• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/06376 Poste Italiane è una società per azioni il cui capitale è detenuto al 100 per cento dallo Stato italiano tramite il Ministero dell'economia e delle finanze; Poste Italiane gestisce i...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06376presentato daCENNI Susannatesto diLunedì 14 settembre 2015, seduta n. 481

CENNI, TULLO, BORGHI, LAVAGNO, MALISANI, VERINI, VENITTELLI, GRASSI, GADDA, MARCHI, PATRIZIA MAESTRI, MARIANI, BERGONZI, TERROSI, AMATO, TARICCO, FRAGOMELI, D'OTTAVIO, CARRA, ALBINI, FERRARI, RIGONI, LAFORGIA, DALLAI, MONGIELLO, IACONO, SGAMBATO, FONTANELLI, BRUNO BOSSIO, CASTRICONE, LODOLINI, BRAGA, CIMBRO, FIORIO e CANI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
Poste Italiane è una società per azioni il cui capitale è detenuto al 100 per cento dallo Stato italiano tramite il Ministero dell'economia e delle finanze;
Poste Italiane gestisce i servizi in una condizione di monopolio e che garantisce l'espletamento del «servizio universale» sulla base di un contratto di programma siglato con lo Stato; in base a tale accordo, la società riceve significativi contributi impegnandosi conseguentemente a raggiungere determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste;
il servizio postale è spesso insostituibile nello svolgimento di moltissime attività quotidiane di famiglie ed imprese, come il pagamento delle utenze, il ritiro del denaro contante da parte dei titolari di conto corrente postale e l'invio di comunicazioni soggette al rispetto perentorio di scadenze, soprattutto quelle di carattere legale;
il servizio postale assume, soprattutto nei piccoli comuni e nelle aree marginali e rurali, una fondamentale funzione che non si limita all'offerta dei molteplici servizi tradizionali, ma si estende sempre più a servizi bancari: conti correnti, libretti di risparmio, carte di credito, carte prepagate, investimenti obbligazionari, oltre ai pagamenti delle pensioni;
il servizio postale rappresenta, soprattutto per la popolazione anziana, l'unico presidio in termini di servizio finanziario accessibile localmente;
le aree interessate dalle chiusure sono già state oggetto di razionalizzazione di altri servizi, compresi quelli di trasporto fondamentali per raggiungere altri presidi;
negli ultimi anni Poste Italiane ha intrapreso un processo di razionalizzazione degli uffici postali, procedendo sia alla chiusura degli stessi, sia alla riduzione degli orari di apertura degli sportelli in numerose aree del territorio nazionale;
il nuovo piano industriale della società prevede infatti la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione del servizio a giorni alterni per altri 608 strutture. Il piano industriale non prevede inoltre nuove aperture di sportelli bancomat «bancoposta», una soluzione che potrebbe limitare i disagi causati alla popolazione residente;
tali tagli, peraltro non concordati con gli enti locali interessati e già oggetto di critiche da parte di Anci, creeranno inevitabilmente profondi disagi soprattutto alle fasce deboli della popolazione (cittadini anziani e meno abbienti) che avranno maggiori difficoltà a raggiungere gli uffici postali vicini ed alle comunità che abitano in zone montane o marginali;
in data 16 aprile 2015 il sottosegretario di Stato allo sviluppo e economico, intervenendo alla Camera dei deputati, in risposta alla interrogazione n. 5-04731, ha garantito che «Poste Italiane avrebbe coinvolto fin da subito regioni e comuni (attraverso le rispettive associazioni) nella fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali. In particolare l'azienda si è impegnata a spiegare come i servizi innovativi assicureranno la tutela del servizio universale per i cittadini»;
va inoltre aggiunto, in questo contesto:
che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha obbligato Poste Italiane ad avviare con le istituzioni locali, rispetto alle misure di razionalizzazione del servizio, un confronto sulle possibilità di limitare i disagi per le popolazioni interessate individuando soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale;
che il Consiglio di Stato, con la sentenza 1262/2015, ha ritenuto fondato il ricorso del comune Torre Orsaia contro Poste italiane stabilendo che l'azienda deve garantire un adeguato numero di punti di accesso al servizio su tutto il territorio nazionale comprese le zone montane e rurali;
nella sola regione Toscana gli uffici postali, oggetto delle chiusura prevista dal piano industriale a partire dal 7 settembre 2015, sono 63, mentre verranno ridotti drasticamente gli orari in altri 37 sportelli;
il 3 settembre il Tar della Toscana ha accolto la sospensiva presentata da 27 comuni e gli uffici postali interessati resteranno aperti fino alla discussione nel merito;
il presidente del Tar della Toscana, inoltre, raccogliendo l'istanza di misura cautelare provvisoria monocratica presentata da altri 5 comuni interessati, ha sospeso la chiusura dei rispettivi uffici postali, in attesa della discussione collegiale del ricorso sulla sospensiva fissata per il 23 settembre prossimo;
anche il Tar del Lazio e il Tar del Friuli, sempre in conseguenza di ricorsi dei comuni interessati, hanno assunto decisioni simili valutando che «pur ritenendo legittima la decisione di Poste si rileva la prevalenza dell'interesse pubblico allo svolgimento del servizio pubblico»;
anche a seguito di tale sospensione, ed in virtù anche di importanti interventi diretti a mantenere presidi di servizio locale effettuati dalla regione stessa, il presidente della regione Toscana Enrico Rossi ha chiesto a Governo e Poste un tavolo di confronto per trovare una soluzione definitiva, «che tenga conto delle esigenze di razionalizzazione degli uffici, ma nello stesso tempo venga incontro anche alle esigenze dei cittadini» –:
quali siano gli orientamenti del Governo alla luce degli indirizzi, già espressi ed in fase di pronunciamento, dei Tar sopra richiamati;
quali iniziative urgenti intendano intraprendere i Ministri interrogati, anche aggiornando i contenuti del contratto di servizio che intercorre tra Stato e Poste Italiane, per promuovere una efficace e rapida soluzione concordata tra Poste Italiane, regioni ed enti locali coinvolti, che preveda una razionalizzazione del servizio postale compatibile con la salvaguardia del «servizio universale», delle necessità della popolazione, delle attività delle imprese, dei territori marginali e delle indicazioni delle autorità nazionali competenti (Agcom e Consiglio di Stato). (5-06376)