• C. 3249-A-bis EPUB PINI Gianluca, Relatore di minoranza

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Atto a cui si riferisce:
C.3249 Conversione in legge del decreto-legge 8 luglio 2015, n. 99, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata EUNAVFOR MED


Frontespizio Relazione
Testo senza riferimenti normativi
XVII LEGISLATURA
 

CAMERA DEI DEPUTATI


   N. 3249-A-bis


DISEGNO DI LEGGE
APPROVATO DAL SENATO DELLA REPUBBLICA
il 22 luglio 2015 (v. stampato Senato n. 1997)
presentato dal presidente del consiglio dei ministri
(RENZI)
dal ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
(GENTILONI SILVERI)
e dal ministro della difesa
(PINOTTI)
di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze
(PADOAN)
Conversione in legge del decreto-legge 8 luglio 2015, n. 99, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata EUNAVFOR MED
Trasmesso dal Presidente del Senato della Repubblica il 23 luglio 2015
(Relatore di minoranza: Gianluca PINI)


      

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Onorevoli Colleghi! Il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 8 luglio 2015, n. 99, recante «Disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata EUNAVFOR MED», è fonte di perplessità sotto più di un aspetto.
      L'avvio di una nuova operazione militare marittima nel Mediterraneo è stato presentato come un successo dell'azione del Governo in ambito europeo, il primo segno concreto di una condivisione dell'impegno a fronteggiare i flussi migratori illegali che raggiungono il nostro continente attraverso il territorio italiano.
      In realtà, tuttavia, almeno per adesso, la missione deliberata dal Consiglio europeo il 22 giugno scorso contempla soltanto l'acquisizione di informazioni che dovrebbero permettere di migliorare le conoscenze disponibili sul funzionamento del business degli scafisti.
      È nostro convincimento che tanto il nostro Paese quanto i nostri partner europei presenti da tempo in Mediterraneo con navi delle proprie Marine militari in realtà dispongano da tempo di una conoscenza approfondita della situazione.
      In ogni caso, lo svolgimento di attività di intelligence non pare giustificare l'allestimento di un dispositivo aeronavale tanto potente, che tra l'altro ha la sua piattaforma di comando e controllo nella portaerei italiana Cavour, nave oltretutto certamente inidonea a bloccare un flusso di natanti come quello che viene utilizzato dagli scafisti per condurre il loro business illegale.
      Allo stato non sappiamo neppure se all’EUNAVFOR MED verrà consentito di passare alle fasi due e tre previste al momento della decisione di farvi ricorso, perché è a questo scopo necessario il verificarsi di alcune condizioni al momento alquanto incerto, in primo luogo l'approvazione di una risoluzione al riguardo da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
      Nel frattempo, la flotta europea si aggiungerà ai dispositivi già presenti, come TRITON, emanazione dell'agenzia FRONTEX ed egualmente partecipata dal nostro Paese, e MARE SICURO, che è invece interamente nazionale – di fatto impegnati quasi esclusivamente nella raccolta dei migranti clandestini in mare e nel loro successivo trasporto verso le coste italiane.
      Lo ha ammesso lo stesso Governo nel corso di sue comunicazioni al riguardo rese in Parlamento: MARE SICURO, avviata per proteggere gli interessi nazionali in Libia, ha prelevato dai barconi non meno di 30 mila aspiranti profughi dal marzo scorso. Mentre nulla ha potuto nei confronti dei quattro lavoratori della ditta Bonatti da poco sequestrati a Mellitah, di cui naturalmente ci si augura il sollecito rilascio.
      Nulla quindi pareva giustificare in questa circostanza il ricorso alla decretazione d'urgenza, che infatti si è contestato sollevando un'apposita pregiudiziale di costituzionalità.
      La nuova missione militare marittima non presenta a nostro avviso alcun vero elemento di novità, salvo forse le sue dimensioni e composizione, che fanno pensare ad una MARE NOSTRUM allargata. Implica invece nuove spese ed è del tutta inadeguata agli scopi che si prefigge.
      Si rileva inoltre come il decreto-legge 8 luglio 2015, n. 99, oggetto del provvedimento di conversione in legge all'esame della Camera dei deputati, autorizzi e finanzi la partecipazione italiana all’EUNAVFOR MED soltanto fino al prossimo 30 settembre, mentre per l'operazione si prevede, in base alle stesse deliberazioni adottate nell'ambito dell'Unione europea, una durata non inferiore ai dodici mesi dal momento di inizio della sua piena operatività, peraltro non meglio determinato.
      Sarebbe stato meglio, probabilmente, adottare misure di più lungo respiro. Alla fine di settembre toccherà verosimilmente ad un nuovo decreto-legge, emanato ovviamente in stato di necessità ed urgenza, il compito di estendere l'intervento almeno fino al prossimo 31 dicembre, insieme agli altri che vedono impegnate le nostre Forze Armate in giro per il mondo.
      È un bene che a questa procedura tanto approssimativa stia per mettere un termine la prossima approvazione del disegno di legge quadro sulle missioni internazionali delle nostre Forze Armate, che quest'Assemblea non a caso ha recentemente licenziato a grande maggioranza.
      Per le ragioni sopraesposte, rimaniamo critici ed insoddisfatti sotto molti profili del provvedimento all'esame dell'Aula. Ne auspichiamo pertanto un ripensamento che ne comporti il miglioramento, anche tramite l'approvazione di emendamenti condivisi, e per questo motivo non abbiamo ritenuto necessario predisporre un testo alternativo.

Gianluca PINI,
Relatore di minoranza.