• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00316 MORGONI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che: la legislazione italiana riconosce quali siti di interesse nazionale (SIN) quelle aree in cui...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00316 presentata da MARIO MORGONI
mercoledì 7 agosto 2013, seduta n.091

MORGONI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

la legislazione italiana riconosce quali siti di interesse nazionale (SIN) quelle aree in cui l'inquinamento di suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee è talmente esteso e grave da costituire un serio pericolo per la salute pubblica; in particolare il comma 1 dell'art. 252 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (cosiddetto testo unico ambientale), definisce i SIN in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto sull'ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali;

i siti di interesse nazionale coprono una superficie di 1.800 chilometri quadrati di aree marine, lagunari e lacustri e 5.500 chilometri quadrati di aree terrestri, per un totale del 3 per cento del territorio nazionale;

il comma 2 dell'art. 252 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, stabilisce una serie di principi e criteri direttivi per inserire un sito inquinato tra quelli d'interesse nazionale la cui procedura di bonifica è attribuita alla competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentito il Ministero delle attività produttive;

il comma 1, lettera a) dell'articolo 36-bis del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, che ha novellato il comma 2 dell'articolo 252, ha inserito, dopo la lettera f), una lettera f-bis), con cui si aggiunto, ai principi e criteri direttivi da seguire per l'individuazione dei SIN, un nuovo criterio che tiene conto dei siti interessati, attualmente o in passato, da attività di raffinerie, impianti chimici integrati, acciaierie;

lo stesso art. 36-bis , al comma 2 prevedeva, entro 120 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto, l'adozione di un decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le regioni interessate, finalizzato alla ricognizione dei siti attualmente classificati di interesse nazionale che non soddisfano i requisiti di cui all'articolo 252, comma 2, del codice dell'ambiente, come integrati dal comma 1 dell'articolo 36-bis. Il comma 3 dell'articolo 36-bis dispone che con decreto del Ministro dell'ambiente, sentiti gli enti locali interessati, può essere ridefinito il perimetro dei SIN, fermo restando che rimangono di competenza regionale le necessarie operazioni di verifica ed eventuale bonifica della porzione di siti che, all'esito di tale ridefinizione, esulino dal sito di interesse nazionale;

in conseguenza di questa revisione dei criteri e ridefinizione dei siti di interesse nazionale in accordo con le Regioni, con il decreto ministeriale 11 gennaio 2013 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 60 del 12 marzo 2013, sono stati eliminati dall'elenco dei SIN molti siti tra cui in Abruzzo "Fiumi Saline Alento", in Emilia-Romagna "Sassuolo-Scandiano", nel Lazio "Bacino del fiume Sacco" e "Frosinone", in Liguria "Pitelli (La Spezia)", in Lombardia "Milano-Bovisa" e "Cerro al Lambro", nelle Marche "Basso Bacino del fiume Chienti", in Molise "Guglionesi II", in Piemonte "Basse di Stura", in Sardegna "La Maddalena", in Toscana "le Strillaie", in Veneto "Madrimago-Ceregnano), nella provincia autonoma di Bolzano "Bolzano"; in Campania sono stati esclusi i seguenti SIN: litorale Domizio-Flegreo e Agro aversano; Pianura; bacino idrografico del fiume Sarno e aree del litorale Vesuviano;

il decreto ministeriale che riporta nelle competenze regionali i citati 18 siti di interesse nazionale rischia di dare avvio ad un processo di rinuncia delle opere di risanamento, facendo sembrare meno prioritaria la bonifica. Nel caso ad esempio della regione Marche per il sito "Basso Bacino del fiume Chienti" non vi sono infatti sufficienti risorse a livello comunale, provinciale, regionale per completare il progetto di bonifica e si rischia così di generare una situazione di conflittualità tra enti di cui vi sono già le prime avvisaglie da parte della stessa Regione che manifesta intenzioni di disimpegno rinviando ai Comuni l'azione di risanamento;

a giudizio dell'interrogante le ragioni che hanno spinto all'esclusione di questi siti da quelli d'interesse appaiono più di natura economica piuttosto che di merito;

considerato che:

la Sogesid SpA istituita, ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 3 aprile 1993, n.96, successivamente modificato dall'articolo 20 del decreto-legge 8 febbraio 1995, n.32, convertito, dalla legge del 7 aprile 1995, n.104, e già affidataria, in regime di concessione, degli impianti idrici già detenuti dalla Cassa del Mezzogiorno, ha visto continuamente incrementate le sue competenze e le peculiarità relative alle modalità e agli strumenti di intervento, grazie a successivi passaggi normativi;

oggi l'attività della Sogesid è molto estesa, occupandosi, tra le altre cose, di monitoraggio e vigilanza in materia di rifiuti e di programmazione ed attuazione degli interventi di bonifica finalizzati al risanamento ambientale, nonché di fornire alla pubblica amministrazione la progettazione e il coordinamento di azioni mirate, volte a soddisfare la necessità di assistenza tecnica, risanamento e salvaguardia ambientale, monitoraggio, ecosostenibilità ed educazione ambientale;

secondo quanto riportato da un articolo pubblicato il 14 febbraio 2012 sul quotidiano "Italia Oggi", la Sogesid aveva assegnato 203 consulenze, per un valore complessivo di 4.359.000 euro;

secondo quanto emerge dai dati della "Relazione sulle bonifiche dei siti contaminati in Italia: i ritardi nell'attuazione degli interventi e i profili di illegalità" svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (Doc. XXIII, n. 14) approvata all'unanimità il 12 dicembre 2012 la Sogesid ha ricevuto consistenti finanziamenti dal Ministero dell'ambiente;

secondo le parole del Ministro pro tempore Clini in un'audizione sullo stato della gestione delle risorse idriche e sul processo di riorganizzazione dell'ISPRA il 18 luglio 2012 in VIII Commissione permanente (Ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera: "la Sogesid SpA, che dal 2009 al 2011 ha ricevuto 426 milioni di euro dal Ministero, non come contributo ordinario ma come assegnazione di risorse per la realizzazione di progetti nel settore dei rifiuti, nel settore delle acque e, in particolare, nel settore delle bonifiche. Tali risorse in parte sono state attribuite attraverso le procedure dell'emergenza, perciò commissariali, in parte in via ordinaria ed essendo Sogesid una società in house, senza procedura concorsuale";

nella stessa occasione il ministro Clini aveva espresso l'intenzione di chiudere la stessa società:"Per quanto riguarda Sogesid SpA, è nostra intenzione prepararci a una chiusura dell'attività di Sogesid per fare in modo che, come prevede il decreto-legge sulla spending review, queste attività rientrino in procedure ordinarie e trasparenti. Questo comporta una fase transitoria, relativa alla gestione di tutti gli interventi in corso, che potrebbe essere garantita attraverso una gestione commissariale della società, in maniera tale che i molti affidamenti dati a Sogesid per la realizzazione degli interventi, soprattutto nelle Regioni obiettivo convergenza del Mezzogiorno, possano finalmente procedere";

considerato inoltre che nella risposta all'interrogazione 5-00526 presso la Camera dei deputati in VIII Commissione ambiente, il 4 luglio 2013, il Sottosegretario di Stato Flavio Cirillo si impegnava a revisionare i rapporti convenzionali posti in essere con la Sogesid,

si chiede di sapere:

per quali siti inquinati sia stata ultimata la bonifica ad opera di Sogesid, e per quali siano attualmente in corso i lavori;

come il Ministro in indirizzo intenda agire per far sì che le limitate risorse disponibili vengano utilizzate per la concreta attuazione di azioni di bonifica evitando la loro dispersione in pletoriche e non sempre trasparenti procedure burocratiche ed in uso sovrabbondante di incarichi e consulenze;

se ritenga di dare attuazione agli intendimenti espressi dal precedente Governo in ordine alla chiusura dell'attività di Sogesid SpA o quali altri provvedimenti intenda adottare in merito ai compiti ed all'operatività della società stessa.

(3-00316)