• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00318 CUOMO, FEDELI, BENCINI, CAPACCHIONE, COLLINA, CUCCA, DE CRISTOFARO, DEL BARBA, DE MONTE, DI GIORGI, ESPOSITO Stefano, FABBRI, FAVERO, GINETTI, LEPRI, LUCIDI, MARCUCCI, MORGONI, MORONESE,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00318 presentata da VINCENZO CUOMO
mercoledì 7 agosto 2013, seduta n.092

CUOMO, FEDELI, BENCINI, CAPACCHIONE, COLLINA, CUCCA, DE CRISTOFARO, DEL BARBA, DE MONTE, DI GIORGI, ESPOSITO Stefano, FABBRI, FAVERO, GINETTI, LEPRI, LUCIDI, MARCUCCI, MORGONI, MORONESE, MOSCARDELLI, NUGNES, PUGLIA, ROMANO, SAGGESE, SCALIA, SOLLO, SPILABOTTE - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze - Premesso che

da oltre un anno la Camera di commercio di Napoli ha accumulato ritardi intollerabili nella gestione del registro delle imprese della città e della provincia;

tali ritardi nell'evasione delle pratiche quotidianamente prodotte dalle imprese o da esse comunicate per via informatica si risolvono in gravi disagi materiali e morali per centinaia di cittadini, costretti a pagare i costi dell'inefficienza della pubblica amministrazione e di politiche del personale irrazionali e diseconomiche;

un'impresa non iscritta al Registro è praticamente inesistente, sicché i ritardi in questione finiscono per frustrare anche quel poco di iniziativa imprenditoriale che faticosamente si cerca di promuovere in tempi di crisi come questi, con effetti addirittura devastanti, economicamente e socialmente, nel Mezzogiorno e nell'area campana in specie;

particolarmente gravi sono i casi relativi agli "albi speciali", dove anche si evidenziano disparità fra Nord e Sud Italia, per esempio nei tempi di riconoscimento della qualifica, che ulteriormente penalizzano l'attività professionale in zone del Paese che semmai avrebbero bisogno di procedure più snelle e garantite;

un quadro a tal punto desolante dimostra l'arretratezza del "sistema Italia" in fatto di informatizzazione della pubblica amministrazione e dei servizi in genere, ma forse ancor più una distanza fra Stato e società, fra cittadini e istituzioni, pubbliche e professionali, che è tanta parte della crisi di fiducia che travaglia la nostra democrazia;

tutto ciò è peraltro anche in contrasto con il dettato e lo spirito della nostra Costituzione, che all'articolo 118, con il concetto di sussidiarietà, tutela gli enti che svolgono "attività di interesse generale", nel caso delle Camere di commercio a favore del sistema delle imprese, ma anche della Carta sociale europea, che esplicitamente teorizza non solo la libertà d'impresa, ma anche l'obbligo per le istituzioni di garantire ai cittadini l'effettiva fruizione dei loro diritti;

infine tali disfunzioni si ripercuotono negativamente sugli stessi interessi della Regione Campania, che subisce danni erariali non fosse altro per le imprese che rinunciano a lavorare nel territorio della regione, vedendosi costrette a spostare la loro sede altrove,

si chiede di sapere:

se il Governo non intenda rivedere politiche centrate su un ridimensionamento del ruolo dello Stato e di marginalizzazione dell'interesse generale che finiscono per penalizzare proprio il mercato, la libera concorrenza e il diritto dei cittadini di creare impresa e lavoro;

se, nel caso specifico, non ritenga di dover intervenire per contribuire a risolvere la drammatica situazione campana, con particolare riferimento agli uffici della Camera di commercio di Napoli;

se presso tali uffici non sia indispensabile disporre un'ispezione a fini conoscitivi e di accertamento delle responsabilità in ordine alle disfunzioni e al malfunzionamento degli stessi;

se non ritenga indispensabile, data l'importanza della Camera di commercio di Napoli, intervenire perché ad essa sia garantita una quantità di personale adeguata ad affrontare la mole di lavoro, stimolando in pari tempo quell'opera di informatizzazione indispensabile ai fini di una migliore qualità del servizio, sia per quanto riguarda il registro delle imprese, sia quanto all'albo delle imprese artigiane e all'albo speciale dei gestori ambientali;

se non ritenga poi doveroso anche un intervento al fine di opporre un adeguato contrasto delle attività delle associazioni criminose, che sull'inefficienza e sui ritardi dei servizi ai cittadini prolificano e riescono a lucrare non solo arricchimenti, ma anche margini di consenso in un'opinione pubblica disillusa ed esposta ai ricatti.

(3-00318)