• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/10167 nella regione Friuli Venezia Giulia, la società TERNA Rete Elettrica Nazionale spa, sta realizzando un elettrodotto a 380 Kw, in doppia terna, tra la stazione elettrica di Udine ovest e la...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10167presentato daVIGNAROLI Stefanotesto diMercoledì 5 agosto 2015, seduta n. 476

VIGNAROLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
nella regione Friuli Venezia Giulia, la società TERNA Rete Elettrica Nazionale spa, sta realizzando un elettrodotto a 380 Kw, in doppia terna, tra la stazione elettrica di Udine ovest e la stazione elettrica di Redipuglia (Gorizia). L'elettrodo ha una lunghezza di circa 39 chilometri, con sostegni dell'altezza di 61 metri. Tale opera è stata progettata da Terna spa in qualità di gestore RTN ed inclusa nel piano di sviluppo della RTN;
con sentenza n. 3652 del 23 luglio 2015, la VI sezione del Consiglio di Stato, ha provveduto all'annullamento del provvedimento valutazione d'impatto ambientale favorevole, emesso il 21 luglio del 2011, con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali, nonché all'annullamento del provvedimento di autorizzazione alla costruzione dell'opera, rilasciato alla Terna spa con decreto interministeriale del Ministro dello sviluppo economico e del Ministero dell'ambiente n. 239/EL-146/181/2013 del 12 marzo 2013. Oltre ciò i giudici di palazzo Spada hanno considerato viziato da eccesso di potere e difetto di motivazione, il provvedimento con cui il Ministero per i beni e le attività culturali (nota prot. 6440 del 24 febbraio 2011), mutando il precedente parere contrario della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia (in nota prot. 10889 del 24 novembre 2010), diede parere favorevole circa il progetto, ponendo come unica condizione quella di spostare il tratto di elettrodotto previsto nell'area golenale del fiume Torre;
inizialmente, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia aveva difatti espresso parere contrario all'intervento nelle aree oggetto di tutela ai sensi degli articoli 136 e 142, comma 1, lettera c) del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, rilevandone l'impatto negativo sul paesaggio circostante. Infatti, la costruzione dell'elettrodotto avrebbe prodotto un grave deturpamento di tratti dei corridoi fluviali del torrente Comor, del fiume Torre, del fiume Isonzo nonché della Roggia di Udine e delle Roggia Mille acque, giacché l'installazione di sostegni e cavi, dall'altezza superiore ai 61 metri avrebbe costituito un danno alla matrice agricola e naturalistica del paesaggio. Sulla base di tali rilievi, la Soprintendenza aveva quindi, proposto l'interramento dell'elettrodotto nelle fasce sottoposte a tutela paesaggistica;
successivamente, il Ministero dei beni e le attività culturali del turismo, vista l'impossibilità di realizzare l'elettrodotto in cavo sotterraneo nelle zone sottoposte a tutela paesaggistica, cambiando avviso si esprimeva favorevolmente, ponendo come unica condizione che il tratto di elettrodotto del fiume Torre venisse spostato all'esterno della fascia di elevato valore paesaggistico;
dalla lettura della sentenza si evince che il Mibac anziché occuparsi della cura dell'interesse paesaggistico abbia illegittimamente compiuto una non consentita attività di comparazione e di bilanciamento di quest'ultimo con interessi pubblici di altra natura e spettanza, essenzialmente quelli sottesi alla realizzazione dell'elettrodotto e, dunque, al trasporto dell'energia elettrica. Non ad esso, ma ad altre amministrazioni competeva esprimere, nel confronto dialettico proprio della conferenza di servizi, quelle valutazioni, indicandone le rispettive ragioni. Inoltre, il Mibac, avrebbe illegittimamente subordinato il perseguimento dell'interesse pubblico primario affidato alla sua cura alla realizzabilità comunque dell'opera, quasi che l'an del progetto non potesse essere nemmeno posto in discussione;
in data 24 luglio 2015, ovvero all'indomani del deposito della sentenza del Consiglio di Stato, la società Terna emetteva un comunicato stampa in cui veniva banalizzato quanto deciso dai giudici, annunciando che in esito al provvedimento sarebbe derivato un possibile blackout nonché un aggravio delle bollette a carico dei cittadini. Tali notizie venivano immediatamente diffuse dalle testate giornalistiche locali e dal notiziario regionale di Rai 3, generando nella popolazione un diffuso allarmismo. Peraltro, l'elettrodotto oggetto della pronuncia del Consiglio di Stato è ancora in fase di realizzazione e pertanto non risulta possibile che lo stesso incida sulla RTN in esercizio. Inoltre, dal Report Energia pubblicato dal servizio programmazione,

pianificazione strategica, controllo di gestione e statistica della regione Friuli Venezia Giulia nel dicembre 2014, si evince che in totale, i consumi regionali ed in generale anche quelli nazionali, sono calati in due anni del 4,3 per cento (da 10.030,4 GWh a 9.603,1 GWh) e pertanto quanto comunicato a mezzo stampa dal gestore RTN è da ritenersi assolutamente infondato;
dal quotidiano online il Messaggero Veneto del 2 agosto 2015, si apprende che anche dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato il provvedimento di autorizzazione alla costruzione dell'opera, operai sono stati visti al lavoro sui tralicci, peraltro senza indossare i caschi di protezione, tanto da ingenerare l'idea comune che Terna continui nella prosecuzione dell'opera in spregio di quanto deciso dai giudici. A seguito di queste segnalazioni partite dalla cittadinanza e dai sindaci della zona interessata dall'opera, Terna ha precisato che si è adoperata per la messa in sicurezza dei cantieri, ma ad oggi quale sia la realtà non è dato sapere –:
quali iniziative di competenza i ministri interrogati, intendano attivare o attiveranno affinché l'intervento progettato dalla Terna sia attuato nel rispetto della sentenza del Consiglio di Stato di cui in premessa;
su quali dati si basano le affermazioni di Terna diffuse a mezzo stampa e relative al possibile rischio di blackout nella regione Friuli Venezia Giulia;
quali iniziative siano state intraprese per impedire che Terna addebiti all'utenza, anche in via indiretta, i costi delle opere che ha inteso realizzare;
se i lavori attualmente in corso all'elettrodotto siano relativi alla prosecuzione dell'opera ovvero se si tratti esclusivamente di opere necessarie alla messa in sicurezza, così come dichiarato da Terna. (4-10167)