• Testo MOZIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.1/00456 premesso che: le misure di agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici, introdotte dall'articolo 1, commi da 344 a 349 della legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296...



Atto Senato

Mozione 1-00456 presentata da SALVATORE TOMASELLI
giovedì 23 luglio 2015, seduta n.490

TOMASELLI, CALEO, DALLA ZUANNA, ASTORRE, CUOMO, FABBRI, FISSORE, GIACOBBE, LANZILLOTTA, MIRABELLI, MORGONI, PUPPATO, SCALIA, SOLLO, VACCARI, VALDINOSI - Il Senato,

premesso che:

le misure di agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici, introdotte dall'articolo 1, commi da 344 a 349 della legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006) e da ultimo prorogate dalla legge di stabilità per l'anno 2015 (legge n. 190 del 2014) nella misura del 65 per cento dell'investimento effettuato, rappresentano un significativo volano per la crescita del prodotto interno lordo, per il sostegno di importanti settori produttivi, a partire da quello edilizio, e per il raggiungimento di più elevati livelli di risparmio energetico nel Paese;

i più recenti dati di analisi sull'efficacia dell'"ecobonus", elaborati dal Cresme (Centro ricerche economiche, sociali di mercato per l'edilizia e il territorio), evidenziano l'impatto positivo nel corso degli anni di tale agevolazione sulla crescita economica della sua notevole efficacia occupazionale, proprio nel momento di più forte crisi del settore edilizio;

nel solo anno 2014 le domande presentate per usufruire dell'ecobonus sono state pari a 339.173 e le detrazioni riconosciute ai contribuenti sono state pari a 3,685 miliardi di euro. Dal momento dell'introduzione dell'agevolazione e fino al 31 dicembre 2014, le domande per ottenere gli sgravi dell'ecobonus sono state 2.258.849 e le detrazioni riconosciute sono state pari a 26,099 miliardi di euro;

gli incentivi dell'ecobonus, sommati agli incentivi per le ristrutturazioni edilizie, hanno generato nel solo anno 2014 investimenti per un ammontare complessivo di 28,4 miliardi di euro, pari a quasi 2 punti di PIL;

i benefici generati dall'agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici e degli incentivi per la ristrutturazione edilizia si riflettono positivamente anche sull'occupazione. Secondo le stime del Cresme, gli investimenti attivati da tali agevolazioni sono valsi, nel solo 2014, 283.200 posti di lavoro diretti nel settore dell'edilizia e 424.800 occupati totali, compreso l'indotto. Negli anni di maggiore crisi del settore edilizio, che vanno dal 2012 al 2014, gli investimenti attivati, pari ad oltre 75 miliardi di euro, sono valsi 752.593 occupati diretti e 1.128.889 occupati totali;

per comprendere l'importanza di tali agevolazioni le stime formulate evidenziano che, in caso di mancata attuazione dell'ecobonus e delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, gli investimenti che si sarebbero persi, senza sgravi irpef, sarebbero stati pari a 15,9 miliardi di euro su un totale di 28,4 miliardi, mentre la perdita in termini di occupazione sarebbe ammontata a 158.591 posti di lavoro;

se si prende a riferimento un periodo più ampio che va dal 2011 al 2014, la mancata attuazione delle agevolazioni avrebbe comportato la perdita di 47,1 miliardi di investimenti e gli effetti sull'occupazione diretta avrebbero comportato una riduzione di 468.769 posti di lavoro;

in assenza del bonus, i beneficiari che avrebbero comunque investito in interventi di riqualificazione energetica degli edifici e di ristrutturazione edilizia sarebbero scesi al 52 per cento nel 2012, al 50 per cento nel 2013 e al 44 per cento nel 2014;

considerato che:

le misure di agevolazione per la riqualificazione energetica e di ristrutturazione edilizia degli edifici, a distanza di anni dalla loro entrata in vigore, e alla luce dei dati richiamati, si può certamente affermare che non rappresentano un costo per le finanze pubbliche. Al contrario, anzi, i calcoli effettuati dal Cresme evidenziano come l'applicazione dell'ecobonus e delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie abbiano generato, nell'intero periodo di riferimento che va dal 1998 ad oggi, un gettito nettamente positivo per le finanze pubbliche;

dalle stime formulate dal Cresme sull'impatto economico-finanziario, emerge che le domande complessive di defiscalizzazione sono state 11.386.244, e che hanno generato investimenti complessivi pari a 187,7 miliardi di euro;

i costi della defiscalizzazione dei bonus hanno comportato, nel suddetto periodo di riferimento, minori incassi per un ammontare di 82,7 miliardi di euro. A fronte di tali oneri, il maggiore gettito fiscale è stato di 71,3 miliardi di euro derivante da maggiori versamenti Iva, Ires, Irpef e per oneri sociali. Il saldo ammonterebbe ad un valore negativo di 11,4 miliardi di euro. Considerando però che lo Stato incassa i proventi spettanti nell'anno di esecuzione dei lavori, e consente la maturazione dell'incentivo nell'arco di tempo di 10 anni, qualora si introducessero alcune valutazioni di natura finanziaria, attualizzando i valori in gioco, risulterebbe dall'esercizio di stima, sulla base dei principi enunciati, una plusvalenza di 3,6 miliardi di euro. Se a questi si aggiungono altri effetti positivi indotti (contabilità sociale, gettito irpef e maggiore risparmio energetico) il saldo risulterebbe positivo per circa 8,9 miliardi di euro. Se a tali dati si aggiungono altri effetti indotti (maggiori incassi comunali, variazioni catastali e maggiori imposte sugli immobili) il saldo positivo si attesterebbe ad oltre 12 miliardi di euro;

rilevato che:

il rapporto annuale 2015 sull'efficienza energetica, curato dell'Enea sulla base dei dati disponibili al 30 aprile 2015, ha evidenziato gli effetti positivi dell'ecobonus in termini di risparmio energetico e di impatto positivo sull'ambiente;

nel periodo che va dal 2007 al 2013, l'Enea ha calcolato un risparmio di energia primaria pari a 0,913 Mtep, equivalenti ad oltre 9.900 gigawatt orari per anno di energia finale, di cui oltre 1.650 gigawatt orari per anno derivanti da interventi incentivanti nel 2013;

tali dati evidenziano il notevole impatto in termini di risparmio energetico e di minori emissioni inquinanti nell'ambiente, che possono derivare dall'attuazione di interventi, come la schermatura degli edifici, il cambio degli infissi e l'utilizzo di impianti di riscaldamento efficiente e tecnologicamente avanzati;

l'efficienza energetica ha assunto negli anni una rilevanza sempre maggiore, costituisce la principale chiave di sviluppo per nuovi modelli operativi in un'economia globalizzata e perciò investire sul risparmio energetico negli edifici e su modelli di reti intelligenti è fondamentale per lo sviluppo economico del Paese;

il risparmio energetico è uno strumento per migliorare i conti delle famiglie italiane, che potrebbero risparmiare centinaia di euro l'anno di bollette, così come lo è per migliorare, anche esteticamente, le città e porre un argine alla crisi del settore edilizio, che ha perso più di 700.000 posti di lavoro;

una politica di risparmio energetico sul patrimonio edilizio italiano, attivata su 12 milioni di edifici, è in grado di generare risorse economiche private, mettendo a reddito gli oltre 20 miliardi annui di energia che invece viene sprecata;

l'ecobonus si è rivelato idoneo a promuovere la riqualificazione energetica degli edifici esistenti e soprattutto a sostenere le attività imprenditoriali dei settori industriali che producono materiali, impianti e prodotti ad alta efficienza energetica, generando occupazione e favorendo l'emersione del sommerso. È inoltre decisivo per lo sviluppo di un ruolo di rilievo del nostro Paese da spendersi nell'affermazione della filiera edilizia sui mercati esteri e costituisce una delle modalità di creazione di posti di lavoro a cui si deve puntare nel ciclo economico del dopo crisi;

costruire edifici sempre più abitabili, che possano migliorare la qualità della vita dei loro occupanti e integrarsi all'ambiente circostante, alla luce di ottime performance ambientali e riduzione delle emissioni nocive in atmosfera, aiutano il business della filiera edilizia, anziché affossarlo;

osservato che:

le agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici pari al 65 per cento dell'investimento del contribuente termineranno il 31 dicembre 2015;

nell'anno in corso, gli investimenti stanno subendo un rallentamento rispetto al trend registrato nel 2014 e gli ordinativi iniziano a diminuire in modo deciso. È del tutto evidente che la mancanza di certezze sulla defiscalizzazione dei futuri investimenti di efficientamento energetico degli edifici rappresentano un freno sulle decisioni di investimento dei contribuenti;

alle luce dei dati evidenziati, le misure di agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici e di ristrutturazione edilizia rappresentano una operazione definita "win-win", ossia in grado di generare effetti positivi per tutti i soggetti coinvolti: Stato, imprese e cittadini contribuenti;

la stabilizzazione delle agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici rappresenta una scelta di politica industriale che incontrerebbe il favore sia per il sistema economico sia per i contribuenti,

impegna il Governo:

1) a dare stabilità, a decorrere dall'anno 2016, all'agevolazione fiscale del 65 per cento prevista per la riqualificazione energetica degli edifici;

2) ad inserire l'agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici all'interno del complessivo quadro normativo in materia di agevolazioni fiscali, avendo cura di garantire, in ogni caso, un effettivo vantaggio agli interventi volti alla riqualificazione energetica e alla messa in sicurezza del patrimonio immobiliare, tenendo fermo, a tal fine, l'attuale parametro normativo che prevede una differenza di 15 punti percentuali fra la predetta agevolazione fiscale ("ecobonus") e quella riconosciuta per gli ordinari interventi di ristrutturazione edilizia;

3) a considerare la possibilità di rimodulare i tempi di erogazione dell'incentivo, tempi che potrebbero non essere fissi (ora 10 anni) ma crescenti con l'ammontare della spesa, al fine di rendere conveniente la detrazione fiscale anche per micro-interventi;

4) ad estendere l'applicazione dell'agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici, includendo in via permanente nell'elenco degli interventi per i quali è possibile godere di tale agevolazione fiscale i seguenti: la riqualificazione energetica del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e di edifici di proprietà di onlus, la riqualificazione energetica di edifici interi, il consolidamento antisismico degli edifici ricadenti in aree a rischio sismico, il consolidamento antisismico dei beni immobili strumentali, ivi comprese le strutture alberghiere e ricettive in generale;

5) ad estendere l'applicazione dell'agevolazione alla costruzione di edifici nuovi, nel caso siano rigorosamente seguiti criteri di bio-edilizia o a energia zero o quasi-zero;

6) a promuovere in maniera diffusa ed ancora più incisiva su tutti i media la normativa in merito all'agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici.

(1-00456)