2015 le risultanze degli studi e dei test di laboratorio condotti su alcuni pesticidi e prodotti chimici correntemente utilizzati in agricoltura e nelle pratiche di giardinaggio non solo in aree private, ma, soprattutto, pubbliche come parchi e giardini frequentati prevalentemente da bambini e anziani, cioè i soggetti su cui maggiormente può dimostrarsi nocivo tale uso;
da questi studi si evince che risultano «probabilmente cancerogeni» l'erbicida denominato glifosato, e gli insetticidi malathion, diazinon, paration e tetrachlorvinphos e, per quanto concerne il glifosato, si rileva correlazione con la vulnerabilità al linfoma non Hodgkin dei lavoratori esposti;
i prodotti a base di glifosato risultano ampiamente diffusi nelle pratiche agricole in atto nel nostro Paese, con particolare riferimento alle coltivazioni di mais, soia e colza e negli interventi di diserbo praticati anche ai margini delle strade e nelle aree pubbliche ad alta frequentazione;
alcuni Paesi hanno già rinunciato all'uso del glifosato. In Danimarca l'uso dei glifosati (p.es. Roundup) è vietato già dal 2003. Proprio di recente negli Stati Uniti il National Cancer Institute, Centers for Disease classifica il glifosato come «probabilmente cancerogeno per l'essere umano»;
l'intenso utilizzo di tale prodotto può pertanto configurare un grave rischio non solo per i consumatori delle derrate agricole interessate, ma anche per i lavoratori dei settori direttamente esposti al contatto con l'erbicida, nonché per tutti i cittadini che frequentano parchi pubblici o passeggiano vicino alle aiuole trattate con tali sostanze;
nel rapporto nazionale sui pesticidi nelle acque diffuso dall'ISPRA si afferma, fra l'altro, che «la presenza del glifosato e del suo metabolita, l'acido aminometilfosfonico, è ampiamente confermata, anche se il suo monitoraggio è tuttora effettuato solo in Lombardia, dove la sostanza è presente nel 31,8 per cento dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, mentre il metabolita nel 56,6 per cento»;
va precisato che gli studi esaminati dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, segnalano un aumento del rischio di tumore tra i giardinieri e agricoltori, non nella popolazione generale. Secondo l'Agenzia, «...gli studi caso-controllo di esposizione professionale condotti in Svezia, Stati Uniti e Canada hanno rivelato un aumento del rischio del linfoma di non Hodgkin...»;
alcuni esperimenti sugli animali hanno mostrato che il diserbante provocava danni cromosomici, un maggiore rischio di tumore alla pelle e al tubolo renale e di adenomi delle cellule pancreatiche;
queste problematiche e i gravi rischi sulla salute connessi, erano già stati evidenziati il 6 maggio 2015 in Commissione agricoltura della Camera, con un'interrogazione a risposta immediata (5-05514) del Gruppo «Sinistra Ecologia Libertà». In quell'occasione, il sottosegretario Giuseppe Castiglione rispondendo al suddetto atto di sindacato ispettivo, chiariva che «il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali può esprimersi unicamente in merito all'efficacia agronomica dei prodotti fitosanitari, mentre gli aspetti connessi alla tutela della salute umana rientrano tra le competenze del Ministero della salute»;
il glifosato inoltre è l'erbicida accoppiato all'impiego delle principali sementi geneticamente modificate di mais e soia –:
quali siano i dati concernenti la vendita e l'impiego in Italia dei prodotti di sintesi a base di glifosato, malathion, diazinon, paration e tetrachlorvinphos;
se i Ministri interrogati non ritengano necessario e urgente acquisire le risultanze degli studi pubblicati dallo IARC e assumere iniziative per procedere alla sospensione cautelativa della commercializzazione nel nostro Paese dei prodotti contenenti tali principi attivi;
se non ritengano necessario adeguare il piano di azione nazionale sull'uso dei pesticidi, adottato con decreto interministeriale del 22 gennaio 2014, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 35 del 12 febbraio 2014, al fine di valutare adeguatamente il livello di rischio provocato dai prodotti in questione e la sua diffusione sul territorio nazionale, adottando i provvedimenti conseguenti;
se non ritengano necessario confermare il divieto, esteso all'intero territorio nazionale, di utilizzo di sementi geneticamente modificate, in attuazione della direttiva (UE) n. 2015/412 dell'11 marzo 2015;
se non ritenga necessario assumere iniziative per vietare il medesimo glifosato sul territorio nazionale, al fine di applicare il «principio di precauzione» a tutela della salute degli operatori del settore agricolo, nonché dei consumatori e dell'ambiente, e in attesa di una risposta definitiva sulla sua più che probabile cancerogenicità;
se il Governo non ritenga opportuno evitare di rinnovare l'autorizzazione ministeriale alla messa in commercio del prodotto fitosanitario, affinché non si utilizzi più sul territorio nazionale;
quali iniziative, per quanto di competenza, intendano intraprendere affinché non sia rinnovata l'autorizzazione comunitaria, con riferimento alla normativa europea di settore. (3-01635)