• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/01665 il CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Mineo è stato inaugurato il 18 marzo 2011 a seguito della proclamazione dello stato di emergenza nel territorio nazionale in relazione...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01665presentato daPALAZZOTTO Erasmotesto diGiovedì 8 agosto 2013, seduta n. 68

PALAZZOTTO, FRATOIANNI e PILOZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per l'integrazione. — Per sapere – premesso che:
il CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Mineo è stato inaugurato il 18 marzo 2011 a seguito della proclamazione dello stato di emergenza nel territorio nazionale in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini stranieri provenienti dalle regioni del Nord Africa con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 aprile 2011;
lo stato di emergenza cessava – a norma dello stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 aprile 2011 – in data 31 dicembre 2012; tale termine è stato posticipato al 31 dicembre 2012 con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 ottobre 2011 e, successivamente, con circolari del Ministero dell'interno, al 28 febbraio 2013 e poi al 31 marzo 2013;
il CARA è ospitato presso il «Villaggio della Solidarietà» di Mineo (unica struttura del genere per dimensioni e destinazione d'uso), ovvero nelle 403 villette di quello che era il residence «Villaggio degli aranci», dismesso nel 2011 dai militari statunitensi allo scadere del contratto con la Pizzarotti spa di Parma, proprietaria della struttura; il residence è diventato il «Villaggio della Solidarietà», non in virtù di un contratto d'affitto, ma di un decreto di requisizione (esattamente il n. 16455 del 2 marzo 2011);
il costo stimato di indennizzo che è stato pagato dallo Stato alla Pizzarotti spa è pari a circa 6 milioni di euro all'anno;
la struttura è affidata al Consorzio siciliano di cooperative sociali Sisifo (LegaCoop), capofila di un raggruppamento composto da Sol.Calatino Caltagirone (aderente al Consorzio Sol.Co. Catania, rete di imprese sociali siciliane operante a Mineo dal 28 dicembre 2009), la coop-azienda di ristorazione Cascina di Roma, la Senis Hospes e la Domus Caritatis;
il soggetto attuatore del CARA è la provincia di Catania, e precisamente nella figura del suo presidente, ed oggi sottosegretario onorevole Giuseppe Castiglione;
i comuni di Mineo, San Michele di Ganzaria e Ramacca si sono costituiti in consorzio con la precisa intenzione di subentrare alla provincia di Catania quale soggetto attuatore della gestione del CARA;
a pochi chilometri da Mineo si trova una struttura simile di proprietà pubblica, ovvero gli alloggi della ormai dismessa base militare di Comiso, già utilizzati in passato per ospitare i rifugiati durante «l'emergenza Kosovo» del 1999;
l'accordo raggiunto con l'ente gestore prevedeva un costo di 46 euro per ogni rifugiato ospitato dal centro;
la struttura di Mineo attualmente ospita circa 3400 migranti, a fronte di una capienza stimata di 2000 unità; a tal proposito, si rileva come l'incremento degli ospiti nella struttura sia riferibile al periodo in cui terminava lo stato d'emergenza e contestualmente il pagamento diretto dello stato dell'indennizzo alla Pizzarotti spa; l'ubicazione della struttura, lontana oltre 11 chilometri dal più vicino centro abitato, risulta essere un ostacolo per i richiedenti asilo nell'esercizio dei diritti propri del loro status. L'isolamento del Cara non permette ai migranti di circolare liberamente, anche al fine di integrarsi nel tessuto sociale. Gli spostamenti, a piedi o in bici, dei migranti espongono gli stessi a gravi pericoli e numerosi sono stati gli incidenti. L'unico pullman messo a disposizione per raggiungere Mineo è del tutto insufficiente;
i tempi di evasione delle richieste di asilo sono estremamente lunghi e, nel corso di una visita, l'interrogante ha potuto constatare che nella struttura sono presenti richiedenti asilo che aspettano risposta alla loro richiesta da oltre 24 mesi, e ciò in contrasto con le disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 303 del 2004 e al decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, che fissano in 20 e 35 giorni il limite massimo di permanenza;
fino a fine luglio 2011 le commissioni di valutazione delle richieste erano due: una a Siracusa e una sub-commissione a Catania; l'unica commissione attiva oggi è quella di Siracusa che, a detta degli operatori del centro, valuta una media di 8/10 richieste d'asilo al giorno;
sono, quindi, costantemente disattesi i termini legali che richiedono la valutazione delle richieste entro quarantacinque giorni;
il sovraffollamento, l'isolamento, i lunghi tempi di attesa unitamente alle pessime condizioni igienico sanitario generano emarginazione e, spesso, episodi di violenza, anche autolesionistica, all'interno della struttura, come dimostrato dai recenti accadimenti del 15 giugno 2013 e del 2 agosto 2013;
i medici stabilmente presenti nella struttura sono solo due e gli ospiti lamentano gravi carenze nell'assistenza sanitaria –:
quali siano i motivi per i quali sia stato deciso di ubicare il CARA di Mineo presso una struttura privata e situata in località del tutto inidonea allo scopo, anziché utilizzare eventualmente strutture pubbliche, quale la base dismessa di Comiso, come riferito in premessa;
se non si ritenga di dover attivare al più presto strutture che possano garantire ai richiedenti asilo il pieno esercizio dei diritti connessi al loro status ed una maggiore integrazione nella società italiana, di minori dimensioni, più vicine e meglio collegate a centri abitati, evitando nel contempo l'ulteriore sperpero di risorse pubbliche in affitti infruttiferi, nonché il protrarsi dell'attività del CARA di Mineo, che si è rivelata fallimentare;
quali siano, ad oggi, i costi di affitto della struttura, i termini, le scadenze contrattuali e le relative spese di gestione;
se vi sia una rendicontazione delle spese sostenute dal consorzio che ha gestito la struttura dal marzo 2011 a fronte dei servizi offerti;
se, alla luce delle evidenti inadempienze da parte del consorzio in termini di servizi offerti, il Ministro interrogato non ritenga di dover valutare azioni di rivalsa nei confronti dello stesso consorzio, in forza delle ingenti risorse di cui è stato destinatario dal marzo 2011, data dell'apertura del centro;
non ritengano – come spesso affermato dai predecessori – di dover aumentare il numero delle commissioni di valutazione delle richieste d'asilo. (4-01665)