• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00188 secondo quanto pubblicato lo scorso martedì 6 agosto dal quotidiano: La Repubblica edizione di Palermo, la società Fincantieri avrebbe inviato al Ministero interrogato, un documento riservato...



Atto Camera

Interpellanza 2-00188presentato daGAROFALO Vincenzotesto diGiovedì 8 agosto 2013, seduta n. 68

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
secondo quanto pubblicato lo scorso martedì 6 agosto dal quotidiano: La Repubblica edizione di Palermo, la società Fincantieri avrebbe inviato al Ministero interrogato, un documento riservato all'interno del quale, sarebbe stata realizzata un'analisi elaborata su richiesta dello stesso dicastero, che illustrerebbe i tempi ed i metodi in cui il relitto della nave Costa Concordia, attualmente situata in prossimità della costa dell'Isola del Giglio, sarebbe prossima ad un trasferimento verso il cantiere navale di Palermo per le operazioni di smantellamento e di demolizione;
il rapporto rileva inoltre che il porto di Piombino, il cui scalo marittimo rappresenta il principale concorrente del capoluogo siciliano per l'aggiudicazione della commessa milionaria, (circa 500 milioni di dollari) proprio per le iniziative di demolizione del relitto della nave da crociera, non è in grado di accogliere la parte restante della nave, a causa di gravi e oggettive carenze strutturali, per rimediare alle quali servirebbero almeno tre anni;
le operazioni di smontaggio, evidenzia il medesimo dossier riservato, che indica tra l'altro i tempi contingentati con cui avverrebbero i lavori, precisano che il relitto della nave da crociera, dovrebbe essere raddrizzato, trainato verso il porto di destinazione, parzialmente smantellato e successivamente trainato in Turchia per la demolizione definitiva;
la rotazione dello scafo dovrebbe infatti essere completata già a settembre, successivamente il sito destinato a ricevere il relitto dovrà concludere i lavori entro dicembre prossimo o gennaio 2014;
l'articolo suindicato rileva inoltre, come tale vicenda attesti da mesi, una contrapposizione evidentemente sconosciuta fino alla pubblicazione della notizia, tra il porto di Piombino, logisticamente più vicino all'Isola del Giglio, ma sprovvisto delle necessarie infrastrutture per la demolizione della nave, ed il cantiere navale palermitano, che rappresenta l'unico bacino di carenaggio in Europa, a possedere una darsena così consistente per contenere un colosso della navigazione di circa 300 metri;
ulteriori rilievi sfavorevoli nei riguardi dello scalo marittimo toscano, secondo quanto emerge dal dossier, sarebbero dettati dalla tempistica utilizzata per la realizzazione di un bacino e di infrastrutture utilizzate ex novo per il porto toscano, che si aggirerebbero in non meno di tre anni, tra completamento dello studio, esecuzione del progetto, tempi di approvazione del Genio civile ed altri enti preposti, inclusa la Corte dei conti;
il medesimo quotidiano riporta fra l'altro, come sia elevata una determinata pressione politica, affinché la commessa sia aggiudicata direttamente al porto toscano, come risarcimento del danno causato alla medesima regione, a seguito dell'incidente del gennaio 2012, che provocò il naufragio della nave e numerose vittime;
una sollecitazione così notevole, suggellata anche dal Governo, attraverso un finanziamento di 110 milioni di euro per i lavori di adeguamento peraltro non ancora avviati dal porto toscano, necessari ad accogliere la nave da crociera e per i quali Fincantieri ha stimato come in precedenza riportato in una durata di tre anni, periodo giudicato troppo lungo, in considerazione che, secondo l'azienda, una volta rotato, lo scafo dovrà entrare in porto entro tre mesi per evitare di subire ulteriori e nuovi danni;
la soluzione migliore pertanto secondo Fincantieri, sarebbe rivolta verso Palermo, periodo in cui la nave sosterrebbe il tempo necessario per chiudere la falla e svuotare l'interno del relitto, operazione che consentirebbe di garantire occupazione per circa 200 operai dell'azienda attualmente in cassa integrazione;
lo smantellamento definitivo avverrebbe invece presso un cantiere mediterraneo probabilmente turco, in cui i costi della manodopera sono notevolmente inferiori rispetto a quelli italiani e su questa operazione, ci sarebbe tra l'altro l'avallo di un'alleanza di assicuratori britannici, i quali gestirebbero l'intera operazione finanziaria di rimozione della nave;
a giudizio dell'interrogante quanto suesposto, ove fosse confermato, desta sconcerto e stupore, in considerazione sia delle modalità di apprendimento della decisione, avvenuta dagli organi di stampa anziché nelle sedi istituzionali competenti, che da quanto contenuto dal dossier, che certamente penalizzerebbe in modo rilevante ed ingiustificato, il cantiere navale palermitano a differenza dello scalo marittimo di Piombino, il quale paradossalmente si aggiudicherebbe la rilevante commessa, nonostante il volume delle operazioni di demolizione del relitto della nave da crociera Costa Concordia, siano nel complesso pressoché in capo all'area dello scalo portuale di Palermo;
quali orientamenti nell'ambito delle rispettive competenze, intendano esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
se intendano confermare, quanto riportato dal quotidiano: La Repubblica edizione di Palermo, sia dell'esistenza di un dossier riservato da parte di Fincantieri intenzionato a portare il relitto della nave Costa Concordia, al cantiere navale di Palermo, l'unico con un bacino da 400 mila tonnellate, in grado di garantire le necessarie operazioni di demolizione, anziché nel porto di Piombino come stabilito attualmente, che di una serie d'interventi incalzanti da parte del Governo, finalizzati ad aggiudicare la commessa milionaria a favore del porto di Piombino;
in caso affermativo, se non convengano che tale decisione, la cui conoscenza avvenuta attraverso organi di stampa, anziché nelle competenti sedi parlamentari, oltre ad evidenziare uno scarso rispetto istituzionale, rischia di determinare evidenti squilibri finanziari a svantaggio dello scalo marittimo siciliano, oltre che arbitrarie ed ingiustificate ingerenze da parte del Governo nella vicenda;
se non convengano altresì che la medesima scelta, risulta essere inoltre in evidente controtendenza rispetto ai recenti provvedimenti normativi, in considerazione che il decreto legge 26 aprile 2013, n. 43 convertito con modificazioni dalla legge 24 giugno 2013 n. 71, cosiddetto «emergenze ambientali» aveva attribuito il porto di Piombino quale: «area di crisi industriale complessa», definendo regole per l'ammodernamento dell'area portuale proprio in prospettiva delle operazioni di smantellamento del relitto della nave;
se non ritengano infine urgente e necessario informare presso le sedi parlamentari competenti, in considerazione della complessità e dell'importanza della vicenda dal punto di vista economico, finanziario e della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema marino, dell'eventuale decisione da parte di Fincantieri d'indirizzare il relitto della nave Costa Concordia verso la città di Palermo.
(2-00188) «Garofalo, Misuraca, Bosco, Minardo, Riccardo Gallo, Pagano, Giammanco, Catanoso».