• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
S.0/01870/003/ ... in sede di esame dell'atto senato n. 1870, recante delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale,...



Atto Senato

Ordine del Giorno 0/1870/3/01 presentato da FRANCO MIRABELLI
mercoledì 9 settembre 2015, seduta n. 317

Il Senato,
in sede di esame dell'atto senato n. 1870, recante delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale,
premesso che:
le prime cooperative edilizie di abitazione sono sorte alla fine del XIX secolo come risposta alla consistente migrazione dalle campagne verso il triangolo della produzione industriale italiana (Genova, Milano, Torino), dando avvio al processo di trasformazione delle periferie urbane di queste città. Successivamente, un forte sviluppo della cooperazione di abitazione si è registrato dopo la seconda guerra mondiale quando milioni di italiani, specialmente nelle città più provate dalla distruzione, erano alla ricerca di una casa. Nello stesso periodo, l'esodo dalle campagne diede vita ad un movimento migratorio interno senza precedenti. Queste concomitanze determinarono un nuovo scenario delle politiche abitative in Italia con i vari piani casa promossi e sostenuti dallo Stato. È il tempo delle leggi di finanziamento che iniziano dal 1949 con il piano INA Casa, sostituito nel 1963 dal piano GESCAL e dal piano decennale per l'edilizia residenziale del 1978. Grazie allo strumento cooperativo, nel corso degli anni sono stati realizzati oltre un milione di alloggi, riuscendo a soddisfare le esigenze di circa quattro milioni di cittadini. Ciò ha consentito, oltre l'accesso alla proprietà della casa, anche il godimento dell'abitazione per le fasce più deboli;
con l'esaurimento dei fondi ex GESCAL nel 1998, l'attività ha subito un rallentamento con la diversificazione dell'offerta abitativa orientata maggiormente verso i programmi per-la locazione destinati alle fasce deboli quali giovani coppie, famiglie monogenitoriali (segmento questo in rapida crescita), anziani, studenti universitari fuori sede, lavoratori in mobilità, immigrati;
in tale contesto, il modello della cooperazione di abitazione ha dimostrato di essere un interlocutore serio e credibile per le istituzioni, a volte addirittura in grado di agire per loro conto con larghe funzioni di supplenza. Nonostante i cambiamenti della domanda abitativa e del tessuto sociale nonché la crisi che ha colpito il settore edilizio a partire dal 2007, lo strumento cooperativo dimostra tuttora la sua validità in quanto il più idoneo al soddisfacimento dei bisogni delle comunità locali attraverso azioni imprenditoriali aperte, trasparenti, partecipate e mutualistiche;
per di più, l'edilizia sociale che oggi in regime di monopolio gestiscono gli ex IACP potrà essere governata dal privato sociale in forma cooperativa come impresa sociale;
in sostanza si tratterebbe di rigenerare il concetto di casa popolare non più riferibile in via esclusiva alle ALER, attualmente in difficoltà finanziarie, potendosi così superare le situazioni di morosità e di degrado in cui versa il patrimonio di edilizia residenziale pubblica;
le cooperative di abitazione, che da sempre organizzano gli abitanti e si distinguono dalle imprese di costruzione alle quali viene affidato l'appalto per la realizzazione degli alloggi, hanno consolidato significative esperienze nel campo dell'alloggio sociale, sviluppando percorsi di abitare collaborativo e rispondendo alla domanda di benessere comunitario;
le cooperative di abitazione e i loro consorzi operanti nel campo dell'alloggio sociale, in quanto operatori innovativi dell'edilizia sociale sostenibile, hanno pieno titolo per rientrare tra le imprese sociali così come definite dalla legge delega in materia;
peraltro, tali enti sono caratterizzati dallo scopo e dai principi della mutualità senza fini di lucro e perseguono il soddisfacimento dei bisogni abitativi di persone e famiglie meno abbienti, attraverso la loro diretta partecipazione al programma edilizio e ai servizi all'abitare, favorendo il loro benessere relazionale e la coesione sociale,
impegna il Governo:
a tenere in considerazione, nell'ambito dei decreti attuativi, l'ipotesi che le cooperative di abitazione, quali imprese sociali, possano realizzare, gestire ed amministrare interventi di edilizia residenziale sociale.
(0/1870/3/1)
MIRABELLI, VACCARI, BERTUZZI